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Trasporto pubblico Modena: Amministratore unico per Amo

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L’Agenzia modenese per la mobilità sarà guidata da un amministratore unico e non più da un consiglio di amministrazione, che attualmente è composto da tre persone. E’ la principale modifica allo statuto di Amo, adeguandolo alla nuova normativa regionale, già approvata dal Consiglio provinciale mercoledì 26 maggio e in questi giorni all’esame di tutti i Consigli comunali. Insieme alle modifiche allo statuto (favorevoli Pd e Idv, voto contrario di Pdl, Lega nord e Udc) è stata approvata anche la proroga dell’accordo di funzione e della convenzione tra gli enti locali modenesi, con le quali si definiscono le attività affidate all’agenzia, e un documento di indirizzo per la mobilità e il trasporto pubblico locale perché, ha spiegato l’assessore alla Mobilità Stefano Vaccari introducendo il tema, «affrontare questi temi significa programmare lo sviluppo del territorio».

Le priorità indicate nel documento riguardano il modello di agenzia, il ruolo di Amo come «strumento di gestione associata di funzioni» e il suo bacino di riferimento, che oggi coincide con il territorio provinciale ma non si esclude la possibilità di individuare un bacino ottimale più ampio «in relazione ai processi in corso di approfondimento sulle aggregazioni tra le aziende gestori del servizio», come sta avvenendo con Reggio Emilia. Sempre tra le priorità sono indicate la gestione delle tariffe e il ruolo di Atcm che, dopo l’ingresso del partner privato, ha come obiettivo del triennio l’equilibrio di bilancio senza riduzione dell’offerta di servizi. «Servono un rapporto buono e stabile con le organizzazioni sindacali – ha sottolineato Vaccari – e approfondimenti sul servizio extraurbano, dopo la regolarizzazione raggiunta sul servizio urbano di Modena, per ritrovare una dimensione di qualità ed efficienza, oltre che di economicità».

In vista della definizione del nuovo Accordo di programma con la Regione per il periodo 2011-2014, inoltre, il documento indica la necessità di utilizzare criteri federalisti sia per i trasferimenti delle risorse statali che regionali abbandonando il criterio della spesa storica: «Insomma, nonostante i ritocchi accordati negli ultimi anni serve un riequilibrio delle risorse per il nostro territorio» ha affermato Vaccari ricordando la necessità di realizzare nuove infrastrutture e i progetti di sistemi innovativi di trasporto pubblico (dalla metrofilovia di Modena al metrobus Carpi-Reggio).

Per il capogruppo del Pd Luca Gozzoli il trasporto pubblico locale «che dovrebbe essere incentivato sarà invece sicuramente penalizzato dal Governo che non ha una politica per la mobilità pubblica e non fornisce le risorse adeguate». Rilevando che la delibera mescola temi completamente diversi tra loro, «da discutere separatamente», Dante Mazzi, capogruppo del Pdl, ha sostenuto che «sarebbe invece stato opportuno partire da un’analisi del bilancio per capire cosa vi ha impedito di realizzare finora quanto avevate già promesso e che oggi tornate a promettere».

«Sembra di sognare» ha commentato Fabio Vicenzi (Udc): «Qui si parla di liberalizzazione ed efficienza ma la realtà è completamente diversa. Non è stata fatta una liberalizzazione ma una privatizzazione di monopolio non trasparente, tanto che i soci di Amo continuano a essere gli stessi di Atcm». Per Serena Bergamini (Pd) invece il documento di indirizzo «ribadisce l’importanza di un progetto sovraterritoriale che però risponde alle esigenze del territorio» e anche per Ivano Mantovani (Pd) è «buono il metodo di partire dall’osservazione delle criticità per valutare l’evoluzione necessaria».