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“Il figlio del capitano”, Antonio Saltini racconta la figura di Raimondo Montecuccoli

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“Il figlio del capitano. Guerra al Turco e congiura dei magnati dell’Ungheria del tempo di Montecuccoli” . E’ questo il titolo del romanzo storico di Antonio Saltini, ispirato alla figura ed alle imprese del generale Raimondo Montecuccoli. Il romanzo, edito dall’editore Nuova Terra Antica, sarà presentato, domenica 22 agosto, alle ore 18,15, a Pavullo, presso l’area promozionale del marchio collettivo “tradizione e Sapori di Modena” di proprietà della CCIAA, in via Giardini angolo Piazza Battisti, nell’ambito della Giornata Medievale. Dopo i saluti del sindaco di Pavullo, Romano Canovi, è previsto l’intervento dell’autore Prof. Antonio Saltini, modenese, ordinario di Storia delle Scienze Agrarie alla Statale di Milano, con una passione per l’Appennino e la sua storia. Seguiranno gli interventi del pubblico e il saluto del gruppo di rievocazione storica “La Corte dei Montecuccoli”, che contribuirà alla creazione delle atmosfere storiche descritte nel romanzo. La chiusura dei lavori è prevista per le 19.30.

Come sfondo per il suo romanzo, Antonio Saltini, ha scelto il 1600 e le vicende storiche che videro protagonista Raimondo Montecuccoli (Pavullo del Frignano 1609 – Linz 1680), definito da Ugo Foscolo “il più grande ed erudito capo militare italiano dell’epoca moderna”.

“Il romanzo – dice Saltini – fa parte di una trilogia che, attraverso le vicende dei suoi protagonisti, intende indagare, sul piano storico e religioso, le stagioni del Cristianesimo. Il primo libro, infatti, è ambientato nel IV secolo dopo Cristo, all’epoca dei figli di Costantino e prima dell’avvento di Giuliano l’Apostata. Il secondo volume, “L’assedio della Mirandola”, si svolge all’epoca della Riforma luterana”.

Ma perché un romanzo sull’età Montecuccoli?

“Prima di tutto perché Raimondo Montecuccoli è stato un grande protagonista del suo tempo, come stratega, ma anche come politico e letterato. Ha vissuto in prima persona due importanti avvenimenti storici della storia dell’Europa, la Guerra dei Trent’Anni e la Guerra del Turco, che è stato anche uno scontro religioso per la conquista della società cristiana, rappresentata da Vienna. Poi, in secondo luogo, perchém da vent’anni, mi piace andare a pesca sullo Scoltenna, con il suo castello sullo sfondo”.

Come ogni generale del suo tempo, anche Raimondo Montecuccoli aveva “al soldo” un reggimento personale, secondo la tradizione dei capitani di ventura. L’esercito personale di Montecuccoli era formato in gran parte da pavullesi, e in particolare, gli ufficiali erano nominati tra i nobili della nostra montagna. Il romanzo racconta le vicende del figlio di uno di loro, che parte per l’Ungheria alla ricerca del padre, dopo che egli non ha più fatto ritorno a casa dopo la battaglia della Raab. Il ragazzo è nipote di Monsignor Benedelli, che ha costruito una fortuna al servizio del cardinale Barberini. Il giovane è l’erede legittimo del patrimonio del padre, ma, essendo minorenne, i beni vengono lasciati in gestione allo zio, un usuraio di Fanano.

Ogni capitolo porta avanti, parallelamente, le vicende dello zio usuraio, impegnato a fare fruttare il patrimonio del nipote e ad accrescere il proprio potere tra i borghi del Frignano, dominati dal castello di Montecuccolo, e le vicende del ragazzo che, in Ungheria, viene accolto nel castello del conte Nàdasdy, il magnate ungherese che, dopo la vittoria di Montecuccoli sulla Raab, nel 1664, di fronte al rifiuto di Vienna di usare il successo per riconquistare le province magiare, ordì una congiura per sottrarre la corona di Santo Stefano al monarca viennese e riporla su una testa magiara.

Saltini ci offre un’opera assolutamente originale, intrecciando una vicenda che penetra nell’humus più profondo della vita economica e sociale dell’Appennino del Seicento, ad una vicenda che si sviluppa nel cuore della putza, dove la famiglia Nàdasy, che ha ospitato il figlio del capitano italiano alla ricerca del padre disperso il giorno della Raab, vive il proprio sontuoso splendore, mentre si sviluppa dietro le quinte la congiura che condurrà il veemente e magnifico conte Fèrenc, paladino della Controriforma, mecenate di artisti italiani, a quel palco in una piazza di Vienna sul quale lascerà la testa su di un ceppo.

SCHEDA DEL LIBRO

Antonio Saltini, Il figlio del capitano. Guerra al Turco e congiura dei magnati dell’Ungheria del tempo di Montecuccoli

Nuova Terra Antica Editore – Pag. 632 – € 29, 60