Nemmeno i saldi invertono la tendenza, questo il verdetto dopo il secondo week end di saldi estivi. Vendite in calo nelle prime due settimane rispetto allo scorso anno. Un inizio che conferma la tendenza già registrata nel 2009 e, seppur prevista a causa del drastico calo dei consumi, non può che essere accolta con preoccupazione dai commercianti. Da quanto emerge dall’indagine condotta da Confesercenti Modena sull’andamento dei primi 15 giorni di saldi in più di 50 esercizi commerciali della provincia, nel periodo compreso dal 3 al 17 luglio, ben il 64% degli intervistati ha registrato un andamento negativo e solo il 36% ha riscontrato invece un andamento stazionario o in leggero aumento rispetto ai saldi estivi dell’anno precedente.
La flessione maggiore in questi primi giorni ha interessato l’abbigliamento, che ha registrato una contrazione delle vendite del -18% rispetto ai saldi estivi del 2009; in calo anche gli accessori e le calzature, rispettivamente -12% e -15%, mentre l’intimo, unico settore in controtendenza, con un +2,5%. Con riferimento poi all’entità degli sconti applicati emerge che nella maggior parte dei casi, il 72%, la riduzione media dei prezzi oscilla tra il 30% e il 40%.
Nonostante la partenza in sordina, la stragrande maggioranza degli operatori intervistati, oltre il 90%, continua a vedere nei saldi un’ottima occasione per la propria attività. “Proprio perché rappresentano una risorsa importante -rileva Isabella Sabadini presidente di Fismo Confesercenti- dovrebbero essere accompagnati da una più puntuale disciplina, che porti all’individuazione di una data posticipata rispetto all’attuale, più vicina alla reale “fine stagione”. Maggiore attenzione e una specifica regolamentazione viene chiesta alla Regione Emilia-Romagna soprattutto per quanto riguarda le vendite promozionali prima dei saldi: il 95% degli intervistati si lamenta infatti per questa mancanza. Una ulteriore regolamentazione è necessaria, secondo Fismo Confesercenti, per disciplinare l’attività degli outlet: importante poi, soprattutto in questo periodo di crisi, rivedere la parte fiscale che riguarda le rimanenze di magazzino, che incidono in modo fortemente negativo sui bilanci delle aziende del settore moda.
Una partenza dunque accompagnata da molte ombre, che confermano una tendenza in atto da mesi: la crisi economica ha rallentato i consumi generando un clima di attesa nei consumatori che si trovano costretti a bilanciare il desiderio di cogliere le opportunità offerte dai saldi con una ridotta liquidità o il pensiero di dover risparmiare a fronte di un futuro che rimane ancora incerto. “Il significativo sconto applicato sin dall’inizio dell’operazione saldi –prosegue Isabella Sabadini– è il chiaro indice di una volontà degli operatori di andare incontro alle esigenze dei consumatori, preoccupati non solo dagli effetti reali della recessione e colpiti nella fiducia verso un Paese che fatica a dare certezze per il futuro. Come si temeva, ad oggi i primi due fine settimana di saldi non sono riusciti a ridare ossigeno a settori che appaiono tra i più colpiti dalla congiuntura economica negativa”.