A fine luglio scadono le agevolazioni previdenziali per il settore agricolo e nulla fa pensare che il governo abbia intenzione di prorogarle.
“Sarebbe l’ennesimo colpo per le imprese agricole, in particolare per quelle che operano nel nostro Appennino”, commenta l’on. Ivano Miglioli del Pd, “dopo la riduzione del 50 per cento dei contributi per i comuni e le comunità montane e il mancato rifinanziamento dei contributi per l’uso di gpl e gas metano nelle aree di montagna economicamente svantaggiate”.
Da diversi anni, in ottemperanza a normative comunitarie, sono previsti sgravi per i contributi Inps e Inail a favore dei lavoratori agricoli che operano in montagna. L’obiettivo è quello di sostenere il settore agricolo e prodotti di qualità come il parmigiano reggiano che rivestono un’importanza decisiva per le aree “svantaggiate” del Paese.
Ad esempio, per un lavoratore con uno stipendio di 1650 euro lordi le agevolazioni sui contributi Inps e Inail comportano una riduzione degli oneri del 70 per cento, da 360 a 136 euro, il che influisce sul costo del lavoro per circa il 20 per cento.
Per sapere quali siano le reali intenzioni del governo l’on. Miglioli ha presentato in commissione lavoro un’interrogazione al ministro Sacconi. “Il dispositivo previsto dall’ultima legge finanziaria scade a fine luglio – spiega il parlamentare del Pd – ma per ora dall’esecutivo non arrivano segnali positivi. Chiedo quindi al ministro Sacconi per quale ragione il governo non abbia ancora previsto la proroga di agevolazioni che per il mondo agricolo sarebbero una vera boccata d’ossigeno”.