Alla domanda “Oggi, pensando al futuro dei suoi figli, cosa preferirebbe per loro?” il 55,3% degli intervistati ha risposto “che studiassero in Italia”, a fronte di un 21,1% che li preferirebbe nel proprio paese d’origine. E il 65% circa si è detto “molto” o “abbastanza” d’accordo nel caso in cui la figlia sposi un italiano. Quattrocentocinquanta le interviste effettuate per ognuna delle tre province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, per un campione totale di 1350 persone originarie di 71 Paesi diversi, raccolte nel volume presentato oggi in Regione “La sfida dell’integrazione. Un’indagine empirica sulla realtà migratoria in Romagna”, a cura di Paolo Zurla, sociologo e docente universitario. L’approfondimento sulla situazione in Romagna, realizzato con un contributo economico della Regione, si colloca all’interno di una più ampia ricerca nazionale (circa 12mila immigrati intervistati in 32 diverse realtà) promossa dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multi etnicità), per “misurare” i livelli di integrazione sociale, economica culturale, politica e complessiva della popolazione immigrata in Italia.
“Un’iniziativa positiva e originale – ha commentato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Teresa Marzocchi – , che ha visto il coinvolgimento diretto di oltre 1300 cittadini stranieri di una parte importante del nostro territorio. Le risposte fornite confermano livelli di integrazione soddisfacenti e apprezzabili, su cui ha influito indubbiamente un lavoro già avviato da tempo: mi riferisco all’intervento legislativo regionale del 2004, alle successive programmazioni per le politiche che riguardano gli immigrati, fino all’ultimo programma triennale 2009-2010 che orienta i nostri interventi verso l’insegnamento della lingua italiana, la mediazione interculturale e il contrasto a razzismo e xenofobia”.
“La scelta di ‘mirare’ l’indagine su queste tre province – ha spiegato Paolo Zurla – nasce dalla constatazione che l’area in questione presenta caratteristiche significative. Intanto, si tratta di tre province abbastanza piccole che, con il loro milione circa di abitanti complessivo, contribuiscono per un quarto alla popolazione regionale. Analogamente, la popolazione immigrata residente, abbastanza equamente ripartita, rappresenta un quarto della popolazione immigrata dell’Emilia-Romagna”.
L’indagine è stata realizzata da un’équipe sociologica attiva alla Facoltà di Scienze politiche “Ruffilli” del Polo scientifico-didattico di Forlì – Università di Bologna, che ha “sottoposto” al campione, con intervista personale e diretta, un questionario strutturato. Numerose le domande, nei settori più diversi, per valutare i livelli d’integrazione in ambiti differenti: da “conosce il suo medico di base?” a “quanto sente di appartenere all’Italia?”, “quanto ritiene importante che i figli di immigrati possano ottenere subito la cittadinanza italiana?”. Nel complesso, si è registrata una leggera prevalenza maschile tra gli intervistati per le province di Forlì-Cesena (51,1%) e Ravenna (53,1%), femminile a Rimini (il 62,8% donne). Disparati i luoghi di rilevazione: centri servizi, centri di formazione, mercati, negozi etnici, luoghi di svago e di culto.
Il volume sarà presentato ufficialmente giovedì 24 marzo alle 15 nella sede della provincia di Rimini (via Dario Campana 64, Rimini – Sala Marvelli).
foto: l’assessore Marzocchi e il professor Zurla