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Sessione europea del Consiglio comunale di Bologna, alla presenza del Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz

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“E’ un grande onore oltre che un piacere accogliere nella nostra città il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. L’occasione è di quelle importanti. La prima seduta del Consiglio Comunale di Bologna dedicata all’Europa” – Così il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, oggi in occasione della Sessione europea del Consiglio comunale di Bologna alla presenza del Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz.

“Un momento che la Presidente del Consiglio, la Vicepresidente e i consiglieri tutti hanno fortemente voluto e promosso, e di questo li ringrazio. Così come ringrazio l’Onorevole Caronna per la collaborazione data anche in questa occasione.

A Ottobre, in occasione di una mia missione a Bruxelles, ebbi modo di incontrarla Presidente Schulz, presso la sede del Parlamento. Ci scambiammo allora diverse opinioni sull’Europa, ma sarebbe difficile nascondere che il nostro più caloroso pensiero lo dedicammo alla figura di Renzo Imbeni.

In questa sala e nella nostra città abbiamo avuto modo di ricordare Renzo in tante occasioni insieme alla moglie Rita. Pertanto, da bolognese, mi risulta naturale aprire il mio saluto proprio parlando del Sindaco e del Vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni.

Renzo Imbeni non si stancò mai di denunciare il bisogno di più Europa ed è questo, a mio avviso, il più grande insegnamento che ci lascia.

Ancora di più oggi, se dovessi descrivere la nuova “missione” dell’Europa, infatti, partirei da questa affermazione: il bisogno di più Europa.

Il tema dell’Europa è quotidianamente dominante nella comunicazione politica ed economica, c’è una incessante pressione mediatica sui cittadini e delle famiglie, in tutti i paesi dell’Unione. E da Sindaco sento crescere tra i miei cittadini una forte preoccupazione per il tempo presente.

C’è una domanda di punti di riferimento sobri e affidabili, c’è una domanda di assunzione di responsabilità politica di fronte alle paure che la crisi sociale e economica produce.

Nelle parole dei miei concittadini non sento però una richiesta di distacco e di lontananza dall’Europa, bensì sento un’incessante richiesta di contare davvero in Europa.

In sostanza occorre ragionare in modo convincente con i cittadini, sulla crisi che ha investito l’Europa e offrire risposte politiche, e rendere chiara qual è la posta in gioco per il nostro continente.

La causa originaria dell’ultima crisi globale credo sia difficilmente contestabile. L’indebitamento verso l’estero della più avanzata economia del mondo, gli Stati Uniti, la crescita per molti anni della sua spesa pubblica e privata oltre le reali possibilità così da alimentare uno “sviluppo senza risparmio” e i conseguenti abnormi squilibri globali, ci riportano a tenere aperta la visione e lo sguardo.

Negli scorsi decenni ha prevalso il fuorviante assunto che i mercati in generale, e quelli finanziari in particolare, fossero capaci di autoregolarsi senza bisogno di regolazione pubblica. Dal danno provocato da questo assunto è scaturita la consapevolezza dei governi di tutti i continenti, della necessità di mettere a punto un nuovo sistema di regole, capace di fondare un’efficace governance economica globale.

Ecco perché è meglio smettere di evocare il concetto di unione politica in modo piuttosto indefinito, la questione è in realtà assai concreta, perché si tratta di garantire principi, valori e obbiettivi che stanno a cuore a noi tutti: stabilità finanziaria, corresponsabilità e solidarietà, crescita competitiva dell’economia europea nel suo complesso.

In definitiva l’esigenza è di “più Europa” significa che nessun singolo paese europeo, nemmeno il più grande ed efficiente, può “salvarsi da solo”, e svolgere con le sue sole forze un ruolo significativo a livello internazionale. Inoltre, nessun paese europeo da solo può assumere un ruolo rilevante nel produrre un’inversione di tendenza nelle perverse dinamiche dell’ordine mondiale.

Anche per all’Italia, un’Europa unita e coesa, oggi più che mai, è fondamentale per la crescita dei nostri territori.

Il nostro Paese deve tornare a crescere. Il risanamento è necessario, ma non si può proseguire solo con la politica del rigore e dei tagli.

L’approccio di soli tagli e niente crescita sta mettendo a repentaglio anche la capacità stessa dell’Unione Europea di promuovere la crescita e l’occupazione, l’efficacia stessa della politica di coesione e il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. Un programma importante per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Le aree urbane sono un motore per la crescita e la coesione sociale. Di questo sia la Commissione Europea che il Governo Italiano paiono essere consapevoli, nonostante le difficoltà.

Ma per tornare a crescere occorre anche che il dialogo tra le città e le istituzioni europee, signor Presidente, sia più forte e, soprattutto, sia biunivoco.

Recentemente, il nostro Governo ha dato il via libera alla Costituzione delle Città Metropolitane previste in Costituzione. Dal 1° gennaio 2014, caro Presidente Schulz, Bologna metropolitana diventerà una comunità che passerà da 350.000 abitanti ad un milione, raggiungendo finalmente un modello di governo istituzionale di area vasta simile alle città metropolitane francesi e tedesche.

L’elemento chiave della Città Metropolitana saranno i Comuni e i cittadini, uniti per rilanciare il futuro economico, culturale, ambientale e sociale di un territorio tra i più avanzati d’Europa in termini di reddito pro capite e prodotto interno lordo, ma di certo non immune dalla crisi e dalle trasformazioni che attraversano tutto il mondo.

Bologna sarà quindi metropolitana per essere più europea, e quindi più forte.

Di questa sfida io sono un convinto sostenitore, insieme alla mia Giunta, ed è per questo che da Sindaco del Comune capoluogo, mi rivolgo a lei per sottolineare quanto siano oggi ancora più necessari gli sforzi profusi dalle istituzioni europee per appoggiare le città con programmi di sostegno, iniziative e risorse.

Sostenere le città garantendo loro il riconoscimento della dimensione urbana come valore, la flessibilità nell’uso delle risorse e la centralità del ruolo nell’attuazione della politica di coesione rispetto ad altri livelli di governo, rappresenta senza ombra di dubbio un fatto essenziale.

Il Comune di Bologna ha seguito e continuerà a seguire da vicino la discussione sul futuro della politica di coesione europea.

In particolare, insieme alle altre città europee, al network EUROCITIES e all’Associazione Nazionale dei Comuni ci siamo adoperati affinché, nella prossima programmazione dei fondi strutturali si tenesse in grande considerazione il tema dello sviluppo urbano.

Da questo punto di vista, nonostante nella nuova programmazione sia stata evidenziata una maggiore attenzione nei confronti delle aree urbane, assegnando loro un ruolo più centrale, auspichiamo, anche rispetto al nostro Governo, che l’incremento del dialogo diretto tra le città e le istituzioni europee non si arresti.

L’Europa, infatti, con la sua strategia per la crescita intelligente propone un nuovo quadro finanziario e di fondi dedicato a dare priorità proprio allo sviluppo delle aree urbane. Il Regolamento del “Fondo europeo per lo sviluppo economico” stabilisce che almeno il 5% delle risorse assegnate a livello nazionale siano destinate ad azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile, la cui gestione può essere direttamente delegata alle città.

La proposta prevede che ciascuno Stato indichi nel contratto una lista di Città in cui devono essere realizzate le azioni integrate per lo sviluppo urbano: 20 città per ogni Stato membro (300 città in tutta l’UE) tra queste dovrà esserci certamente Bologna Città Metropolitana, la quale dovrà avere compiti di gestione rafforzati nel quadro dei fondi europei diretti e indiretti.

Noi siamo pronti.

Caro Presidente, dobbiamo riacquistare consapevolezza e orgoglio dei nostri territori e dell’Europa. Per essere in grado di dire specialmente ai giovani: il vostro futuro è qui. E’ quello che insieme al Rettore dell’Università di Bologna siamo determinati a costruire.

Ci sorreggono fortissime nuove motivazioni: la missione dell’Unione è quella di far competere dentro una globalizzazione sregolata e subalterna al mondo della finanza la nostra identità, il nostro esempio e modello di integrazione e unità. Questo credo sia il contributo più importante che Bologna può dare alla civiltà mondiale e a questo ragionamento verso l’Europa unita.

Questa missione sia identitaria che di civiltà è compito culturale e sociale delle città-guida europee, specialmente ora che tocchiamo con mano quali disuguaglianze, squilibri e ingiustizie hanno finito per sprigionarsi dalla pressione di oligarchie irresponsabili e dalla finanziarizzazione esasperata degli ultimi tempi.

Un’Europa ancor più integrata e assertiva è il solo quadro di riferimento entro il quale si può operare per riaprire nei nostri Paesi un sentiero di sviluppo sostenibile, per scongiurare il pericolo che più sovrasta i giovani, quello di una pesante recessione, di un futuro senza occasioni di lavoro e di affermazione sociale e professionale per un’intera nuova generazione.

Ai giovani in particolare dobbiamo dire: puntate sull’Europa, e in particolar modo su quell’impegno di socialità che è sempre stato proprio e distintivo della visione europea dello sviluppo dell’economia, e che questo territorio ha ben saputo rappresentare in questi anni. Il patto fondativo che dopo la seconda guerra mondiale diede avvio al cammino dell’Europa è oggi validissimo: l’Unità europea come patto per i diritti sociali di cittadinanza contro l’esclusione e i nazionalismi, e l’unità europea come garanzia concreta del diritto alla pace e alla convivenza.

Ancora benvenuto Presidente, benvenuto in una città che vuole tenere insieme ottimismo e concretezza e guardare al Parlamento Europeo con fiducia democratica” – ha concluso il primo cittadino di Bologna.