Home Filosofia I Musei Civici di Modena raccolgono ‘Cose’ per il Festival Filosofia

I Musei Civici di Modena raccolgono ‘Cose’ per il Festival Filosofia

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“Porta una ‘cosa’ di cui sai e vuoi poterti privare e raccontaci il tuo legame con essa. L’ingombro massimo è quello che puoi tenere in mano o sottobraccio”. Così l’artista Claudia Losi chiama all’appello i modenesi e li invita a diventare parte attiva dell’opera che realizzerà ai Musei civici di Modena in occasione del Festival filosofia. Gli oggetti, che nel corso della performance saranno avvolti in una serie di sfere di filato, fino a scomparire, si possono consegnare al terzo piano di Palazzo dei Musei in viale Vittorio Veneto 5 fino a domenica 16 settembre. Diventeranno parte integrante dell’opera (che rimarrà patrimonio del Museo) e non saranno restituiti. Assieme al personale del Museo, parteciperanno alla fase di raccolta e catalogazione anche studenti dell’istituto Cattaneo-Deledda e del liceo Muratori, che registreranno la storia dell’oggetto e rilasceranno al proprietario una ricevuta.

Alla base dell’invito c’è la volontà da parte dei Musei Civici di riflettere sulle dinamiche che puntano al coinvolgimento attivo del pubblico nella produzione dell’opera d’arte. I visitatori che sceglieranno di essere coinvolti nell’evento saranno invitati a individuare una “cosa” che ritengono significativa per il proprio vissuto e a consegnarla alle cure dell’artista, che durante i tre giorni del Festival proporrà un work in progress in museo, creando in diretta una serie di sfere di filato. Le cose consegnate dal pubblico saranno man mano avvolte da un filo nero fino a scomparire.

La memoria raccolta al momento della consegna ha la funzione di registrare quello che Ernst Bloch definiva il “dorso delle cose”, le qualità sensibili di cui sono inevitabilmente portatrici le “cose” rispetto agli oggetti, la storia e i significati affettivi che proiettiamo su di esse e che vanno ben al di là del semplice valore d’uso. La filatura eseguita dall’artista, per avvolgere e custodire le forme quasi come un bozzolo, è simbolo di metamorfosi e rigenerazione in una nuova forma. “L’atto creativo si configura come volontà rivelatrice di una trasfigurazione”, spiega la curatrice del progetto, Cristina Stefani: “le cose donate, dissociate dall’aura affettiva di chi le ha possedute, ma di cui resta testimonianza scritta nell’atto della consegna, si trasformano in spoglie di un uso e al contempo elementi strutturali per una nuova vita delle cose, dotata di una rinnovato slancio”.

Claudia Losi definisce le sfere “madreforme”, recuperando l’idea della matrice feconda che mantiene la cifra simbolica dell’origine, delle cose che l’hanno generata. In quest’opera si fondono pratiche peculiari del lavoro di Claudia Losi (Piacenza, 1971): l’interesse per le modalità operative del work in progress che puntano verso orizzonti esperienziali corali e partecipativi basati sul rapporto fra persone, piccole comunità locali sparse per il mondo da cui scaturiscono scambi significativi, e l’utilizzo del filo e del tessuto come mezzi di indagine privilegiati.

Per consegnare le “cose” da destinare all’opera d’arte, il punto di raccolta ai Musei civici sarà aperto da martedì a venerdì dalle 9 alle 12 fino al 10 agosto, e dall’11 agosto anche sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (informazioni: 059 2033100 www.comune.modena.it/museoarte).