Una seduta interamente dedicata alla sanità e all’ospedale cittadino quella del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 4 marzo. Ha aperto gli interventi di fronte ad un folto pubblico la direttrice sanitaria del Ramazzini, Teresa Pesi, che ha tracciato un quadro delle attività del nosocomio cittadino, 281 posti letto, nato nel 1922.Il Pronto soccorso dell’ospedale ha ad esempio nel 2009 accolto 42400 utenti, per 4521 dei quali è stato disposto il ricovero, mentre sono stati 1709 i parti avvenuti al Ramazzini. Claudio Vagnini, direttore del locale Distretto sanitario, ha invece ricordato l’importanza dei servizi territoriali e il fatto che la collaborazione tra ospedale e queste realtà (ha citato il progetto Mamme oltre il Blu così come le cooperative di Medici di medicina generale) abbia dato vita ad esperienze pilota a livello nazionale “migliorabili ma che vanno nella direzione di un’integrazione che deve essere sempre più efficiente ed efficace”, e rammentato le ultime realizzazioni, ad esempio i 27 nuovi ambulatori e il rinnovo del Centro prelievi dell’ospedale.
Giliola Pivetti, capogruppo di Alleanza per Carpi, ha presentato una sua interpellanza relativa allo spostamento di fondi stanziati dalla Giunta regionale per la ristrutturazione della residenza psichiatrica dell’ospedale cittadino a favore della realizzazione del nuovo comparto operatorio del nosocomio. “Un problema molto grave – ha detto – che si prolunga da molto tempo. Chiediamo risposte precise sul futuro del Ramazzini, la percezione è quella di una struttura in bilico, dall’esterno chi ha potere di decisione sembra in una roccaforte”. Cristian Rostovi (PdL) ha dal canto suo letto a sua volta una propria interpellanza, questa volta richiedente notizie sul futuro Pal, il Piano Attuativo Locale della sanità provinciale, sulle sue linee guida, i momenti di confronto, se in esso si tratterà del destino dell’ospedale cittadino e se si prevede la costruzione di un nuovo nosocomio. Rostovi ha concluso il suo intervento citando articoli di stampa con dichiarazioni a suo parere discordanti di Sindaco, assessore provinciale e regionale alla Sanità sulla situazione attuale del Ramazzini. Gianni Bassoli (Pd) è poi intervenuto per citare la situazione a suo parere problematica del Pronto soccorso carpigiano, che ha più accessi di Baggiovara ma meno personale infermieristico e mezzi. Carlo Alberto Fontanesi, neopresidente della Consulta comunale del volontariato socio-sanitario, ha presentato le richieste di otto delle 40 associazioni che fanno parte della stessa, richiamando la necessità di un maggiore coinvolgimento nel processo decisionale delle stesse garantire dotazioni adeguate alle diverse strutture nelle quali queste operano, considerare il volontariato come una risorsa che se utilizzata in sinergia con i servizi pubblici aumenta la produttività degli investimenti e migliora la qualità dei servizi. “Ci stiamo organizzando per creare un coordinamento delle 13 associazioni che operano in ambito sanitario e svolgere con più forza il ruolo che ci è stato assegnato”.
Miria Ronchetti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Carpi, ha ribadito che l’integrazione delle politiche socio-sanitarie è un obiettivo sancito dalla nostra Regione e da realizzarsi a livello distrettuale, un sistema che pone al centro l’accompagnamento e la presa in cura in continuità assistenziale della persona. “Carpi ha perseguito questo obiettivo – ha detto – in particolare riservando particolare attenzione al tema del potenziamento dell’offerta di residenzialità per gli anziani: è prossima l’apertura del cantiere per la sopraelevazione della struttura protetta Il Carpine, dove si riserverà poi un reparto alle demenze senili”. Ronchetti ha poi ricordato quanto il Distretto sanitario sta realizzando nell’area Adulti-disabili e i progetti messi in campo per Minori e Stranieri. “Sull’ospedale la cittadinanza esprime delle criticità e si avverte la sensazione di una certa distrazione dell’Azienda Usl dalla nostra realtà. I numeri dicono però che il personale è stato aumentato e sono stati effettuati investimenti in strutture e impianti per oltre 9 milioni di euro oltre che deciso uno stanziamento di 1,5 milioni per la ristrutturazione della sale operatorie. Grazie al percorso di programmazione in corso potremo completare il disegno che vede l’ospedale di Carpi polo ospedaliero dell’area nord della provincia”. Francesca Cocozza (Pd) ha poi preso la parola per criticare tra l’altro le carenze della sanità locale. “Oltre 100 mila abitanti usufruiscono del nostro ospedale, soprattutto del Pronto soccorso. Ritengo che abbiamo tutti i diritti ad esigere servizi efficienti e penso che dobbiamo valorizzare le nostre eccellenze e migliorare laddove siamo carenti. Le scelte fatte sul Pal dieci anni fa, non le condividevo e non le condivido tuttora; non è possibile che in un area di 10 km si investa su tre mega ospedali: Baggiovara, Policlinico, Sassuolo, lasciando ad altri le briciole”. Stefano Galli, del Collegio dei Direttori del Ramazzini, ha sottolineato come i cittadini abbiano un legame affettivo con il loro nosocomio, struttura importante per una città importante, e che all’interno del nuovo Pal questo potrà avere un futuro. Roberto Giardiello (segretario comunale della Cisl) ha esordito valutando positivamente la proposta di un nuovo ospedale, importante per l’efficienza dei servizi e la sicurezza degli operatori oltre che come volano economico per il territorio. “Và prestata attenzione però ai temi della sostenibilità del progetto, al rapporto tra struttura e territorio, alla logica di area vasta con attenzione alla diversificazione delle specializzazioni degli altri ospedali”.
Olinto Artioli (segretario della Cgil di Carpi) ha dal canto suo ricordato come gli utenti elevino lamentele sulle strutture accreditate, di come ci siano criticità riguardo al Ramazzini ma che “bisogna tifare per chi resta qui, in una struttura che comunque ha delle eccellenze da salvaguardare. I Comuni devono dare indirizzi ma la gestione operativa va lasciata ai manager”. Il consigliere Giorgio Verrini (ApC) ha invece chiesto più potere per i politici anche locali nel campo della sanità pubblica, “visto che l’Azienda Usl si è autonomizzata e si è bloccata la circolazione delle informazioni e la capacità di lavorare insieme con i rappresentanti dei cittadini”. Il collega Lorenzo Paluan (capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc) ha detto no alla costruzione di nuovi muri; “puntiamo piuttosto a fare investimenti sul personale e a darci gli strumenti per capire come sarà il prossimo Pal. E’ottimistico pensare che ci siano i soldi per un nuovo ospedale e intanto per rafforzare e aggiornare quello che c’è e aumentarne gli organici. Decidiamo quanto può durare ancora così il nostro nosocomio e se la nuova struttura servirebbe al fine che ci vogliamo assegnare. Ricordo poi a chi parla dell’innalzamento de Il Carpine che nell’area ex Cremeria ci si poteva fare una Casa protetta…”.
Antonio Russo (PdL) ha sottolineato anch’esso le carenze del Ramazzini e che è sbagliato continuare ad investire su un impianto con problemi strutturali ed organizzativi. “Auspico un immediato tavolo di concertazione affinchè si possa prendere una decisione immediata sul nuovo ospedale”. Il capogruppo del PdL Roberto Andreoli ha preso la parola per ricordare come l’ospedale cittadino abbia una storia fortemente legata alla comunità locale e che la mancanza di programmazione ha portato alle problematiche attuali del nosocomio. “Sono scettico in merito alle risposte messe in campo. A 12 mesi dall’annuncio del Sindaco non sappiamo nulla di questo tema, il Pal appare un Piano dei sogni e vanno semplificati i meccanismi macchinosi che governano la sanità”. La collega Daniela Depietri (Pd) ha ricordato i 33 milioni di euro assegnati dalla Regione a Modena per gli investimenti: “ma ci vuole una visione ampia e partecipata di quello che vogliamo sia la sanità provinciale nei prossimi dieci anni, altrimenti perderemo eccellenze e figure professionali importanti. Dobbiamo porre più ascolto ai nuovi bisogni e non abbandonare la politica della prevenzione. La salute delle donne poi non è una priorità e ricordo le difficoltà dei consultori e le problematiche recenti del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Ramazzini. Auspico più cooperazione tra gli attori della sanità”. Deanna Bulgarelli (Pd) ha chiuso gli interventi criticando la scelta di dare vita a Baggiovara impoverendo gli altri ospedali come quello di Carpi “di personale e tecnologie, depauperandoli anche di Servizi e reparti. Il futuro per il Ramazzini è molto incerto, non è pensabile programmare in una struttura vecchia e senza spazi. C’è la necessità di pensare ad un nuovo ospedale, magari tra Carpi e Correggio, e ognuno deve fare la propria parte”.
Mario Cavalli, direttore del Presidio ospedaliero, ha poi preso la parola per spiegare le differenze quali-quantitative tra le strutture di Pronto soccorso di Carpi e di Baggiovara, quest’ultimo ospedale non polispecialistico come quello della nostra città e organizzato diversamente. “Un problema però c’è al Ramazzini – ha concluso – e l’Azienda sta ragionando sulla sala d’aspetto e l’osservazione breve intensiva. Ma dobbiamo restare nell’ambito di un sistema a rete provinciale”. Giuseppe Caroli, Direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, ha ricordato come il Pal del 1997 fosse stato pensato da politici e tecnici insieme in maniera valida ed adeguata “ma i tecnici fanno proposte che poi la politica avalla – ha detto – e in base all’esistenza di un sistema a rete sul territorio. Se mettiamo in discussione questa filosofia e schieriamo una struttura contro l’altra non abbiamo capito nulla. Carpi comunque non ha avuto nessun depotenziamento ed è stato aumentato il personale sia infermieristico che medico”. Caroli ha poi rivelato che il valore delle apparecchiature del Ramazzini è di 84569 euro per posto letto, secondo solo a Baggiovara che però ha una funzione diversa, mentre gli investimenti edili dal 2006 ammontano a oltre 11 milioni di euro tra realizzati, in corso e programmati. “Entro novembre garantiremo dieci posti letto per malati psichiatrici in una struttura privata mentre il dottor Aguzzoli verrà sostituito il primo aprile da un professionista milanese al reparto di Ginecologia-Ostetricia: e vanno rispettati i motivi di chi parte da Carpi e di chi qui resta a lavorare. Rispetto al nuovo ospedale l’assessore regionale Bissoni ha detto che ci sta ragionando e secondo me basterebbero 85-90 milioni di euro per realizzarlo con risorse pubbliche. Nei prossimi mesi verrà presa qualche decisione. Non guardiamo a Mirandola…da Reggio vengono qui a nascere, non dobbiamo ragionare per lobby o muri di Berlino. I soldi sono quello che sono e vincolati a requisiti chiari da governi passati e presenti”.
Il Presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini ha ricordato i numeri della rete ospedaliera provinciale, composta da 9 ospedali e 8800 operatori, e come il futuro di questa non sia legato al Pal, ma dipende da compatibilità finanziarie; evidenziando che per il futuro si dovrà prima partire da quanto esiste in campo infrastrutturale per poi capire se gli impegni sono stati mantenuti, accettando suggerimenti e proposte grazie alla partecipazione democratica dei cittadini alla discussione, per delineare infine gli obiettivi. “Sul nuovo ospedale di Carpi dobbiamo riprendere il tema con la Regione e se il progetto di fattibilità sarà sostenibile si potrà avviare un percorso politico”.
Il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli ha infine chiuso la seduta del Consiglio spiegando come a suo parere la sanità dovrebbe avere una prevalenza del pubblico sul privato convenzionato, come al momento dell’avvio del Pal precedente l’ospedale di Carpi vivesse un periodo di espansione grazie anche alle donazioni del commendator Molinari che lo avevano portato ad un alto livello. “La percezione però anche mia è che ci siano stati pochi investimenti e una richiesta di dimagrimento immotivata. Vogliamo segnali di rassicurazione da parte dell’Azienda Usl, per il personale infermieristico e anche in merito alla valorizzazione della struttura. Riguardo al nuovo ospedale nel caso non riuscissimo a mantenere le eccellenze attuali allora credo che si possa ragionare di questo tema, con un’azione di condivisione politica da attivare, ricordando come le risorse siano da reperire non nelle casse comunali e siano altri a doverlo costruire. Credo che potrebbe essere una opportunità, programmando nel lungo periodo magari con il territorio reggiano dove in tanti si sono detti d’accordo”.