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Nell’ultimo Consiglio comunale carpigiano discusse interrogazioni su riscossione Cosap e controlli su feste

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Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 3 giugno sono state discusse due interrogazioni. Il capogruppo Pdl Roberto Andreoli ha domandato in primis all’amministrazione lumi sulla Cosap (canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche), pagato nel 2009 da 10382 cittadini per un totale di 611.522 euro. “Atcm è incaricata dal 2002 di questa riscossione – ha spiegato Andreoli – e percepisce il 5% degli introiti. Sul bollettino è riportato che questo canone dovrà esser pagato esclusivamente presso gli uffici postali e che il costo del suo invio postale è di 0.60 euro. Ma è veramente 0.60 euro la spesa sostenuta da Atcm per questa operazione? E perché se il contratto prevede altre forme di pagamento imporre questo esclusivamente presso gli uffici postali? Infine alla scadenza di quest’anno del contratto che intende fare l’amministrazione?”.

L’assessore al Bilancio Cinzia Caruso ha letto in risposta all’interrogazione di Andreoli una lettera firmata dal Presidente di Atcm Pietro Odorici nella quale l’azienda precisava come “il costo di 0.60 euro è stato regolarmente sostenuto e che questa imposta può essere pagata negli uffici postali che sono dotati di strumentazione idonea all’accettazione di Bancomat e carte di credito, oppure per mezzo di bonifico bancario, anche se il bollettino di conto corrente postale è preferibile”.

In risposta all’ultima domanda di Andreoli l’assessore Caruso ha poi spiegato che si sta predisponendo un capitolato con gli enti locali interessati (Comune di Modena, Unione Terre d’argine e Unione Area nord) per indire una gara pubblica congiunta per l’assegnazione del servizio. Andreoli ha in sede di replica stigmatizzato il fatto che i bollettini non riportino il fatto che si possa pagare la Cosap anche con altri mezzi oltre al conto corrente postale e sottolineato il fatto che per l’invio in appalto di questi si possano scegliere in futuro servizi meno costosi.

Argio Alboresi, capogruppo della Lega nord Padania, ha poi letto il testo di un’interrogazione nella quale chiedeva come il Comune intenda muoversi per gestire la situazione che vede le varie associazioni religiose islamiche richiedere locali uso preghiera “e dove supponiamo partecipino ai riti anche persone clandestine”.

L’assessore al Patrimonio pubblico Carmelo Alberto D’Addese ha risposto che nel territorio comunale non esistono edifici destinati all’attività di culto islamico, ma sono presenti sedi di centri culturali oggetto di verifiche ricorrenti da parte dell’Ufficio tecnico, affinché vengano rispettate le normative su prevenzione incendi e sicurezza.

“Le forze dell’ordine poi eseguono costantemente controlli finalizzati a legittimità e rispetto delle regole: l’amministrazione – ha detto – anche per il futuro intende garantire il rispetto delle destinazioni d’uso degli edifici, l’applicazione delle normative statali e regionali oltre che dello Statuto comunale. Anche per il futuro la Polizia municipale in collaborazione con le forze dell’ordine continuerà ad effettuare i controlli sulla eventuale presenza di clandestini non solo nei centri di aggregazione ma anche in abitazioni, attività commerciali e produttive”. Alboresi ha preso atto della risposta di D’Addese, auspicando che quanto da esso affermato si verifichi.