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Sempre più snowboard e freestyle nel futuro del Cimone

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“Investire sullo snowboard e sul freestyle significa guardare al futuro e darsi un’immagine giovane e dinamica. Oggi grazie anche allo snowpark di Piancavallaro il Cimone è molto conosciuto dai giovanissimi di tutta Italia che vanno sulla tavola. Chi non investe in questo tipo di strutture rischia grosso in tempi di crisi e non attira gli sponsor”. Matteo Tini, maestro di snowboard e responsabile del progetto Cimone Snowboard traccia un quadro dell’evoluzione di questa disciplina. “Sul Cimone, ormai, una persona su tre ha ai piedi la tavola anziché gli sci. Lo snowboard resta lo sport della neve preferito dai più giovani frequentatori delle nostre montagne e conferma di non essere una moda passeggera. Accanto agli amanti della tavola crescono gli appassionati di freestyle, la disciplina praticata da chi, stanco dello sci tradizionale, interpreta lo sci più liberamente, cimentandosi su gobbe e salti. Negli ultimi anni il comprensorio del Cimone ha puntato molto su queste nuovi modi di vivere lo sport sulla neve”. Il 14 marzo organizzerete il Cimone Extreme Freeride, di che cosa si tratta? “E’ una gara di freeride, la prima del suo genere nel nostro Appennino, aperta a skier e snowboarder. I partecipanti dovranno percorrere nel minor tempo possibile un tracciato in neve fresca con partenza dalla vetta del Cimone e arrivo al Cimoncino. Sarà un evento spettacolare, che attirerà i tanti appassionati di questa nuova disciplina che rappresenta l’ultima frontiera in fatto di sport sulla neve. Naturalmente la gara si svolgerà solo in caso di assenza di pericolo valanghe. Le condizioni nivometeorologiche saranno attentamente esaminate prima della gara da un comitato tecnico composto dalle Guide Alpine del Cimone. Abbiamo già fissato la data per un eventuale recupero: il 21 marzo”.

A proposito di valanghe e sicurezza, dopo gli ultimi fatti di cronaca gli snowboarder sono saliti sul banco degli imputati. “E’ inutile negarlo tra i praticanti di questa disciplina, specie tra i giovanissimi, deve crescere la cultura della montagna. A volte i miei allievi mi chiedono se in Appennino si possono verificare delle slavine… Le scuole di sci hanno un ruolo fondamentale nel far capire alla gente quali sono i rischi e i pericoli da evitare. Noi raccomandiamo sempre l’uso del casco e un atteggiamento responsabile nel rispetto delle regole. E chi va fuori pista, a piedi, con gli sci o con la tavola, deve avere sempre con se Arva, sonda e pala”.