Ha confessato di essere stato lui a mettere la bomba che ha ucciso la sedicenne Melissa Bassi, ma le sue motivazioni non convincono gli inquirenti. La Procura gli contesta il reato di “Strage in concorso aggravata da finalita’ di terrorismo”. E’ quanto si legge nel decreto di fermo firmato dal procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, dal sostituto Guglielmo Cataldi, e dal sostituto procuratore del Tribunale di Brindisi, Milto De Nozza. L’uomo, Giovanni V., 68 anni, padre di due figli, titolare di un deposito di carburante a Copertino, ha ammesso le sue responsabilita’, ma non ha chiarito ancora le motivazioni che lo hanno spinto all’attentato.
“Per noi mio zio e’ un estraneo, io non l’ho mai conosciuto. Per mio padre quasi non era un fratello, perche’ non si parlavano da 35 anni. A nome della mia famiglia posso dire che siamo dispiaciuti e addolorati per le famiglie coinvolte in questa vicenda, soprattutto per Melissa”. Cosi’ all’Adnkronos Carlo, figlio di Antonio, uno dei fratelli di Giovanni, commenta la notizia del fermo di suo zio, Giovanni, ritenuto l’autore dell’attentato di Brindisi. Increduli e sotto choc i vicini di casa dell’uomo.