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Le Associazioni di categoria modenesi: puntare in modo decisivo verso un’evoluzione qualitativa della rete commerciale esistente

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“Si avvii, come concordato pochi giorni fa con l’Assessore Pini, il confronto con le Associazioni di categoria per il varo del nuovo Piano del Commercio, sulla base sia di una approfondita analisi condotta nelle sedi proprie, sia partendo dalle affermazioni fatte dall’Assessore provinciale alle Politiche economiche Daniela Sirotti Mattioli che in riferimento all’aggiornamento del POIC ha dichiarato che la realtà commerciale provinciale è consistente e articolata e che le dinamiche degli ultimi anni testimoniano la tenuta del piccolo commercio”.

“Ciò, unito ai cambiamenti dei consumi, accelerati dalla crisi, deve portare a scelte di sviluppo non più quantitative, ma qualitative”. E’ quanto affermano Rita Cavalieri, Amedeo Faenza, Massimo Silingardi e Umberto Venturi, Presidenti rispettivamente di Licom l’associazione dei commercianti di Lapam, Confcommercio, Confesercenti Modena e CNA.Com.

Per le Associazioni imprenditoriali la discussione sul nuovo Piano del Commercio dovrà partire dai seguenti presupposti: congelamento di nuove grandi superfici, riqualificazione dell’esistente, sostegno e valorizzazione del commercio di prossimità.

“E’ dunque con una certa sorpresa che apprendiamo dai giornali – sottolineano i rappresentanti delle Associazioni del Commercio l’affermazione attribuita all’Assessore Pini di aumentare la superficie dei supermercati e, prima ancora del merito della proposta, stupisce il metodo adottato, che Confcommercio, Licom, Confesercenti e CNA Modena non condividono: la discussione sul nuovo Piano Commerciale deve svolgersi sulla base di una approfondita analisi e del conseguente confronto con le Associazioni di categoria condotto nelle sedi proprie”.

“Crediamo – puntualizzano Cavalieri, Faenza, Silingardi e Venturi – che una materia delicata come quella della nuova programmazione commerciale in città, meriti un approccio analitico sulla configurazione della rete distributiva esistente, capace di porne in evidenza gli elementi di criticità, così come quelli di prospettiva per poi conseguentemente mettere in campo ogni azione utile a sostenere la crescita qualitativa del piccolo commercio, più che tendere incremento delle superfici esistenti”.

“Appare inoltre utile considerare – puntualizzano i quattro Presidenti – che la crisi, ha pesantemente inciso sul commercio e sta tutt’ora sortendo effetti negativi: ciò si legge con chiarezza sia attraverso la contrazione del volume dei ricavi – tra 5% e il 20% negli ultimi due anni – sia nella dinamica del saldo di apertura e chiusura delle imprese che vendono beni e servizi commercializzabili: il commercio al dettaglio, nella nostra provincia, nel solo 2009, ha registrato una contrazione addirittura di circa 300 aziende!”.

“Confesercenti, Confcommercio, Licom e CNA – concludono Silingardi Faenza Cavalieri e Venturi – alla luce del momento economico attuale e ragionando sul presupposto che il piccolo commercio, prima ancora che un settore produttivo, è una “infrastruttura sociale” indispensabile, suggerirà all’Amministrazione Comunale di puntare decisamente ad obiettivi di consolidamento, riqualificazione e migliore valorizzazione, in centro così come in periferia, della rete dei piccoli esercizi commerciali: i soli, capaci di garantire alla città ed ai suoi quartieri identità, sicurezza, presidio del territorio e beni e servizi di qualità”.