Perché una mostra che tratta di Darwin e perché a Modena ? Tutto il mondo celebra l’anniversario dei 200 anni dalla nascita di Charles Darwin (1809) e i 150 anni dalla pubblicazione della sua opera più importante l’Origine delle Specie (1859). La città di Modena e gli studiosi modenesi hanno avuto un ruolo determinante nell’introduzione del pensiero evoluzionistico in Italia. Fu, infatti, a Modena che nel 1864 l’editore Nicola Zanichelli pubblicò la prima edizione in lingua italiana dell’ Origine delle Specie con traduzione di Giovanni Canestrini (1835-1900; docente di Storia Naturale presso la Regia Università di Modena) e di Leonardo Salimbeni (1830-1889; docente di Geografia e Storia Naturale presso il Collegio San Carlo).
Questa prima traduzione in lingua italiana dell’opera definita “il libro più rivoluzionario della storia della scienza”, fu autorizzata dallo stesso Darwin che non si preoccupò nemmeno di chiedere il permesso del suo editore inglese John Murray, come si apprende da una lettera di Emma Wedgwood, moglie di Darwin e figlia dell’industriale della ceramica Josiah Wedgwood. Non si conoscono dati circa la tiratura e le vendite di questa prima edizione italiana. La cosa certa è che il ritorno economico dell’editore non fu all’altezza delle aspettative: “Mio padre – ricorda il figlio Domenico – volle che il libro uscisse dalla sua tipografia [ancora con sede a Modena] in modo che non sfigurasse se paragonato alle edizioni inglesi e francesi delle opere di Darwin e vi riuscì spendendo molto di più di quello che era necessario per assicurarsi un modesto guadagno”.
Canestrini, per tutta la sua vita, continuò a battersi per lo sviluppo del pensiero naturalistico in Italia e tradusse in lingua italiana tutte le principali opere di Darwin meritandosi la stima dello scienziato inglese che più volte lo citò nelle sue opere. Celebre è la “lezione popolare” dal titolo L’antichità dell’uomo tenuta da Canestrini a Modena il 22 marzo 1866. Per promuovere lo studio delle Scienze Naturali nel senso più lato e per divulgare le idee innovative sulla evoluzione per selezione naturale, il Canestrini fondò la Società dei Naturalisti e Matematici di Modena che nel 1875 insignì Darwin del titolo di Socio Onorario e di cui rimangono a testimonianza, sia l’attestato della Società a lui inviato (conservato a Cambridge nell’archivio di Darwin), sia una sua lettera autografa di ringraziamento (conservata presso la Società dei Naturalisti e Matematici di Modena). Come avvenne nel 1909 in occasione del centenario, per celebrare il bicentenario della nascita del suo illustre socio onorario, la Società dei Naturalisti e Matematici di Modena si è fatta promotrice di varie manifestazioni che hanno preso avvio nella primavera di quest’anno con una iniziativa realizzata in collaborazione con l’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Modena. Si è trattato di una giornata commemorativa intitolata “Darwin a Modena” a cui ha fatto seguito un ciclo di conferenze tenute da noti studiosi di discipline diverse su vari aspetti del tema “Evoluzione”. Tutte le letture sono state seguite da un pubblico numeroso ed attento che nei dibattiti ha dimostrato vivo interesse per i temi trattati.
Le manifestazioni celebrative si concludono con una mostra dal titolo “Darwin: Modena e 200 anni di evoluzione” che si terrà a Modena presso il Foro Boario dal 14 novembre al 12 dicembre. L’iniziativa, a ingresso libero, si compone di un percorso espositivo rivolto al grande pubblico e sarà accompagnata da visite guidate, attività didattiche per le scuole, happening, incontri e dibattiti. La mostra rappresenta un percorso espositivo multidisciplinare di esplorazione e di scoperta, che vuole promuovere il pensiero scientifico e la sua evoluzione, e raccontare come dai risultati delle scienze di ieri si siano sviluppate le più moderne tecnologie scientifiche, inoltre tratterà di Darwin e di come il suo pensiero scientifico abbia segnato una svolta epocale non solo nel campo delle scienze, ma anche in campo sociale e culturale, sia a scala globale che in ambito locale.
Lo stile della Mostra è divulgativo ma rigoroso ed i vari approfondimenti ne consentono una lettura a più livelli. Il percorso espositivo è calibrato per un pubblico di interessati e di curiosi, non necessariamente di addetti ai lavori, e particolare attenzione è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Per il pubblico dei più giovani è previsto un percorso espositivo semplificato. Il percorso espositivo si snoda tra intrecci storici e culturali di una inedita Modena ottocentesca ed approfondimenti legati alle osservazioni che Darwin fece nei vari campi delle scienze naturali (zoologia, botanica, geologia, paleontologia ecc.) e che trovano straordinari esempi anche nel territorio locale con l’incredibile geodiversità e biodiversità che ancora lo caratterizza. Oltre a documenti storici, ad arricchire il percorso espositivo multisensoriale e per illustrare la teoria dell’evoluzione naturale, vi sono campioni di rocce e di minerali con ricostruzioni di vulcani, di fossili, di elefanti ed insetti giganti. Sono inoltre presenti cactus, orchidee, ed altre piante tropicali, desertiche e acquatiche, animali esotici e della fauna locale, come uccelli del paradiso e aquile, alligatori e tartarughe, farfalle e insetti stecco, e molto altro ancora. Tutti reperti ed esemplari unici provenienti, per la gran parte, dalle collezioni dei Musei Scientifici Universitari Modenesi.
L’iniziativa offre la possibilità di avvicinare un vasto pubblico ai grandi temi del dibattito culturale contemporaneo, di comunicare come la scienza e la ricerca siano un insieme di forti emozioni in grado di dialogare con i saperi umanistici, di trasmettere come ci si possa innamorare profondamente della conoscenza dei fenomeni che governano la vita sulla Terra. La mostra intende approfondire anche aspetti della cultura modenese, come, ad esempio, l’allevamento dei colombi, che ben si inserisce all’interno della mostra: da buon naturalista Darwin trovava infatti interessanti anche i piccioni o per meglio dire i colombi. I colombi d’allevamento erano per Darwin la specie addomesticata più importante dal punto di vista scientifico perché “fra gli animali il colombo è quello, per il quale si può, con maggior sicurezza […] dimostrarne la provenienza da un ceppo unico e conosciuto”. Nello specifico la mostra tratta in particolare del colombo triganino. La razza Triganina è nata dalla passione che i modenesi hanno coltivato fin dall’antichità per i colombi e che lo stesso Alessandro Tassoni cita ne La secchia rapita “una compagnia di scapigliati dediti al giuoco e a far volar piccioni che triganier furono cognominati, nemici natural de’ bacchettoni”. I modenesi erano infatti soliti usare i colombi sia per l’allevamento che per le gare di volo radente. Il percorso espositivo si articola in 4 sezioni. La prima, a carattere storico, è dedicata a Charles Darwin, ai suoi rapporti culturali con Modena ed al ruolo svolto dalla città nella diffusione della sua teoria; la seconda sezione si sviluppa intorno all’interesse che Darwin nutriva per la geologia, le rocce, i fossili, i vulcani, i terremoti e di cui esclamò Non c’è niente come la geologia!. La terza sezione inizia a considerare il sistema naturale ed i suoi organismi, ampliando progressivamente l’orizzonte del visitatore verso la complessità del mondo biologico e la sua evoluzione, tema che è ampiamente trattato nella quarta ed ultima sezione.
Darwin: Modena e 200 anni di evoluzione è un evento culturale promosso dalla Società dei Naturalisti e Matematici di Modena insieme ai Musei Scientifici dell’Università di Modena e Reggio Emilia con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e della Confapi pmi Modena con il patrocinio del Comune e della Provincia di Modena.