Nel corso del Consiglio comunale di giovedì 17 dicembre è stato presentato dall’assessore a Mobilità e Trasporti Carmelo Alberto D’Addese il progetto definitivo della pista ciclabile che in via Remesina si collegherà a quella già esistente che porta a Fossoli e la contestuale Variante al Prg. “La pista correrà sul lato ovest di via Remesina, sarà lunga 830 metri e prevede la costruzione di una passerella ciclo-pedonale sul Canale Diversivo. Abbiamo già chiesto a Fs – ha detto D’Addese – di allargare lo spazio riservato al passaggio a livello e renderemo la via a senso unico verso nord, così utilizzeremo la carreggiata lasciata libera dalle auto per bici e veicoli dei residenti. Verrà pavimentata con autobloccanti e segnalata da cartelli ad hoc. Abbiamo ottenuto 96700 euro dal Ministero dell’Ambiente su una spesa complessiva che sarà di 300 mila euro, iva compresa. Valuteremo all’interno della Commissione Viabilità e Traffico il tema degli attraversamenti delle laterali di via Remesina e di come organizzarli in sicurezza”. Aprendo il dibattito Lorenzo Paluan, capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc, ha appunto sollevato quest’ultima problematica, e lo stesso ha fatto il collega della Lega nord Padania Enrico Gasparini Casari mentre Paolo Zironi (Pd) ha ricordato come questa opera sia molto attesa dai residenti della zona nord della città e di Fossoli.
Paluan è poi tornato a ribadire come sia importante a Carpi avere una rete di piste raccordate per rendere le due ruote competitive con l’auto mentre Giorgio Verrini (ApC) ha proposto dal canto suo di chiudere al traffico delle auto via Remesina, definendo un arredo urbano che ne consenta la fruizione ai soli pedoni e ciclisti. Roberto Andreoli (PdL) ha invece ricordato come per la prima volta si approvino in Consiglio comunale progetti di questo genere e sottolineato che “la pista è sicura solo se è dedicata ai singoli veicoli, dunque non condividiamo l’idea di un percorso come quello che ci è stato presentato. Si poteva spendere meno se la facevamo passando vicino alla ferrovia e sbucando nel parco Magazzeno, ma credo che si voglia a tutti i costi spostare il traffico sulla Bretella mal disegnata. Rispetto alle intersezioni con le laterali segnalo poi che questa pista sarà uguale a quella che esiste in via Roosevelt che tante difficoltà e incidenti provoca. Siamo anche in disaccordo con il Ministero dell’Ambiente che ha concesso i finanziamenti”. Il capogruppo Pd Davide Dalle Ave ha poi ricordato come questo progetto venga incontro alle esigenze specifiche dei fossolesi e di chi abita nella zona nord della città mentre l’assessore D’Addese in sede di controreplica ha spiegato come questa pista, il cui primo stralcio è già esistente tra Fossoli e la ferrovia, è la prima che collega una frazione al centro urbano “e manca ancora il terzo stralcio che andrà da via Rossetti attraverso via degli Orti fino al centro città. Abbiamo in questi anni attuato un’opera di ricucitura a sud tra i vari percorsi ciclabili e presto partiranno i lavori della pista Due Ponti-centro che prevede anche la risistemazione di via Focherini: su via Remesina ricordo che l’intenzione dell’amministrazione è quella di non renderla strada di attraversamento: presto attueremo altre opere che renderanno più comodo usare la Bretella”. “Venite prima in Commissione a presentare i progetti tecnici: questo non ci convince ma è meglio di niente” ha chiosato Giliola Pivetti di Alleanza per Carpi infine in sede di dichiarazione di voto.
La delibera ha affrontato poi il voto del Consiglio: unico gruppo ad esprimersi in modo contrario è stato il PdL.
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Sempre giovedì 17 dicembre, nel corso del Consiglio comunale di Carpi, sono stati discussi alcuni documenti relativi alla situazione dei lavoratori in appalto dell’ente locale, in particolare un ordine del giorno e una interrogazione di Lorenzo Paluan, capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc, e un ordine del giorno firmato dai capigruppo di IdV e Pd Andrea Bizzarri e Davide Dalle Ave. Paluan ha chiesto nella sua interrogazione i numeri relativi ai lavoratori in servizio e assunti con contratti cosiddetti atipici o con contratti d’appalto; se il Comune prevedesse variazioni nell’utilizzo di questi in termini di mancati rinnovi di contratti o eliminazione di servizi in appalto; e infine se fossero previsti ammortizzatori sociali per chi perderà in parte o in tutto il lavoro a seguito di dette variazioni. Nel suo ordine del giorno Paluan invece, sottolineando come il Comune si appresta a ridurre o eliminare incarichi di lavoro a ditte appaltatrici e premettendo come il breve preavviso di questo mancato rinnovo non consente ad alcune di queste il ricollocamento del personale, spesso da molti anni in servizio, chiedeva al Consiglio di ridurre gli impatti di queste decisioni adottando una proroga di 12 mesi almeno per gli appalti in scadenza “per consentire alle aziende, ai lavoratori e alla stessa amministrazione comunale di verificare soluzioni alternative alla semplice espulsione dal mondo del lavoro”. Il documento di Bizzarri-Dalle Ave invece, ribadendo che il vero responsabile di questa situazione è il Governo, “che impone attraverso vincoli eccessivamente restrittivi nel Patto di Stabilità di effettuare tagli al personale che prescindono dalla qualità e quantità dei servizi elargiti dall’ente” esprimeva solidarietà ai lavoratori “che si trovassero in difficoltà per il mantenimento del proprio posto di lavoro” e invitava l’ente locale “a proseguire nella richiesta di una modifica del Patto e a rivedere la posizione dei sopraccitati lavoratori qualora dovesse modificarsi la situazione economica e legislativa attuale”.
Ampio il dibattito su questo argomento: a replicare a Paluan è stata l’assessore all’Amministrazione delle risorse umane del Comune Lorena Corsari, che ha ricordato come nel 2009 risultassero in servizio 43 unità assunte con contratto a termine (compreso il Direttore generale e 4 dirigenti) mentre altre 14 risultavano assunte dal Municipio come Co.co.co. “Il dato del personale in servizio per l’ente locale tramite appalti non è quantificabile – ha detto – perché ciò che viene appaltato è un servizio non un posto di lavoro. Inoltre non sono previsti ammortizzatori sociali per aziende in ambito pubblico, ma solo private: e compete dunque per legge a ciascun imprenditore compiere queste valutazioni nei confronti dei suoi dipendenti. Nel 2010 si prevede di mantenere inalterato il numero di 14 unità con contratti Co.co.co, mentre quello a termine passerà da 43 a 31 unità”. Borsari ha poi ricordato il ventaglio di possibilità e vincoli di legge che esistono relativamente ad appalti e contratti di collaborazione e ha spiegato che l’amministrazione ha deciso di non indire gare per l’assegnazione di appalti o di servizi in scadenza “quando si ritiene superata l’esigenza di tali forme di gestione, disponendo di risorse umane in servizio in grado di assicurare il servizio in economia a costi più ridotti. I dipendenti comunali sono invece garantiti ripeto, e nessuna revoca d’appalto ma solo una loro naturale scadenza”. Su richiesta specifica del consigliere Paluan l’assessore Borsari ha poi spiegato le caratteristiche di un appalto in scadenza proprio il 31 dicembre, quello relativo al Consorzio IN&CO operante all’interno del servizio QuiCittà, “con tre persone part-time che aggiornano e organizzano banche dati del servizio stesso utilizzando un loro software al costo di 124722 euro. Dal primo gennaio 2010 la Regione impone di usare un software prodotto da loro e quindi non si potrebbe rinnovare quest’appalto ma metterlo a gara. I dipendenti di IN&CO già da tempo lavorano con questo software regionale, quindi sapevano molto probabilmente già prima di quanto dice Paluan di questa problematica”.
Lorenzo Paluan ha ricordato dal canto suo come alcune delle persone che perderanno il lavoro sono impiegate al QuiCittà da vent’anni, e che si tratta di due contratti a tempo pieno e uno a part-time. “Questa decisione poteva essere a loro comunicata prima, dirlo il 4 dicembre toglie la possibilità di una ricollocazione. Non fa onore a questo Comune questo taglio, altro che impegni etici e cura dei servizi quotidiani, qui non ci si è preoccupati delle conseguenze per tre madri di famiglia…” Il Sindaco Enrico Campedelli è a questo punto intervenuto per ribadire il dispiacere dell’amministrazione per i tagli, che già in passato sono state fatte razionalizzazioni con diminuzione del numero di contratti e che ora si ha una maggiore disponibilità di personale interno per sopperire ad appalti esterni. “Una scelta, non facile, non fatta a cuor leggero, ma il costo di questo appalto vale come una sezione di scuola materna tanto per dirne una e in presenza di tagli come quelli che gli enti locali si trovano ad affrontare…appena sarà più chiaro il quadro relativo ai provvedimenti per la finanza locale potremo dare linee di azione definite. Ribadisco che sono diversi gli elementi che ci hanno portato a fare questo”. Il capogruppo Pd Dalle Ave si è allacciato alle ultime frasi del Sindaco per ricordare anch’egli la difficile situazione della finanza locale mentre la collega di Alleanza per Carpi Giliola Pivetti invece ha sottolineato le differenti motivazioni avanzate da Vicesindaco e Sindaco nelle loro risposte a Paluan. “Troppe spiegazioni, qualcosa non funziona: mi sembra che non ci sia stata la volontà di risolvere questo caso e non sono nemmeno d’accordo che si arrivi ad un contro-odg ogni qualvolta c’è imbarazzo nella maggioranza, indica una difficoltà nel confrontarsi”. Roberto Benatti (PdL) ha dal canto suo sottolineato come i due odg non dicessero che il servizio non è più necessario nella configurazione attuale e non citassero le motivazioni addotte dall’assessore Borsari. “Esprimiamo solidarietà a questi lavoratori del QuiCittà certo, ma anche a tutti quelli che sono in difficoltà. Facciamo un terzo odg dove si dice che questo appalto non era necessario ma non attacchiamo il Governo per questo…”. Andrea Bizzarri (capogruppo IdV) invece ha puntualizzato che le responsabilità del Governo ci sono tutte e sono precise mentre Cristian Rostovi (PdL) ha spiegato come la stessa Borsari abbia mostrato “che non il Governo o il Patto di stabilità hanno imposto il taglio di questo appalto ma la Regione con il suo software” e ha citato anch’egli le contraddizioni in cui sarebbero caduti Sindaco ed assessore. Lorenzo Paluan, riassumendo a suo modo il dibattito, ha attaccato l’assessore Borsari spiegando che “non avrebbe rilasciato alla stampa dichiarazioni veritiere, con una grave mistificazione della realtà. Riflettiamo sul decoro dell’assessore al Decoro” ha detto aggiungendo poi che “tutti noi dobbiamo obbligare la Giunta a gestire in modo differente questa vicenda, soprattutto pensando ai 270 mila euro previsti come indennità ad personam ai quadri dirigenti. Assumiamoci tutti la responsabilità di una soluzione per le tre persone di QuiCittà, lasciando parti di servizio per un periodo congruo”. Roberto Andreoli (capogruppo PdL) in sede di dichiarazione di voto ha spiegato in primis come la stranezza della vicenda fossero i vent’anni di appalto a privati di questo servizio. Inoltre ha definito irricevibile il tentativo di scaricare sul Governo il problema. “Credo che si possa attivare un percorso di collocazione anche temporanea di queste persone nella macchina comunale”. Davide Dalle Ave infine ha chiarito che della situazione in cui si trovano gli enti locali non si può non parlare.
Al momento del voto l’odg di Lorenzo Paluan è stato approvato dallo stesso Paluan, da Lega nord Padania, PdL e ApC, contrari Pd e IdV. Il documento di Dalle Ave-Bizzarri è invece stato approvato dai gruppi dei due presentatori, con il voto contrario di PdL, Leganord Padania e ApC e l’astensione di Paluan.