Oltre 200 figurine e materiali grafici, dai bolli chiudilettera ai giornalini per ragazzi, affiancate dagli oggetti reali che raffigurano, prestati da collezionisti e appassionati. Il Museo della figurina, con la mostra “Cose da niente: il fascino discreto degli oggetti”, partecipa al Festival filosofia sulle cose. Oggetti di uso comune, cose cadute in disuso, strumenti rari e inventati si possono ammirare gratuitamente nelle sale di corso Canalgrande 103, da venerdì 14 settembre.
Ogni oggetto in mostra è collocato idealmente nel ‘suo’ ambiente: le stanze che compongono un’immaginaria casa borghese di fine secolo – il salotto, lo studio, la cucina, la stanza di servizio, la toletta, la camera da letto e la camera dei bambini -, e gli spazi all’aperto, tipici della vita cittadina quali i parchi, le vie popolate di negozi e locali pubblici. Gli oggetti sono inoltre accompagnati da brevi racconti che, nel delinearne le origini, ne fanno affiorare curiosità e aneddoti, ridandogli vita e togliendo il velo di polvere che metaforicamente ricopre queste figurine. Sarà esposta anche una parte della raccolta di ventagli proveniente del Museo civico d’arte di Modena.
Da alcuni decenni, la museologia ha iniziato a prestare grande attenzione a cose che, anche povere e apparentemente insignificanti, possano essere raccolte e collezionate. Alla base di questa tendenza sta la volontà di restituire significato a oggetti che, privi di storia ed estrapolati dal loro contesto e vissuto, subirebbero definitivamente l’oblio del tempo. È così che cose ‘da poco’ vengono esposte in vetrine con accanto numeri di inventario e cartellini esplicativi, donando un’aura di sacralità a tutto ciò che è stato oggetto di esperienza umana. Sembrano cose, oggetti inanimati, ma in realtà sono racconti, storie, curiosità, segni di vite vissute ancora in grado di attivare il ricordo, di evocare un’atmosfera, di sollecitare un’emozione. Da questa idea nasce la mostra delle cose ‘da niente’, a cura di Thelma Gramolelli, con la collaborazione di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini, curatrici del Museo della figurina. Materiali grafici di per sé poveri come le figurine, mostrano oggetti di vita quotidiana al passaggio tra Ottocento e Novecento, epoca d’oro di queste piccole immagini che, senza volerlo, ci restituiscono mode e costumi di un secolo fa: abiti e accessori, come cilindri e pagliette, colletti inamidati e corsetti, monocoli, lorgnette e pince-nez, bastoni da passeggio e parasole, che a volte ritornano come icone di epoche passate nelle sfilate di stilisti contemporanei e portano con sé un’infinità di storie e aneddoti, talora incredibili, sempre intriganti.
La mostra, prodotta dal Museo della figurina in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è aperta con ingresso gratuito in corso Canalgrande 103, dal 14 settembre al 24 febbraio. È aperta da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15-18; sabato, domenica e festivi dalle10.30 alle19.
“COSE DA NIENTE” TRA MAGIOSTRINE E CALCAGNINI
Oggetti un tempo di uso comune, ormai caduti in disuso, in alcuni casi rari, come la “magiostrina”, il “calcagnino” o lo “strandkorb”: sono i protagonisti della nuova mostra del Museo della figurina, “Cose da niente: Il fascino discreto degli oggetti”. L’esposizione, che inaugura venerdì 14 settembre alle 17.30 in corso Canalgrande 103, in occasione del Festival Filosofia, è un viaggio nel passato con circa 200 illustrazioni d’epoca, tra coni da zucchero, macinini, tabacco da fiuto, vasi da notte, cuccumelle e sali d’ammonio. Accanto alla mostra ci saranno un catalogo con testi e racconti inediti che rievoca un giornale di fine Ottocento, un’installazione di Clementina Mingozzi e il laboratorio di Elena Bergonzini per creare il proprio “spunk” sulle tracce di Pippi Calzelunghe (www.museodellafigurina.it).
Alcune figurine più di altre sono in grado di catapultare lo spettatore in epoche passate, dando conto della quotidianità degli interni domestici, dei negozi, dei caffè, della vita all’aria aperta nelle vie cittadine e nei parchi. Ambienti popolati di cose cambiate nel corso degli anni, diventate obsolete, fuori moda, inusuali, tanto da non essere, in alcuni casi, nemmeno più riconoscibili.
Questi alcuni degli oggetti speciali che si potranno trovare raffigurati nelle figurine d’epoca selezionate per la mostra: i “calcagnini”, una sorta di piccoli trampoli, creati per poter camminare per strada senza sporcarsi di fango, la “lorgnette”, nome francese per gli occhiali sorretti da una stanghetta laterale, la “magiostrina”, come in dialetto milanese si chiamava la paglietta da indossare nei mesi primaverili per proteggersi dal sole. Non mancheranno lo “strandkorb”, poltrona da spiaggia di fabbricazione tedesca, per respirare l’aria di mare senza ustionarsi al sole, e il “peep show”: quest’ultimo, diffuso tra il XVIII e il XIX secolo, permetteva di vedere attraverso un foro delle immagini grazie a lastre di vetro retroilluminate da una candela. Pare che il termine derivi da Peeping Tom, un giovane divenuto cieco ammirando attraverso un foro Lady Godiva che cavalcava nuda. Per questo è diventato sinonimo di rappresentazioni erotiche o pornografiche.
La mostra “Cose da niente. Il fascino discreto degli oggetti” è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in occasione del Festival Filosofia dedicato alle cose. Attraverso immagini e parole, racconta la storia di oggetti ormai superati, ma che hanno avuto grande peso nella vita delle persone: il cono dello zucchero – caratterizzato da una tinta diventata, per antonomasia, ‘carta da zucchero’ -, il macinino e la cuccumella, il vaso da notte, il tabacco da fiuto, i sali d’ammonio e il biberon ‘assassino’. Cose quasi ‘da niente’ al pari delle figurine, ma che hanno la capacità di evocare emozioni e atmosfere e sono ormai degne di far parte di collezioni pubbliche e private.
La mostra, prodotta dal Museo della figurina in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è aperta con ingresso gratuito in corso Canalgrande 103, dal 14 settembre al 24 febbraio. È curata da Thelma Gramolelli con la collaborazione di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini ed è aperta da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15-18; sabato, domenica e festivi dalle10.30 alle19.
IL CATALOGO È UN GIORNALE DI FINE OTTOCENTO
Al posto del catalogo che, come d’abitudine, accompagna ogni nuova esposizione del Museo della figurina, la rivisitazione di un giornale di fine Ottocento, con le riproduzioni delle figurine esposte, permette di approfondire la conoscenza della storia e delle notizie delle cose in mostra. Ricco di immagini, foto, giochi, notizie divertenti e curiose sugli oggetti esposti e rappresentati nelle figurine, il giornale è un’elaborazione grafica di Antonella Battilani, ispirata dai giornalini per ragazzi conservati nel fondo Tagliavini-Roccatagliati, donato al Museo nel 1999. Alle stesse atmosfere si ispirano i racconti inediti di due giovani scrittrici modenesi, Marta Milia e Anna Pavone dell’istituto d’arte Venturi, e di Giacomo Rutigliano, alunno della scuola elementare Giovanni Pascoli. I racconti sono stati realizzati all’interno del progetto didattico “Inventario”. “Il giornale delle cose da niente”, acquistabile al bookshop, è anche a disposizione dei visitatori nella sala espositiva del Museo, che potranno leggerlo comodamente, approfittando delle sedute dell’installazione “Una cronaca insolita”.
L’installazione a cura di Clementina Mingozzi accompagna la nuova mostra del Museo. Sedie e chaise longue invitano ad accomodarsi in un ambiente fin de siècle. Come se si fosse seduti nello studio, in camera da letto, al parco e, senza alcuna pruderie, nel bagno, occupato dal Clisterfenicottero, affettuoso e surreale assemblaggio di oggetti della stanza.
Clementina Mingozzi, papirografa e artista visiva, oltre ai lavori sull’ombra, tema portante del suo percorso artistico, si occupa di illustrazione, microteatro e installazioni. Nel 2004 è ospite al Festival Medico Rakuwakai Care System (Kyoto) con una riflessione sull’approccio terapeutico della tecnica del ritaglio. Tra le tante attività si sottolineano: l’esposizione delle tavole in Nero lupo, Rosso Cappuccetto alla biblioteca Sala Borsa di Bologna (2004); l’illustrazione di Poesie per aria (Topipittori, 2009); laboratori ed incontri al Festiva di letteratura di Mantova (2010) e a diverse edizioni della Tribù dei lettori di Roma. Sue opere sono conservate al Museo d’arte moderna e contemporanea di San Marino. È tra gli autori presenti in L’art de la découpe di Jean-Charles Trebbi (Alternatives, 2010).
La mostra “Cose da niente: il fascino discreto degli oggetti”, prodotta dal Museo della figurina in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è aperta con ingresso gratuito in corso Canalgrande 103, dal 14 settembre al 24 febbraio. È curata da Thelma Gramolelli con la collaborazione di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini ed è aperta da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15-18; sabato, domenica e festivi dalle10.30 alle19.
TUTTI ALL’OPERA PER CREARE LO “SPUNK”
Si chiama “Dalle cose allo spunk” il laboratorio progettato dal Museo della figurina per i giorni del Festival filosofia, collegato alla mostra “Cose da niente: il fascino discreto degli oggetti”. Si potrà partecipare gratuitamente sabato 15 e domenica 16 settembre dalle 16 alle 18 in corso Canalgrande 103. L’attività, a cura di Elena Bergonzini, si ispira a Pippi Calzelunghe, che la parola ‘spunk’ l’ha inventata, tentando poi di riempirla di senso. Pippi ha cercato lo ‘spunk’ in vari luoghi, ha provato ad acquistarlo nei negozi, ha interrogato la maestra o il medico. Alla fine ha capito che lo ‘spunk’ è ciò che più piace a ognuno di noi. Al Museo della figurina ogni partecipante crea il proprio personale ‘spunk’, partendo da un oggetto particolare, portato da casa, arricchito via via da materiali diversi, di recupero e non, usando semplicemente fantasia e creatività. Ogni partecipante è invitato a portare con sé un oggetto da utilizzare per l’attività. Tutte le creazioni verranno poi esposte per la durata del festival.
La mostra, prodotta dal Museo della figurina in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è aperta con ingresso gratuito in corso Canalgrande 103, dal 14 settembre al 24 febbraio. È curata da Thelma Gramolelli con la collaborazione di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini ed è aperta da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15-18; sabato, domenica e festivi dalle10.30 alle19.
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In occasione del Festival Filosofia gli orari saranno venerdì 14 dalle 9 all’1, sabato 15 dalle 9 alle 2, domenica 16 dalle 9 alle 24 (informazioni: Museo della figurina, tel. 059 2033090, www.museodellafigurina.it)