Un film per raccontare quel che accadde nelle Caserme Rosse, il lager di Bologna in cui tra maggio e ottobre del 1944 i nazifascisti imprigionarono decine di migliaia di persone, prima di deportarle nei campi di sterminio tedeschi. Militari, come i Carabinieri che a Roma si rifiutarono di rastrellare gli ebrei, oltre a tanti civili accusati di collaborare con la Resistenza e a quanti non vollero combattere assieme ai nazisti e per Salò.
Con un film-documentario di 53 minuti, i registi Danilo Caracciolo e Roberto Montanari ricostruiscono la storia degli orrori del campo di prigionia di via di Corticella, dove arrivarono interi treni pieni di prigionieri militari e si stima che i rastrellati civili siano stati almeno 36 mila (il 70% dei quali finì in Germania).
Alla vigilia della sua prima proiezione (in programma a Bologna il 12 dicembre alle ore 18 al Cinema Lumiére), il film-documentario “Caserme rosse. Il lager di Bologna” è stato presentato dai registi Caracciolo e Montanari, insieme al capo di gabinetto della Giunta regionale Bruno Solaroli, al presidente del Quartiere Navile di Bologna Claudio Mazzanti, a Luca De Donatis della produzione e al presidente della Sezione Anpi Bolognina Armando Sarti.
Al termine della proiezione è previsto un incontro con i registi, il direttore dell’Istituto storico Parri Emilia-Romagna Luca Alessandrini, Monsignor Antonio Allori (presidente della Fondazione Gdo, successore di Don Giulio Salmi) e il presidente della Sezione Anpi Bolognina Armando Sarti.
L’attività del lager di Bologna, scoperto grazie allo studio di una fotografia scattata nel ‘44 da un ricognitore dell’aviazione inglese Raf, si interruppe il 12 ottobre quando fu bombardato dagli alleati, nel corso di un attacco che provocò la morte di 400 persone in tutta la città e diversi morti e feriti dentro lo stesso campo. “Quello che lì accadde deve essere ancora svelato”, ha sottolineato Sarti. “Vogliamo ricordare e rendere omaggio alle vittime e a quei carabinieri che furono deportati perché rimasero fedeli al loro giuramento”.
I registi e sceneggiatori Caracciolo e Montanari hanno sottolineato che “Caserme rosse è un emblema che ha attraversato un periodo di oblio e che abbiamo voluto far riemergere, anche per dar luce alla resistenza senz’armi, nella quale si sono impegnati tantissimi bolognesi”. Tra questi, “spiccano il medico del campo Antonino De Biase e Don Giulio Salmi che nelle sue omelie dava indicazioni per far fuggire le persone dal lager”.
Nel film, che è stato finanziato anche dalla Film Commission della Regione Emilia-Romagna, la storia di quel che accadde nel campo è ricostruita da 17 testimonianze.