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Sabato prossimo presentazione di “Storie di Vitriola”

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Sabato 7 agosto, alle ore 18, è in programma la presentazione di Storie di Vitriola in una delle più antiche e suggestive ville della frazione di Montefiorino. L’opera, realizzata dalla giornalista e scrittrice Roberta Rossi, ricostruisce la storia passata e recente di Vitriola, dall’epoca fiorente del periodo matildico, ai travagliati anni della più recente emigrazione, che ha impoverito le terre appenniniche di giovane forza lavoro, col risultato di modificarne anche l’aspetto paesaggistico.

Al visitatore di passaggio, il borgo svela un volto inaspettato: le antiche case-torri, simbolo decadente di un passato illustre, si alternano a solide abitazioni in pietra arenaria, tipica componente del territorio immerso nella Val Dragone. Favorita da un’altitudine non eccessiva (500 metri sul livello del mare) e baciata dal sole, Vitriola ha sempre goduto di un clima mite, ideale per la coltivazione della vite e soprattutto del grano, tanto da farne un tempo una distesa biondeggiante e fiorentissima.

 Oggi i vigneti sono quasi del tutto scomparsi; i granai hanno lasciato spazio all’avanzamento delle aree boschive, con non pochi rischi per la sicurezza geo-morfologica del territorio; le aziende agricole, fino a pochi anni fa espressione della tenacia dei contadini della zona, stanno chiudendo una dopo l’altra. Eppure, con la stessa forza d’animo di un tempo, Vitriola sopravvive ai cambiamenti, ai flussi emigratori, all’attrattiva da sempre esercitata dalla pianura: ne sono un esempio la Casa della Carità, che quest’anno compie i cinquant’anni dalla fondazione, e il centro diurno Lupi Sociali, nato per accogliere i giovani disabili dei Comuni di Montefiorino, Frassinoro e Palagano.

 Ma il borgo vive soprattutto grazie alla tenacia dei vitriolesi, gente che, nonostante le difficoltà di un isolamento che costringe a lunghi itinerari per raggiungere il posto di lavoro o le scuole, non lascerebbe mai la sua terra d’origine. Nella memoria storica degli anziani risiede il ricordo delle tradizioni perdute – i rondelli e le abbuffate della Crepa, il rituale dell’antico matrimonio, i giochi improvvisati dai bambini tra le stradine delle borgate; nei racconti dei giovani c’è invece il desiderio di riportare il paese all’animosità del tempo in cui la Corte brulicava di tante attività commerciali, il capitano dell’A.S. Vitriola alzava la coppa del Trofeo della Montagna e le chiacchiere tra vicini animavano le borgate.

«Nel mio libro, edito da Incontri e preceduto da Storie di Boccassuolo, ho dato voce ai vitriolesi: i loro ricordi, i loro racconti tra guerra e semplice quotidianità, emigrazione e duro lavoro, sono gli assoluti protagonisti del mio lavoro, che vuole prima di tutto essere un invito a non smarrire, insieme al trascorrere degli anni e ai passaggi generazionali, l’identità di una popolazione che ha lottato con i denti, e tutt’oggi continua a farlo, per garantire un futuro ai propri figli».

La pubblicazione, impreziosita dalle fotografie di Margherita Meani e dalla prefazione del professor Sergio Teggi, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia e vitriolese di nascita, sarà presentata sabato 7 agosto alle 18 nella suggestiva cornice di Villa Anna Maria, presso il centro storico di Vitriola (via Pignone), alla presenza dell’autrice, con l’introduzione di Margherita Casolari e l’accompagnamento musicale di Matteo Albicini, Eugenio Baroni, Susanna Marescalchi e Fabio Guglielmi.