“Confermiamo l’apprezzamento per la mediazione raggiunta a Modena sulla aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali, tradotta nel codice di autoregolamentazione, siglato ieri. Esso rappresenta un buon punto di equilibrio tra i tanti interessi in gioco e per questo speriamo possa essere di esempio per altri Comuni del territorio provinciale”.
È questo il commento di Carlo Galassi – Presidente provinciale di Confcommercio – a seguito della firma, avvenuta ieri, dell’accordo di autoregolamentazione sulle aperture festive e domenicali del commercio nella città di Modena.
“E’ positivo – prosegue Galassi – che, pur a fronte di un quadro normativo di totale deregolamentazione e dell’immobilismo della Regione, il Comune di Modena abbia lavorato e trovato un accordo soddisfacente con la grandissima parte dei diversi attori partecipanti al tavolo sulle aperture festive, per vedere riconosciuti il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici a non rinunciare sempre al riposo festivo, nonché, come ha ben affermato l’assessore Sitta “il valore di alcune festività civili e religiose che sono parte della nostra tradizione e dei nostri valori”.
“Mi preme poi sottolineare – precisa il Presidente di Confcommercio Modena – che questa intesa aiuta il commercio di vicinato – così duramente colpito non solo da una crisi senza precedenti, ma anche da un processo di ottusa deregolamentazione intrapreso dall’attuale governo – a riposizionare la barra della concorrenza su un piano meno squilibrato, a netto favore della grande distribuzione ed a svantaggio dei piccoli esercenti, che mai avrebbero potuto reggere un’apertura per tutte le festività dell’anno”.
“Degno di nota è il fatto – prosegue Galassi – che, come richiesto dalla nostra Associazione, sia stata prevista la facoltà da parte degli esercizi inseriti nelle gallerie commerciali di aprire per non più di un terzo delle domeniche e festività complessive, ad esclusione dei mesi di novembre e dicembre”.
“Il buon risultato ottenuto a Modena – conclude Galassi – e che speriamo possa essere “esportato” in altre realtà locali anche fuori del contesto regionale, darà ulteriore forza alla battaglia, che da mesi conduciamo, per cambiare una legge nazionale assurda, che non ha eguali in Europa e riportare così in capo alle regioni la potestà di nomare su tutte le materie attinenti il commercio e dunque anche sugli orari e le aperture”.