La ricostruzione operata dall’Arma dei Carabinieri – cui va peraltro il merito di aver evitato ulteriori tragedie grazie la professionalità dimostrata nell’intervento – coincide con le poche parole che il L.F. è riuscito a pronunciare nel corso del colloquio difensivo presso la sezione carceraria del Policlinico di Modena: “Non riesco a capire cosa sia successo, è stata una disgrazia. Se avessi capito e potessi tornare indietro non lo rifarei”. Ad affermarlo i legali dell’anziano, gli Avvocati Enrico Aimi e Massimo Simonini, del Foro di Modena – “E’ davvero difficile riuscire a comprendere cosa possa aver indotto il nostro assistito ad imbracciare il fucile da caccia e a sparare” – hanno commentato i difensori – “peraltro non sussisteva alcun dissidio con la persona offesa, sua vicina di casa. L’orario notturno lascia aperta l’ipotesi che L.F. – che compie 95 anni il prossimo luglio e che ora si trova in evidente stato confusionale – possa aver sparato all’indirizzo della porta equivocando sulla presenza di malintenzionati all’interno della sua abitazione. Non c’è stato infatti nessun litigio e anche i prossimi congiunti non riescono a capacitarsi di quanto occorso posto che riferiscono trattarsi di persona mite. Le indagini in corso potranno fornire un quadro più chiaro di tutta la vicenda”.
I legali annunciano che in sede di convalida dell’arresto, insisteranno affinchè venga comunque disposta una perizia per verificare se in quelle ore l’indagato fosse o meno capace di intendere e di volere. I legali hanno altresì espresso gli auspici di una pronta guarigione, anche a nome dell’assistito, alla vicina di casa e al Militare dell’Arma dei Carabinieri.