La seduta del Consiglio comunale a Carpi di giovedì 29 giugno ha visto la presentazione da parte della consigliera del PdL Giuseppina Baggio di una interrogazione con la quale, dopo il caso di legionellosi purtroppo mortale verificatosi nei giorni scorsi all’ospedale cittadino e che ha provocato legittime preoccupazioni in pazienti ed operatori della struttura, chiedeva lumi all’amministrazione comunale sugli interventi di bonifica previsti nel nosocomio, per evitare possibili contagi: inoltre Baggio domandava se l’ente locale fosse stato informato da AUsl e istituzioni sanitarie sulle cause di questi contagi.
La risposta al quesito della consigliera Baggio è arrivata dal Direttore Generale dell’Azienda Usl provinciale Giuseppe Caroli, tramite una lettera che ha letto in aula l’assessore comunale alle Politiche sociali e sanitarie Alberto Bellelli, non prima che quest’ultimo abbia precisato di avere subito domandato notizie su quanto avvenuto il 26 maggio scorso alle autorità sanitarie. Dopo aver spiegato che le Legionelle sono ampiamente diffuse in natura e che possono colonizzare ambienti artificiali quali le reti idriche degli ospedali “tanto che ciò rende impossibile il perseguimento della eradicazione della stessa in grandi strutture” Caroli ha ricordato poi “che tra il 2006 e il 2008 l’intera rete idrica del Ramazzini è stata oggetto di parziale rinnovamento e riqualificazione mentre nella seconda metà del 2009 è entrato definitivamente in esercizio un impianto di sanitizzazione in continuo con perossido di idrogeno e ioni d’argento, mentre l’acqua calda sanitaria di norma viene mantenuta costantemente al di sopra dei 50 gradi”. “A seguito della segnalazione del caso di legionellosi il 26 maggio abbiamo avviato l’intervento di bonifica del circuito dell’acqua calda ed è stata avviata anche una indagine epidemiologica per approfondire le eventuali cause del contagio e ciò ha permesso di evidenziare la sostanziale corretta applicazione delle norme finalizzate a contrastare la trasmissione delle infezioni ospedaliere. E’stata effettuata la sorveglianza attiva dei pazienti che nel corso del ricovero hanno condiviso gli stessi locali in cui ha soggiornato la vittima dell’infezione ma ad oggi nessuno di loro ha manifestato sintomatologia correlata a legionellosi. Non è a tutt’oggi accertabile con assoluta certezza – ha concluso – la modalità del contagio”.
“Abbiamo comunque chiesto alla direzione dell’ospedale – ha chiosato Bellelli – di non abbassare la guardia su questo tema”. La consigliera Baggio in sede di replica si è detta soddisfatta della risposta abbastanza esauriente dell’assessore, di cui ha condiviso la richiesta alle autorità sanitarie di non diminuire la sorveglianza su questi fatti. “Mi rallegro degli interventi fatti in passato e chiedo di tenere presente che tubature datate e ambienti vecchi possono essere ricettacolo di queste malattie”.