Nell’incontro di mercoledì 20 gennaio presso la sede di Confindustria a Carpi, l’azienda ha risposto negativamente alla richiesta di modificare il piano industriale che prevede la cessazione della produzione nello stabilimento carpigiano. Così come si è rifiutata di ritirare la procedura di mobilità per 42 dei 66 dipendenti. E’ invece emersa, da parte aziendale, la disponibilità a verificare la possibilità di utilizzare ulteriori ammortizzatori sociali. Sulla vertenza sono state interessate anche leistituzioni ai vari livelli. Il prossimo incontro è stato fissato per giovedì 11 febbraio.
Lavoratrici, lavoratori, RSU e Fiom hanno dato una valutazione complessivamente negativa di questo primo incontro e la risposta è stata immediata. L’assemblea ha deciso all’unanimità la proclamazione di 40 ore di sciopero, le prime 16 si sono svolte nei giorni scorsi, il 21 e 22 gennaio con l’intensificazione del presidio che è ininterrotto dal 31 dicembre 2009.
Oggi è successo un fatto che ha rischiato di fare precipitare la situazione. I lavoratori in presidio hanno visto caricare i macchinari su un Tir per essere trasportati a Villabartolomea. E’ scattato immediatamente lo sciopero e il blocco dei cancelli. All’episodio – spiegano Fiom/Cgil Carpi – Rsu Sicar – ha assistito l’Onorevole Manuela Ghizzoni, che stava incontrando i lavoratori. L’Onorevole Ghizzoni, vista la situazione, ha contattato la proprietà ottenendo un incontro presso Confindustria Carpi a cui hanno partecipato anche l’Assessore provinciale Francesco Ori ed il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli. Al termine dell’incontro l’azienda ha accettato la richiesta sindacale di non far partire i macchinari, ed è stato fissato un incontro presso la sede di Confindustria di Modena, domani, martedì 26 gennaio, alle 14,30.
Dopo la messa in liquidazione a luglio 2009 della Bulleri Progetti di Pisa, anch’essa di proprietà della famiglia Signorino (macchine da legno ad alta tecnologia, 45 dipendenti), si motiva la decisione di licenziare 42 lavoratori alla Sicar di Carpi come una condizione imprescindibile imposta dalla banche per ottenere finanziamenti. Su questo punto, Fiom e Rsu chiedono alle banche di legare le loro disponibilità alla salvaguardia dell’occupazione e a piani di investimento funzionali a mantenere l’impresa sul territorio e non ad un fantomatico piano industriale che cancella la Sicar da Carpi. I posti di lavoro non sono merce da scambiare con finanziamenti alle imprese!! – proseguono Fiom ed Rsu.
Occorre trovare una soluzione a ciò che ci appare, ad oggi, nei fatti, l’abbandono delle produzioni tecnologicamente più avanzate (Bulleri e Sicar di Carpi), a favore di una produzione di bassa gamma e con poco valore aggiunto. Le stesse banche condizionano la concessione dei finanziamento al raggiungimento di un accordo sindacale. Ricordiamo che le lavoratrici e i lavoratori in forza stanno ancora aspettando che vengano versati i contributi sindacali e alla previdenza integrativa trattenuti dalle loro buste paga dal 2007. Lunedì 1° marzo ci sarà un ulteriore incontro presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Modena su questa vertenza. Sia poi chiaro che, per quanto riguarda la Fiom, gli accordi sono tali solo se approvati dai diretti interessati a cominciare dai lavoratori dello stabilimento carpigiano. Serve una svolta che permetta di costruire un percorso che porti all’accordo, non si può chiedere a lavoratrici e lavoratori di accettare passivamente il licenziamento per salvaguardare l’esistenza di un’impresa che, nei fatti scompare da Carpi.
(Fiom/Cgil Carpi – Rsu Sicar)