Il CCU di Bologna respinge le ipotesi ormai ricorrenti di far corrispondere ai tagli operati dal Governo per il trasporto pubblico a semplici riduzioni di corse ed incrementi di tariffe, di fatto un disincentivo all’uso del mezzo pubblico. La Regione Emilia Romagna, che attua da anni una politica di promozione del trasporto pubblico, rischia con i provvedimenti annunciati di innescare una forte inversione di tendenza.
Una riduzione della quota di trasporto pubblico significa, oltre alla sconfitta di una politica, un incremento del traffico privato su gomma, a scapito della qualità dell’ambiente, della salute dei cittadini, in un quadro non accettabile di ulteriore congestione stradale.
Il CCU considera eventuali incrementi tariffari come funzionali ad un vero miglioramento della qualità del servizio e contestuali all’introduzione di tecnologie innovative, come il biglietto unico per servizi integrati. Di fronte alla riduzione delle risorse, confermare la priorità del trasporto pubblico implica nuovi costi che non possono gravare solamente sugli utenti del servizio. Scelte difficili che non possono prescindere dalla tutela dalle fasce d’utenza economicamente più deboli e più esposte ai tagli operati nei diversi settori.
Il CCU ritiene necessario utilizzare al meglio le risorse disponibili per il Trasporto Pubblico Locale, combattendo gli sprechi e l’evasione del biglietto.
Una sforzo che deve coinvolgere anche le imprese che erogano i servizi, attraverso una maggiore efficienza e risparmi di gestione. Ipotesi di riduzioni del servizio, non condivisa dal CCU, andranno attentamente valutate, coinvolgendo adeguatamente le rappresentanze dell’utenza.