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Carpi: le risposte dell’assessore Tosi sulla Fonderia Lamiz di via Lama

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Il consigliere comunale del Pd Roberto Arletti ha presentato nel corso del Consiglio comunale di ieri, giovedì 11 febbraio, una interrogazione sulla costruzione della fonderia di leghe leggere Lamiz di via Lama. Arletti, ricordando come in zona sia nato un Comitato di cittadini che lamenta come “l’intervento abbia avuto un percorso di approvazione non trasparente e che l’attività possa essere inquinante e pericolosa per l’ambiente e la salute pubblica”, domandava al Comune alcune risposte in particolare su tempi e modalità di ampliamento della zona produttiva, sulle eventuali osservazioni dei cittadini, sulla modifica del vincolo sulla Cavata orientale. Inoltre se fosse stato presentato dalla proprietà un nuovo Piano particolareggiato,se corrisponde al vero che questa attività non è compatibile con il tessuto circostante e se tra Comune e Comitato sono intercorsi colloqui.

L’assessore alla Pianificazione urbanistica Simone Tosi ha delineato nella sua risposta (per la versione completa vedi l’allegato, ndr) tutta la vicenda e il percorso che ha portato alla nascita della zona produttiva di via Lama di Quartirolo, oltre che il percorso autorizzativo che permette alla Fonderia Lamiz di poter insediare la sua attività. Tosi ha ricordato che ARPA, l’Agenzia regionale per la prevenzione dell’ambiente, ha dato parere favorevole al progetto e al suo insediamento, così come la stessa Azienda Sanitaria Locale e la Commissione edilizia.

“Il Comune aveva sospeso i lavori di insediamento, avendo rilevato un abuso, consistente nel mancato rispetto della distanza di 10 metri dal confine di proprietà: l’azienda – ha detto in aula Tosi – ha arretrato il fabbricato ma questo ha comportato la ri-presentazione del progetto, anche a seguito della presentazione di una Variante, e questo è stato valutato nuovamente da Comune, Arpa, Azienda USL, Provincia, che hanno dato nuovamente tutti parere favorevole (quindi ci sono stati ben due pronunciamenti in merito da tutti i soggetto chiamati in causa). Se non avessimo concesso i titoli abilitativi a questo insediamento, avendo ottenuto la Lamiz tutti i pareri positivi che ho elencato, avrebbe giustamente ricorso al TAR vincendo di sicuro, e quindi si sarebbe confermato il suo diritto all’insediamento produttivo. Tutti i passaggi che hanno visto la genesi da dieci anni a questa parte di questa area hanno visto un voto favorevole di tutte le forze presenti in questo Consiglio, con la sola esclusione del PRC. Questo per dire che le forze politiche dovrebbero assumersi le proprie responsabilità, e non dire semplicemente che il Comune ha sbagliato: troppo semplice cavalcare comitati. Il sottoscritto ha infine incontrato tre volte il Comitato, e nel terzo incontro ho risposto che era possibile cambiare tecnicamente l’uso del lotto da produttivo a residenziale, a seguito di una richiesta da parte della proprietà del terreno di una Variante al PRG e successivamente all’adozione e approvazione di questa da parte del Consiglio”.