La paternità della bandiera tricolore spetta a Modena? L’indagine dell’artista Adolfo Lugli, condotta per realizzare un’opera d’arte dedicata ai 150 anni dell’unità d’Italia ha portato alla curiosa scoperta. A quanto pare la Commissione militare di Modena si riunì una prima volta il 26 dicembre 1796, presentando la descrizione della bandiera dei volontari cispadani, che avesse “base verde, poi il bianco indi il rosso”. Successivamente – il 7 gennaio 1797 – il Congresso della Repubblica Cispadana, riunito a Reggio Emilia, deliberò “che si renda universale lo stendardo o bandiera cispadana di tre colori verde, bianco e rosso”. Ma è a Modena, il 21 gennaio dello stesso anno, che il Congresso vota l’esecuzione del decreto presentato a Reggio Emilia. Tanto è che fuori dall’Accademia Militare di Modena una lapide ricorda l’avvenimento con queste parole: “Il Congresso della Repubblica Cispadana convocato in questo Palazzo nel 21 gennaio del 1797 confermando le deliberazioni di precedenti adunanze decretò vessillo di stato il tricolore per virtù di uomini e di tempi, fatto simbolo dell’unità indissolubile della nazione”.
Proprio le parole di questa lapide, fotografata da Lugli, campeggiano al centro della sua opera d’arte contemporanea (a Petra, stand numero 69), che raccoglie anche i documenti dell’Archivio di Stato citati prima, oltre ai tricolori delle varie regioni d’Italia fino al 1850.
Bandiere, ma anche cimeli, armi e soprattutto numerosi dipinti dedicati all’Unità d’Italia sono poi al centro della mostra “L’Italia s’è desta”, in corso presso Excelsior, il padiglione di Unica dedicato alla pittura italiana dell’Ottocento. Da Fattori a Induno, da De Albertis a Serritelli: oltre 30 opere raccontano la nascita di una nazione.
Il 17 marzo 1861 il parlamento compie il suo primo atto ufficiale: proclama il regno d’Italia. La nostra nazione comincia da qui, 150 anni fa. “Unica” celebra questo anniversario con una mostra che illustra come la pittura italiana abbia rappresentato gli eventi che portarono il nostro Paese alla conquista dell’indipendenza e dell’unità nazionale. La pittura del Risorgimento svela, tra arte e storia, gli ideali che hanno guidato la lotta per la costituzione dello Stato italiano. Dipinti dei maggiori pittori di fine Ottocento, da Giovanni Fattori a Domenico Induno, da Sebastiano De Albertis a Giovanni Serritelli, raccontano atmosfere e contraddizioni di un’epoca che ha visto nascere la nostra nazione. Ma non mancano cimeli d’epoca come armi e divise e sono esposti persino i primissimi esemplari di bandiera tricolore: i visitatori possono ammirare oltre 30 pezzi.
Tra le opere esposte spicca un dipinto del maggior esponente dei Macchiaioli: si tratta di “Esercizi di cavalleria”, di Giovanni Fattori, risalente al 1885 circa e, accanto, si può ammirare il quadro di Domenico Induno “L’attesa”, del 1871. Entrambi gli artisti, con linguaggi diversi, hanno ottenuto lo stesso obiettivo: rappresentare la conquista dell’unità spostando l’attenzione dagli aspetti militari e celebrativi a quelli ideali e popolari.
L’esposizione è curata da Elisabetta Barbolini Ferrari e si può visitare nei giorni di apertura della manifestazione: dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 20.00, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 20.00.
Infoline: studio Lobo, tel. 0522/631042, info@studiolobo.it