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Monti a Pechino: crisi quasi finita, l’Italia non è stata nuovo focolaio

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(Adnkronos/Ign) – “Credo che questa crisi sia quasi finita, forse c’è solo una piccola componente psicologica. Ero molto preoccupato quando sono arrivato che l’Italia potesse essere un nuovo focolaio crisi. Ma non è successo e non succederà. Permettetemi di dire che siamo sollevati”. Lo ha affermato in conferenza stampa il presidente del Consiglio Mario Monti, al termine della seconda giornata a Pechino. Riguardo ai malintesi dei giorni scorsi con i partiti, il premier si è detto “molto lieto” che la lettera inviata al ‘Corriere della Sera’ abbia calmato “un dibattito che si era levato di colpo”, un dibattito “piuttosto agitato e senza fondamento. Sono contento di aver visto che si è rasserenata la situazione”. La lettera “non è una marcia indietro” né è frutto di un ‘suggerimento’ del Quirinale, ha puntualizzato. Non c’è stata alcuna marcia indietro perché, spiega il presidente del Consiglio, “non c’era stata nemmeno una partenza” né affermazioni “lesive della dignità, del rispetto e della gratitudine verso i partiti politici”.

Quanto a presunte pressioni del Colle perché Monti scrivesse quella lettera, il premier è netto: “Non avevo parlato quel giorno col presidente della Repubblica e nemmeno sfiorato questo tema”.Monti, dopo aver precisato di non aver fissato alcun incontro per fare il punto sulla riforma del lavoro, ha ringraziato i giornalisti italiani per come stanno seguendo la sua missione in Asia, poi però è arrivata la bacchettata: ”Bisognerebbe fare tante precisazioni su fatti che leggo ma che semplicemente non sussistono”. ”Si rimane perplessi – ha aggiunto – e mi chiedo se tanti disagi nella comprensione dell’Italia da parte di altri Paesi non nascano dalla impossibilità stessa di conoscerne sia pure vagamente la realtà”.Parlando della sua visita a Pechino, il premier ha dichiarato: “Ero già convinto dell’importanza strategica della Cina, tornerò” dal viaggio “ancora più convinto e darò ogni tipo di input affinché il governo intensifichi le azioni a livello bilaterale e multilaterale”. Il presidente del Consiglio ha riferito di essere rimasto colpito dalla conoscenza della Cina del ”quadro italiano e delle riforme introdotte dal governo” e ha spiegato di aver avuto “l’impressione di una domanda potenziale molto rilevante di Italia” da parte di Pechino. Monti ha incontrato oggi il premier cinese Wen Jiabao presso l’Assemblea Nazionale del Popolo di Pechino. ”L’Italia vede nella Cina un importantissimo partner strategico”, ha dichiarato parlando della sua visita come di una “occasione preziosa per approfondire la conoscenza delle rispettive posizioni e per sviluppare nuovi modi di collaborazione sia bilaterale che in diversi contesti multilaterali”.

Da parte sua Wen Jiabao si è detto ”convinto che l’Italia riuscirà ad affrontare lo scenario internazionale e a realizzare nuova crescita economica attraverso le riforme”. Wen ha quindi sottolineato come “l’economia dell’Italia, paese esportatore con una grande industria manifatturiera, sia dotata di basi solide e di grandi potenzialità”. “Il suo viaggio in Cina – ha aggiunto – ha un significato molto importante per rafforzare l’amicizia e la cooperazione” bilaterale “e favorirà la conoscenza dei paesi asiatici sull’Italia e sull’Europa”.Dopo l’incontro con il premier cinese, Monti è intervenuto in un dibattito presso la Scuola del Partito comunista a Pechino: “Auspichiamo l’aumento dei vostri investimenti in Italia”, ha dichiarato, perché questo “renderebbe la Cina una sorta di azionista e partner nella trasformazione dell’economia italiana”. Una Cina che “scommettesse sul futuro dell’Italia – ha aggiunto – sarebbe vista meno come una minaccia competitiva e più come una Cina responsabile che vuole scommettere sulla rigenerazione” della nostra economia. Con benefici anche sull’immagine di Pechino, visto che “l’opinione pubblica italiana vi vedrebbe più vicini”, ha concluso.