Si è aperta alla presenza del premier Mario Monti la XXIX assemblea annuale dell’Associazione nazionale dei comuni italiani alla Fiera di Bologna. Alla giornata inaugurale della tradizionale kermesse dei sindaci, dal titolo ‘I Comuni. I luoghi della crescita economica e della cura per le persone’, partecipa un’ampia platea di primi cittadini.
“Siamo onorati di poter ospitare l’Assemblea nazionale dell’Anci. Quelle che ci attendono sono giornate intense, che ci serviranno per discutere della situazione dei Comuni, cioè dei problemi concreti della vita quotidiana dei cittadini che rappresentiamo – ha aperto copsì il suo intervento il Sindaco di Bologna, Virginio merola -.
Prima di iniziare voglio però dare il benvenuto ai Sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio scorso.
L’Emilia-Romagna si è dimostrata un territorio forte, la nostra comunità ha saputo reagire, consapevole anche del fatto che dall’economia di quest’area dipende una quota importante dell’economia nazionale. Ringrazio dunque il Presidente della Regione, Vasco Errani, per come ha gestito e sta gestendo il post emergenza e il Presidente del Consiglio Monti per il decreto che destina fondi alle popolazioni colpite dal terremoto.
Noi Sindaci siamo chiamati a gestire i problemi del territorio e prendere decisioni fondamentali per lo sviluppo delle città. Vedete, questa crisi economica ha prodotto molti danni e, come se non bastasse, di tanto in tanto le agenzie di rating declassano gli Stati e, di conseguenza, i Comuni. Noi proponiamo un diverso significato alla “Tripla A” delle agenzie di rating, proponiamo questo significato al Governo per il bene del nostro Paese e per misurarne lo sviluppo: Autonomia organizzativa – Autonomia finanziaria – Autonomia fiscale-
Noi – ha proseguito il primo cittadino – dopo tanti anni di discussione sul federalismo, vediamo che è a rischio la stessa possibilità di autonomia, che non significa preservare il nostro status da sindaci, ma significa che siamo stati eletti dai cittadini non per fare gli esattori, ma per tenere vive le nostre democrazie urbane. E queste oggi cominciano ad essere a rischio.
Voglio essere chiaro, l’Anci e i Comuni italiani non sono sindacati che portano avanti delle rivendicazioni, ma sono istituzioni che contribuiscono alla definizione della politica nazionale. Se invece si continua a tagliare in modo lineare sui Comuni, fra poco anche amministrazioni comunali virtuose saranno costrette a tagliare i servizi ai cittadini.
Si parla spesso, e anche a sproposito, dell’Agenda Monti, soprattutto in relazione alle conseguenze politiche che essa ha o potrebbe avere se un partito politico la inserisce o meno tra i punti elettorali in vista delle prossime elezioni. Il nostro problema da Sindaci non riguarda il campo politico, ma quello amministrativo: noi temiamo che in questa Agenda non ci siano i Comuni. Noi ci auguriamo che in questi mesi di governo che restano, e qualunque sia il futuro Governo, si comprenda che se le agende di governo si fanno senza i Comuni queste agende sono destinate a restare agende di carta. E invece in molti Comuni la risposta prevalente non è la rassegnazione, ma si reagisce facendo le riforme che, anche prima di questa crisi, erano necessarie.
Voglio fare per tutti un esempio che riguarda la nostra realtà metropolitana: cinque Comuni della Valsamoggia (Savigno, Monteveglio, Castello di Serravalle, Bazzano e Crespellano) si fonderanno per dare vita ad un unico Comune. Una scelta che porterà miglioramenti ai servizi per i cittadini per mantenere alta quantità e qualità. L’Assemblea legislativa regionale ha dato il via libera al referendum consultivo che permetterà la fusione e mi auguro che il 25 novembre migliaia di cittadini andranno a votare per dare il via libera alla nascita del nuovo Comune.
Dai piccoli Comuni di questo Paese può venire un grande contributo alla riforma di cui abbiamo bisogno. Noi Sindaci la nostra parte la stiamo facendo, anzi a dire la verità l’abbiamo fatta di più di tanti Ministeri e di altri enti locali. E’ però necessario che siano rispettati gli impegni presi sia per quanto riguarda il trasferimento dell’Imu ai Comuni, sia per la possibilità di allentare il Patto di stabilità, permettendo alle città di investire per la manutenzione urbana e per le infrastrutture. Solo così le città potranno tornare a crescere e aiutare la ripresa dell’economia e del Paese.
Signor Presidente del Consiglio Lei è davvero il benvenuto, grazie a Lei l’Italia è tornata con la schiena diritta in Europa e nel mondo. Noi Le offriamo un’alleanza leale e l’impegno a fare la nostra parte: la raccolga, per il bene del nostro Paese” – ha concluso il Sindaco di Bologna.