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Agosto e gli stranieri non salvano la stagione estiva dell’Emilia Romagna: -3,8% di presenze turistiche e calo di quasi il 10% di fatturato

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Purtroppo le previsioni negative si sono avverate e da una prima valutazione si può stimare un calo delle presenze estive del -3,8% e un calo rilevante del fatturato delle imprese turistiche di quasi il 10%. In base all’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna che ha coinvolto 652 imprenditori alberghieri ed extralberghieri della regione, la crisi economica ha influito in maniera decisiva sul turismo interno e anche l’Emilia Romagna ha subito la criticità del momento, ivi compresi gli effetti del terremoto.

“Dopo un 2011 di tenuta del mercato, il calo nell’estate 2012 c’è stato ed è riscontrabile ovunque – commenta Stefano Bollettinari Direttore di Confesercenti Emilia Romagna – la recessione ha scoraggiato le partenze degli italiani, finanche i turisti fidelizzati. Il mese peggiore sembra sia stato giugno, ma anche per luglio i dati sono stati negativi. Invece in agosto si è registrato un recupero, ma solo nelle settimane post ferragosto, grazie alle politiche di prezzo attuate da molti operatori, che hanno contribuito però al preoccupante calo dei fatturati. Il miglior andamento dei flussi stranieri conferma la necessità per il sistema turistico dell’Emilia Romagna di proseguire nell’azione promozionale nei mercati esteri”.

“Il dato sull’andamento dell’intera stagione estiva è sicuramente negativo – sostiene Claudio Della Pasqua presidente Asshotel-Confesercenti Emilia Romagna- sebbene in modo non omogeneo per tutte le imprese, anche a causa dei continui rincari del carburante nei mesi estivi che hanno inciso fortemente sulla nostra clientela italiana. La nostra preoccupazione, che da anni denunciamo, è la continua riduzione del margine di redditività aziendale, dovuto in parte alle promozioni che applichiamo ai clienti per venire incontro alle loro esigenze di risparmio in un momento così difficile e di incertezza economica, e in parte al continuo incremento dei costi di gestione come le utenze, il costo del lavoro, le tasse che aumentano in maniera sproporzionata all’effettivo guadagno delle nostre attività. La situazione, inoltre, è aggravata dai costi onerosi di affitto non più adeguati all’andamento reale del mercato che gravano su una parte cospicua delle strutture alberghiere.

Nell’ambito delle politiche di crescita, il Governo deve tenere presente che nelle politiche di sviluppo è necessario dare ampio spazio alla voce turismo, volano per l’intera economia del Paese”.

La flessione più marcata è stata percepita dal settore extralberghiero (-4,2%), mentre per gli hotel la stima è del -3,7% con un coinvolgimento di tutti i livelli di classificazione. Dopo alcuni anni di crescita, anche i 4 e 5 stelle hanno segnato una flessione anche se minore rispetto alle altre categorie: dato inequivocabile di difficoltà anche per il segmento di domanda a forte propensione di spesa. Nel panorama regionale, secondo le opinioni degli operatori intervistati, il calo più accentuato del movimento turistico è stato registrato per il prodotto termale (-8,2%), mentre gli operatori delle città d’arte lamentano una diminuzione del -2,8%. Risultati negativi emergono anche dalle segnalazioni degli operatori della Costa (-3,3%), nonostante la buona perfomance nella seconda metà di agosto e l’incremento del mercato straniero. Invece, per le aree dell’Appennino e Verde si stima una sostanziale tenuta della posizione di mercato (-0,6%).

Una importante annotazione va fatta per la redditività delle aziende turistiche che, secondo la percezione degli intervistati ha segnato un decremento di fatturato di quasi il 10%. Una caduta più evidente è stata registrata dagli operatori delle Terme e Benessere (-14,1%), della Costa (-8,8%) e delle città d’arte (-6,4%). Per le imprese dell’Appennino e Verde la stima del calo del fatturato si ferma al -3,8%

Complessivamente nel trimestre estivo è stato registrato un calo abbastanza consistente della domanda italiana, quella estera, invece, si è attestata complessivamente in questo trimestre sugli stessi valori delle scorso anno, con valori di crescita effettiva registrati sulla Costa Adriatica.

Pur in presenza di dati contrastanti, l’Emilia Romagna aumenta il livello di attrazione sul segmento estero, anche se con valori diversi fra le nazionalità. Sostanzialmente stabili, secondo gli operatori intervistati, i flussi tedeschi e austriaci, in flessione i turisti spagnoli, britannici e scandinavi.

Numerose, invece, le nazionalità segnalate in aumento: gli svizzeri, soprattutto nelle aree dell’Appennino e della Costa, gli olandesi nelle Città d’arte, sulla Costa e sull’Appennino, i belgi nelle Città d’arte, i russi sulla Costa e i turisti provenienti dai paesi dell’Est sulla Costa e nelle Città d’arte. In rapporto al tasso di occupazione registrato dalle strutture ricettive nel corso della stagione estiva 2012, si segnala una media regionale pari al 59,4%, contro il 63% del 2011. Il valore sale al 66% per gli hotel e si ferma al 41,7% per l’extralberghiero. Per effetto della stagionalità, il tasso di occupazione maggiore è stato registrato dagli operatori della Costa (71%), a differenza delle aree termali dove si è registrato il valore più basso (46%).