L’Associazione Concretamente Sassuolo organizza per domani – martedì 12 aprile alle 20.45 in Sala Biasin – la presentazione del Libro di Marco Panara ” La Malattia dell’Occidente” perchè il lavoro non vale più. Ne discutono insieme Marco Panara giornalista di Repubblica e Francesco Falcone segretario generale Cisl di Modena. Modera la serata il Giornalista Leo Turrini.
Si parla continuamente di lavoro. Si ricorda che la parola viene citata nell’articolo 1 della Costituzione. Si cita chi il lavoro l’ha perduto, i giovani per i quali è precario. Più raramente si ragiona su che cosa sia diventato il lavoro, quale sia il suo valore sociale oggi, quale il metro con cui lo valutiamo. Marco Panara ha colmato questa lacuna con il suo La malattia dell’Occidente.
La prima constatazione è che il ruolo, il peso sociale e il reddito di interi gruppi sociali è andato declinando. In particolare: “Sul totale della ricchezza prodotta nei Paesi industrializzati, la quota che remunera il lavoro è diminuita (ultimi 25 anni) mediamente di 5 punti ogni anno. Di altrettanti punti è cresciuta la quota che remunera il capitale”. La verità è che del “fattore umano” c’è sempre meno bisogno per produrre le cose mentre la globalizzazione ha allargato a dismisura la concorrenza per cui il lavoro tende a spostarsi dove costa meno. Sono dati che stanno sotto gli occhi di tutti. Le conseguenze però sono importanti e non solo economiche.
La perdita di valore del lavoro, ha comportato anche la perdita del suo valore morale e sociale. Ma il valore morale è esattamente il fondamento sul quale sono state costruite le società in Occidente. Non a caso il “lavoro” è richiamato nell’apertura della nostra Costituzione, come ricordavo più sopra. Il “lavoro” non è solo lo strumento, l’attività, con la quale ci si guadagna da vivere. Quello strumento, quell’attività, nel mondo occidentale s’è caricato di un significato che supera il puro scambio di una remunerazione economica contro un’opera. Panara esamina infatti le varie categorie di lavoro, spiegando per esempio perché le attività professionali manageriali e creative abbiano alte (spesso: eccessive) remunerazioni. “I redditi di costoro non sono legati alla quantità di lavoro ma alla qualità, originalità, abilità, talvolta alla velocità. È la classe vincente nella nostra epoca”. Questo spiega anche la ragione delle bolle speculative che, al momento del loro “scoppio”, provocano i disastri che vediamo.
Il libro contiene riflessioni e analisi tra le quali, molto bella, quella del rapporto diretto tra libero lavoro e democrazia. Lì s’è aperta in tempi storici la prima crepa nell’assolutismo del potere. Lì, per sventura, potrebbe richiudersi.