Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 8 aprile sono stati discussi tre ordini del giorno sul tema acqua e servizio idrico.
Lorenzo Paluan (Lista civica Carpi a 5stelle-Beppegrillo.it-Prc) ne ha presentato uno che chiedeva che venisse dichiarato il servizio idrico come “privo di rilevanza economica” e dove si domandava pure che il Consiglio confermasse il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio, impegnando altresì la Giunta a promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione sul risparmio idrico, ad informare la cittadinanza sulla qualità dell’acqua e a proporre all’Ato di Modena di destinare un centesimo per ogni metro cubo di acqua consumata ad interventi di cooperazione internazionale, sollecitando al contempo la Regione a presentare ricordo di costituzionalità contro il Decreto legge 135/2009 a tutela dell’autonomia degli enti locali (questo pone limiti alle aziende pubbliche o pubbliche\private, definendo quote obbligatorie di azionariato che debbono essere rispettate se si vogliono continuare a gestire i servizi a naturale scadenza delle assegnazioni dirette pena cessazione della concessione e messa a gara del servizio: ad esempio il minimo del 40% di presenza di soci privati per le aziende miste o per le medesime aziende quotate in Borsa la presenza di soci privati per una percentuale non inferiore al 70%, ndr.).
A seguire Stefania Gasparini (Pd) ha presentato un documento da lei firmato sullo stesso tema, nel quale si esprimeva disappunto e preoccupazione “per la limitata autonomia che si lascia con questa legge ai soci, ed in particolare ai Comuni, di poter decidere ed operare responsabilmente in piena autonomia per compiere quelle scelte necessarie per rendere le proprie aziende più efficienti ed efficaci nel dare servizi all’altezza delle domande e dei bisogni dei cittadini; per la mancanza di una reale politica dell’acqua che oltre a sancire il principio di liberalizzazione dei servizi pubblici locali tuteli contemporaneamente il cittadino consumatore attraverso politiche tariffarie adeguate e attraverso un obbligo dell’adeguamento delle reti che abbia come primo obiettivo il risparmio della risorsa; per il conflitto di competenze che si è aperto con le Regioni, alle quali spettano compiti di regolazione e governo dei servizi pubblici”. L’ordine del giorno chiedeva infine che la Giunta operasse tutte quelle scelte che permettano di garantire servizi moderni, economici, efficaci ed efficienti nella raccolta e smaltimento dei rifiuti, nella gestione del ciclo idrico integrato e nella gestione del gas; adeguando Aimag ad operare con scelte imprenditoriali che mirino al suo rafforzamento e radicamento, posizionandola in modo da poter partecipare e vincere le future gare di gestione di questi servizi; mantenendo la proprietà pubblica sia dei pozzi di prelevamento dell’acqua sia delle reti di distribuzione, garantendo in questo modo che l’acqua rimanga a tutti gli effetti un bene pubblico; sostenendo la eventuale scelta della Giunta regionale di ricorrere alla Corte costituzionale per verificare la legittimità del Decreto legge 135\2009”.
La stessa Gasparini ha poi presentato un secondo ordine del giorno da lei firmato (“perché non abbiamo trovato con Paluan un accordo sulla definizione del servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica”, ha chiosato) e nel quale si chiedeva che il Consiglio comunale si pronunciasse “difendendo il principio dell’acqua come bene pubblico, privo di rilevanza economica, ribadendo che le reti e i pozzi di prelevamento rimangono di proprietà pubblica, così come va tutelata l’accessibilità alla risorsa idrica per tutti, con forte controllo pubblico sulle reti e l’organizzazione del servizio e la più moderna gestione industriale, garantendo al contempo forti investimenti sulle reti, rafforzando gli aspetti sociali della tariffa, introducendo il diritto al minimo vitale per chi non è in grado di pagare e sistemi di regolazione e controllo delle gestioni istituendo autorità regionali. Il Consiglio poi impegni la Giunta a promuovere una campagna di sensibilizzazione per l’uso razionale dell’acqua pubblica e di monitoraggio sulla qualità della stessa, sollecitando Ato a promuovere forme di collaborazione con la cooperazione internazionale”.
Aprendo il dibattito la consigliera Maria Grazia Lugli ha accennato al fatto che a Carpi l’acqua costa 1,4 euro per ogni mille litri erogati e smaltiti e sottolineando l’importanza di iniziative informative rivolte a famiglie e studenti e di sensibilizzazione all’uso della risorsa pubblica, come già fatto in alcuni centri della Romagna. Paolo Zironi (Pd) ha esordito ricordando come le varie deroghe previste nel provvedimento in discussione in Parlamento sul tema comporteranno il fatto che ciascun ente deciderà in pratica in maniera autonoma sul servizio idrico integrato, diffondendosi poi sulla gestione industriale dell’acqua, sui costi per i cittadini e sul concetto di bene pubblico privo di rilevanza economica. Argio Alboresi (capogruppo della Lega Nord Padania) ha spiegato di ritenere “un gravissimo affronto per ogni individuo rendere fonte di lucro e commercio un bene assolutamente indispensabile che deve rimanere per tutti un bene pubblico e come tale gestito. La Lega Nord ritiene che nel tempo (avendo la rete idrica bisogno di continui e importanti investimenti per rendere il servizio efficiente) sia la gestione pubblica la più indicata agli adeguamenti ed ai controlli occorrenti, per i bisogni di acqua all’intero sistema, odierno e futuro”.
Giliola Pivetti (capogruppo di Alleanza per Carpi) ha spiegato che una volta prese certe decisioni difficilmente sono reversibili, dalla privatizzazione alla cessione di quote di Aimag ai privati. “Da quando Hera ha acquisito azioni di Aimag si notano le differenze e aumenta il malcontento. Altrove l’efficienza del servizio idrico è a rischio con una gestione di tipo aziendale, che porta anche aumento di costi per l’utente; va mantenuto il controllo pubblico”. Maria Viola Baisi (Pd) ha invece invitato a superare le visioni ideologiche per le quali il privato è meglio del pubblico o viceversa le gestioni in house sono le migliori. “La rete in Italia è un colabrodo e con il Decreto Ronchi la gestione dell’acqua rimane un regime di monopolio: ci vuole informazione, efficacia e trasparenza del servizio grazie al controllo di un regolatore, che se non sarà più l’Ato dovrà essere un’Agenzia nella quale siedano i Sindaci, per mantenere il legame tra comunità e bene acqua”.
L’assessore comunale all’Ambiente Simone Tosi ha allora preso la parola per ribadire che l’acqua è pubblica per una legge dello Stato e tale deve rimanere, e che bisogna dire no al centralismo di chi decide a Roma le scelte che si devono compiere localmente. “E’giusto considerare il servizio idrico come servizio industriale: Ato4 ha fatto investimenti per 120 milioni di euro pagati dalla tariffa, 7 dei quali per il bacino Aimag, la metà di questi per il prossimo triennio su Carpi. La gestione del servizio idrica non è come la mensa scolastica o le politiche sociali, facendola in economia bloccheremmo tutti gli investimenti dell’ente locale…Ricordo che per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti grazie alle gare abbiamo un servizio più efficace ed efficiente e a costi giusti. Non esiste un automatismo tra S.p.a. o in house e tariffe più o meno alte. La Lega Nord poi non è coerente e gioca due parti in commedia, perchè a Roma vota convintamente la conversione in legge del Decreto Ronchi, e a Carpi si dichiara contro”. Lorenzo Paluan ha spiegato poi come il suo odg non sia ideologico: “vogliamo sfilare il servizio idrico integrato dal Decreto Ronchi, che scioglie gli Ato e ci mette nelle mani delle multinazionali che non possiamo controllare a livello amministrativo e finanziario; ma per farlo dobbiamo definirlo come servizio privo di rilevanza economica. Duecento amministrazioni comunali, molte delle quali governate dal centrosinistra, hanno già approvato un documento siffatto: perché a Carpi il Pd non la pensa così e non lo dice chiaramente?” In sede di replica Stefania Gasparini ha poi ribadito come il documento di Paluan non fosse così diverso da quelli da lei presentati e come il Decreto Legge 135/2009 obbliga a svendere quote di proprietà pubblica a multiutility che non danno requisiti su come e perché dev’essere gestito il servizio. In sede di dichiarazione di voto Roberto Benatti (PdL) ha ricordato infine come sia stato già alienato negli anni passati il 15% di Aimag alle Fondazioni bancarie di Carpi e Mirandola e il 25% della stessa al Gruppo Hera, quindi già seguendo le direttive del Decreto Ronchi.
Al momento del voto il documento presentato da Lorenzo Paluan ha avuto l’ok di Lega Nord Padania, ApC e Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc, contrari Pd e PdL. Il primo ordine del giorno firmato da Stefania Gasparini invece ha ottenuto i voti favorevoli di Pd, l’astensione di ApC e Lorenzo Paluan e il no di PdL e Lega Nord Padania. La votazione sul secondo ordine del giorno di Gasparini ha avuto infine lo stesso esito della precedente.