Il progetto definitivo della pista ciclabile di collegamento tra il quartiere Due Ponti e il centro città è stato approvato dalla Giunta comunale di Carpi il 28 dicembre scorso. Questo intervento, molto atteso e dall’importo complessivo di circa 2 milioni di euro (510 mila dei quali previsti dall’Accordo di programma tra Ministero dell’Ambiente, Regione e Comuni e che prevede finanziamenti ad hoc per interventi antinquinamento nelle città), era già previsto nel Piano comunale per l’individuazione di una rete di piste ciclabili del 1991, ma il suo percorso è stato variato, anche a seguito della realizzazione in questi anni di nuovi tratti della rete comunale di piste ciclopedonali e del nuovo parco Giovanni Paolo Secondo nell’area dell’ex Foro Boario.
La pista (lunga in tutto due chilometri e mezzo) partirà dunque da via Mecenate, per toccare via Plinio, via Plauto, via Terenzio, via Lucrezio: all’altezza di via Giovenale verrà realizzato un sottopasso in cemento armato (circa 283 mila euro andranno a Rete ferroviaria Italiana per i lavori e gli oneri dovuti al rallentamento dei treni nel periodo in cui resterà aperto il cantiere). Il percorso si snoderà poi all’interno dell’ex Foro Boario e arriverà in via Alghisi: da qui attraverso la riqualificata via Focherini e transitando per le vie Gobetti, Matteotti e Mazzini si potrà giungere infine a fianco del Municipio in corso Alberto Pio. La verifica dell’impianto di illuminazione e dell’arredo a verde completerà il progetto, che ovviamente prevede un’adeguata pavimentazione e l’abbattimento delle barriere architettoniche.
L’opera verrà messa a gara nei prossimi mesi; i lavori dureranno poco più di un anno.
“Si tratta di un’opera interessante per più di un aspetto: è un intervento che permette il collegamento di un quartiere importante come Due ponti al centro storico, consente il superamento ciclo-pedonale della ferrovia in sicurezza e un intervento di riqualificazione urbana in via Focherini. Un progetto importante dunque – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Carmelo Alberto D’Addese – che si è meritato infatti anche il contributo del Ministero dell’Ambiente”.