Guido De Maria, uno dei registi italiani più innovativi in termini di contenuti, linguaggio e utilizzo del mezzo televisivo, che ha trasposto per la prima volta nel mondo il fumetto in televisione creando un nuovo genere culturale di massa: il “Fumetto in TV”, verrà insignito il prossimo 1 agosto 2010 della cittadinanza onoraria di Lama Mocogno, comune dell’Appennino modenese che ha dato i natali al regista. Il consiglio comunale di Lama Mocogno, presieduto dal sindaco Luciana Serri, si riunirà in seduta speciale proprio per concedere il suo massimo riconoscimento a Guido De Maria, il primo che il prestigioso regista riceve nella terra modenese dove da anni vive e lavora.
Lama Mocogno dedica a questo suo cittadino onorario una serie di iniziative ed eventi intitolati “Giumbolando, un mestiere da ridere”, dal nome di un buffo personaggio inventato da Guido De Maria per la trasmissione “Supergulp!”. La cerimonia di consegna della cittadinanza è fissata alle ore 19 del 1 agosto con l’inaugurazione della mostra “Giumbolando!” allestita presso la Sala Consiliare del Comune dove verranno esposti disegni e tavole che ricostruiscono il lungo percorso artistico del regista dalle vignette ai Caroselli, da Supergulp agli spot. Seguirà una cena di beneficenza, cui parteciperanno “l’autore e i suoi amici” tra cui lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, il cartoonist Silver (Guido Silvestri), lo scultore Davide Scarabelli, il fotografo Franco Fontana e molti altri, presso i Treppi della Ruzzola, nell’ambito della Festa della Pubblica Assistenza, in ricordo di Rosanna Caroli, moglie di Guido De Maria, scomparsa di recente. Il clou della serata sarà l’incontro-performance con l’autore alle 21,15 presso il teatro all’aperto “La Rotonda”, una conversazione-spettacolo tra De Maria e il pubblico presente, che ripercorrerà oltre cinquant’anni di carriera tra proiezioni di filmati e aneddoti. La mostra rimarrà aperta presso la Sala Consiliare del Comune di Lama Mocogno dall’1 al 22 Agosto 2010 nei giorni di giovedì e sabato, dalle 10,00 alle 12,00, e la domenica dalle 17,00 alle 19,00.
L’opera di Guido De Maria.
L’opera di De Maria si iscrive nel contesto dei generi della cultura mass-mediologica e segna una delle grandi trasformazioni della società italiana di cui fu artefice il mezzo televisivo. Il passaggio da un sistema di generi, quali l’educazione e l’intrattenimento, e generazioni, in primis adulti e bambini, nettamente separati, a un modello dove la contiguità e il sincretismo creano spazi innovativi a livello televisivo e innescano processi di profondo cambiamento della società. Nata in un momento economico-politico difficile e di rottura, i primi anni ’70, da un’intuizione di Giancarlo Governi, allora responsabile dei Programmi Speciali della RAI, “Gulp! I fumetti in TV” è uno spazio serale di intrattenimento per adulti e bambini. Complice l’arte del fumetto, in Italia avvertito come un linguaggio semplice, con storie multilivello, piene di citazioni culturali, la trasmissione riesce catalizzare l’attenzione di diversi pubblici televisivi: famiglie, ragazzi, adolescenti, intellettuali riuscendo a divertire e nello stesso tempo catturare i palati più esigenti. Un mix davvero invidiabile se confrontato con la scadente marmellata televisiva che oggi ci viene quotidianamente scodellata. Certo il contesto di regole e valori è ancora largamente condiviso e il terzetto Nick Carter, Patsy e Ten bene lo interpreta. Tuttavia nuove culture o controculture si affacciano sulla scena sociale; ne sono un esempio le Sturmtruppen del maestro Bonvi, e, in maniera ancora più controcorrente, le visioni liriche di Hugo Pratt, il cui eroe Corto Maltese scardina le certezze piccolo-borghesi con la forza di un sogno che è insieme sete di futuro e nuovo “grande racconto”; inedita, ma profonda, visione della storia. Poi la storie di eroi quotidiani, un po’ sgangherati: Lupo Alberto e il Gruppo TNT, oppure gli affreschi del grande Jacovitti dove la rappresentazione di vizi e virtù italiane si intrecciano senza soluzione di continuità. E poi il Tex di Bonelli con un’interpretazione etica della “frontiera” che separa buoni e cattivi, bene e male, in modo trasversale superando le trite contrapposizioni tra cowboy e pellerossa, bianchi e indiani con largo anticipo rispetto al cinema.
Dietro la trasmissione cult “Supergulp!”, a supervisionare storie e contenuti, musiche e battute, le scelte di un regista, Guido De Maria che alla sensibilità verso il mezzo televisivo abbina una grande competenza sui contenuti, la mitica scuola modenese di cartoonist, e la capacità di identificare le parole d’ordine che il pubblico (e che pubblico: milioni di telespettatori con l’83% di indice di gradimento) può riconoscere e fare proprie.
La sua intuizione non è casuale ma interpreta e rinnova un percorso artistico-culturale tipico di quegli anni e nello stesso tempo esclusivo. Alle spalle c’erano tutte le premesse per la successiva rivoluzione televisiva: una lunga carriera di vignettista, in testate mitiche, come “Epoca” diretta da Enzo Biagi e “Candido” fondato da Giovannino Guareschi, poi di regista di spot televisivi nell’indimenticabile Carosello, che gli hanno permesso di affinare le capacità di elaborare script per short stories piacevoli e ironiche, molto efficaci. Le sue storie funzionano sempre e arrivano al cuore del grande pubblico.
Da “Ottima direi è cera Grey”, con “I Brutos” e Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, al “Ma porta pasiensa” di Salomone, pirata pacioccone per l’Amarena Fabbri; da “Ebbene sì maledetto Carter” a “I piatti-ti-ti li vuol lavare lui” della Nelsen, alla “camicia coi baffi” della Frarica con Maurizio Costanzo, per arrivare al più recente “Loacker che bontà” con i nanetti che vengono giù dai monti, la sua arte narrativa è una sintesi originale tra l’ironia critica di Dario Fo e il sorriso sornione e accattivante di Giovannino Guareschi. Molti gli influssi che arricchiscono la sua arte: il cabaret con le sue soluzioni catartiche, il mimo dalla gestualità esplosiva, la parodia del vignettista, l’uso goliardico della musica popolare, lo sberleffo del clown che fa da contrappunto alla volgarità dei tempi.
Guido De Maria e Lama Mocogno.
Guido De Maria conserva alcuni tratti del mondo felice dove è nato e ha vissuto gli anni dell’infanzia: il pudore dei propri sentimenti, la ritrosia all’autocelebrazione, la sincerità degli affetti e il rigore professionale. “Come in Quarto potere qui c’era la mia “rosebud”, – ricorda Guido De Maria – una piccola fonte presso la curva del bosco non lontano dalla linea di scontro fra bande di ragazzi, i ragazzi di Lama di Sopra e quelli di Lama Bassa. La Lama di quegli anni contrapponeva l’innocua Via Pal dei bambini alla guerra vera dei grandi. Eppure tutti possono regalarti qualcosa: la mia madeleine è una piccola mela cotta con un niente di zucchero sopra, la cosa più buona che io ancora ricordo. Mi venne offerta nella casa della famiglia più povera del paese. Da questo piccolo paese forse mi viene in parte la capacità di trasfigurare il quotidiano con il paradosso, un sorriso o una gentilezza che ti resta dentro e affiora con la forza di un ricordo, qualcosa che hai e insieme che hai perduto.”
BIOGRAFIA DI GUIDO DE MARIA
Disegnatore umoristico, soggettista, sceneggiatore e regista, è nato a Lama Mocogno di Modena il 20 Dicembre del 1932. Trasferitosi a Bologna, nel ’56 abbandona gli studi universitari per dedicarsi al disegno umoristico e le sue vignette vengono pubblicate su tutti i più importanti quotidiani e settimanali italiani, tra cui “Epoca” diretto da Enzo Biagi e “Candido” fondato da Giovannino Guareschi.
Nel 1960 passa alla pubblicità e con la casa di produzione Vimder Film, di cui è uno dei soci, realizza centinaia di caroselli dal vero e a cartoni animati dando vita a numerosi personaggi tra i quali “Salomone, il pirata pacioccone” per l’Amarena Fabbri e le serie dei “Brutos” e di “Franco e Ciccio” per Cera Grey. Nel contempo De Maria si dedica al cabaret, che considera come un hobby, con il gruppo degli “Archibusti”, insieme a Francesco Guccini, Beppe Bellecca, Mauro Mattioli, Franco La Polla e Annarita Torsello.
Nel 1968 partecipa alla realizzazione del film “Flashback” diretto da Raffaele Andreassi. Nel ’69 si trasferisce a Modena dove collabora con lo studio Bignardi. Nel 1971 fonda la Playvision e si dedica ai fumetti creando, assieme all’amico Bonvi (Franco Bonvicini), il personaggio Nick Carter per il programma “Gulp, i fumetti in TV” che De Maria produce e dirige per la RAI – Radiotelevisione Italiana.
Dal ’72 al ’81, ha prodotto 25 filmati con Nick Carter, alcuni special su celebri autori di fumetti: Bonvi, Hugo Pratt, Stan Lee, ecc. e diversi cortometraggi a “fumetti in TV” di personaggi famosi. Nel 1975 è direttore della fotografia del film “Decadenza” diretto da Antonio Maria Magro.
Dal 1977 al 1981, insieme a Giancarlo Governi, firma la trasmissione “Supergulp! i fumetti in TV”, grazie alla quale nel 1978 gli viene assegnato il premio per la regia televisiva nel settore TV dei ragazzi. Sempre per Supergulp, insieme al musicista Franco Godi, ha composto le sigle della trasmissione. Nel 1979 il 45 giri di “Giumbolo”, sigla finale che canta l’omonimo personaggio azzurro creato da De Maria per Supergulp, vende oltre 100.000 copie.
Continua contemporaneamente a lavorare su molti spot pubblicitari, tra cui ricordiamo “Nelsen Piatti” e la “Camicia coi baffi” con Maurizio Costanzo per Frarica. Nel 1989 assieme a Beppe Bellecca e Piero Murgia firma la sceneggiatura di “Quattro buoni motivi”. Nel 1991 produce sempre per la RAI-TV il programma in 25 puntate “E’ l’ultimo chiuda la porta!” dedicato ai nuovi comici. Nel 1992 approda alla direzione del settimanale “Comix”, il giornale dei fumetti, per l’editore Franco Cosimo Panini, incarico che ricopre fino al ‘96.
Da fine anni ’90 a tutt’oggi prosegue la sua attività di regista pubblicitario e producer per la casa di produzione Diaviva tra Reggio Emilia e Milano, continuando a realizzare numerosi spot tra cui quelli con i nanetti della Loacker.
Nel 2001 con Claudio Varetto cura il sito www.nickcarter.it che riporta alla ribalta il detective creato insieme a Bonvi. Da lì partono diverse iniziative di recupero del personaggio e di “Supergulp”: a gennaio 2003 la prima tappa a Modena della mostra itinerante “Gulp! Supergulp!”, curata insieme a Vito Lo Russo; a ottobre 2003 l’uscita del cofanetto libro + VHS “Ebbene sì maledetto Carter! – Antologia di Supergulp!” per Salani Editore, ripubblicato nel 2007 con DVD, che vende quasi 50.000 copie; nel 2005 il volume “Nick Carter”, pubblicato nei “Classici del Fumetto” del quotidiano Repubblica, supera le 100.000 copie vendute; a fine 2008 esce il cofanetto “Nick Carter” (libro + DVD) per Magazzini Salani; nel 2009 esce in edicola la collezione di 16 DVD di “Supergulp!” insieme alla Gazzetta dello Sport che raggiunge le 500.000 copie; nel marzo 2010 un altro volume dedicato a Nick Carter all’interno della collana sui 100 anni del fumetto italiano in edicola con il Corriere della Sera.