Si intitola non a caso “Bertocchi ritorna a Monzuno” la mostra che l’Amministrazione Comunale di Monzuno dedica all’artista in collaborazione con Ascom, EmilBanca, Borghi Fine Art, il Circolo Artistico Ilario Rossi, la Banca del Tempo di Monzuno e la Pro Loco di Monzuno.
L’Ascom ha aderito a questa iniziativa – rileva il Presidente Enrico Postacchini – in quanto questo evento, che vuole mettere assieme le eccellenze del territorio e dell’arte, contraddistinta da artisti indimenticabili come Nino Bertocchi, ribadisce inevitabilmente il profondo legame con l’ambiente e soprattutto con il tessuto sociale ed economico di cui i commercianti sono tra i principali artefici.
Nino Bertocchi, infatti, visse tra le colline monzunesi alcune delle stagioni più feconde della sua vita di artista e intellettuale, ma nonostante ciò non gli era stata finora dedicata un’iniziativa di questo genere in quella che fu a lungo la sua residenza.
Nato a San Lazzaro di Savena nel 1900, laureato in ingegneria, si dedicò da autodidatta alla pittura, fu scrittore e critico d’arte (a lui si deve la scoperta del talento di Giacomo Manzù), nonché insegnante di scenografia all’Accademia della Belle Arti di Bologna. Morì nel 1956 lasciando circa 150 dipinti, i sopravvissuti al “massacro”, la distruzione cui erano condannate dall’autore stesso le opere che, a suo giudizio, “non reggevano”.
La sua arte risentì dell’influenza di Paul Cézanne, specie nella visione monumentale del paesaggio e nel rispetto della sacralità della pittura che volle sempre difendere dalle sperimentazioni moderniste. Amò particolarmente gli scenari, i paesaggi e i colori della primavera dell’Appennino bolognese, le cime di Monte Adone e di Montevenere, le vallate, i filari di alberi, le terre scoscese: il suo legame con Monzuno è testimoniato dalla sua presenza all’Ospitale, un antico ospizio per pellegrini poi divenuto abitazione privata che prendeva in affitto e abitava durante alcuni periodi dell’anno.
Si può senz’altro affermare che è grazie a lui che si è creato quel rapporto duraturo che lega Monzuno alle arti figurative, e che porterà a partire dalla seconda metà del ventesimo secolo al fiorire di una vera e propria scuola monzunese, fatta di artisti nati a Monzuno o che l’hanno eletta come residenza.
Questo evento si propone non solo di riconoscere tali meriti al maestro, ma anche di rappresentare la prima tappa di un percorso che porterà alla creazione di una esposizione permanente dedicata a Nino Bertocchi e a Lea Colliva in una sala messa a disposizione da Emilbanca a Monzuno.
La mostra è organizzata e curata dalla Fondazione “Archivio Bertocchi-Colliva”, fondazione costituita nel 1991 con testamento di Renata Colliva, vedova Bertocchi, al fine di valorizzare l’attività artistica di Nino Bertocchi e Lea Colliva.
La mostra sarà inaugurata presso la Sala mostre della Biblioteca Comunale di Monzuno, in via Casaglia 1, il 23 luglio 2010 alle ore 19 e sarà aperta fino al 29 agosto nei seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, il sabato dalle 10 alle 12 e dalle 20 alle 22,30, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17.30 alle 19. L’ingresso è gratuito.