Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità – su proposta dell’assessore alla Cultura, Giovanni Catellani – il nuovo Statuto della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. La votazione ha avuto il seguente esito: favorevoli: 23 (Pd, Lista civica Reggio 5 stelle beppegrillo.it, Idv, Sinistra e Verdi); contrari: nessuno; astenuti: 13 (Pdl, Udc, Città Attiva, Lega Nord).
Le novità dello statuto, rispetto all’assetto attuale, sono due: l’apertura a soci privati, che si rifletterà in una specifica rappresentanza nel consiglio di amministrazione e l’istituzione della figura manageriale del direttore generale, con potere di firma (figura altra dal direttore artistico). Dunque, ha sottolineato l’assessore Catellani, “si creano le condizioni affinché la Fondazione possa attingere a nuove risorse economiche e si procede alla razionalizzazione della gestione attraverso un direttore generale che assolverà a funzioni manageriali proprie di questa figura, generalmente presente in altri teatri di tradizione e Fondazioni di questo genere. Si supera così l’anomalia per cui è oggi il cda che detiene funzioni di governo e gestione”.
La limitatezza delle sovvenzioni ministeriali (non sempre puntuali) e la flessione delle sponsorizzazioni private (dovuta al periodo di crisi) rendono oltremodo opportuna l’apertura ai privati, in una Fondazione che fino a ieri ha avuto un solo socio privato (Unipol assicurazioni), gestisce un bilancio 2009 in pareggio di circa 6,5 milioni di euro e che, ha detto in una recente commissione consiliare dedicata al tema il vicepresidente Giuseppe Gherpelli, “ad oggi è una delle pochissime a non avere un euro di debito e spende soltanto ciò di cui dispone”.
La redazione del nuovo statuto ha avuto come riferimento, fra l’altro, l’analogo ordinamento del teatro alla Scala, considerato il più innovativo. Sono stati analizzati inoltre gli statuti degli altri teatri di tradizione dell’Emilia-Romagna. Sono state sette le bozze di statuto elaborate in circa un anno di lavoro, prima di giungere alla stesura approvata oggi.
Il cda della Fondazione è attualmente composto da 9 membri: il sindaco del Comune di Reggio come presidente, affiancato da 4 rappresentanti del Comune, 2 della Provincia, 1 di Enia e 1 di Unipol.
Il cda e l’assetto societario previsto dal nuovo statuto prevede 11 membri: Comune di Reggio (che sostiene i Teatri con un contributo determinante di 2 milioni e 725mila euro all’anno) e Provincia sono fondatori originari istituzionali ed esprimeranno lo stesso numero di consiglieri: rispettivamente 4 più 1 e 2). Per loro è previsto un aumento del 10% dei contributi. Poi vi sono i fondatori originari non istituzionali, per i quali è previsto un contributo triennale non inferiore a 200mila euro: sono Enìa e Camera di commercio (esprimeranno un consigliere ciascuno), mentre la Fondazione Manodori, che eroga oggi 500mila euro, non si è ancora espressa sull’ingresso nella Fondazione i Teatri. Infine, sono previsti i fondatori ordinari, con un contributo triennale di 50mila euro: sono Banca popolare dell’Emilia-Romagna, Industriali Reggio Emilia e la stessa Unipol. I loro rappresentanti nel nuovo cda saranno 2 (il ‘gruppo privati’), da decidere di comune accordo.
La Fondazione I Teatri è seconda in Italia soltanto all’istituzione omologa di Catania, per attività. I Teatri reggiani spaziano in tutti i settori di spettacolo. Nel 2008 gli spettatori sono stati 113.000, mentre sono stati 212.000 gli spettatori e partecipanti a eventi. Vale a dire 581 persone al giorno. La media è di 2,11 spettacoli o eventi al giorno nell’arco di un anno. I dipendenti sono 48.
Nella seduta di ieri, il Consiglio comunale ha anche approvato alcuni emendamenti alla proposta di nuovo statuto a ulteriore garanzia della nomina del direttore artistico (“scelto tra persone dotate di specifiche e comprovate fama ed esperienza artistica”). Inoltre, si è emendato che “il cda, nella prima seduta successiva alla nomina, verifica che i suoi componenti siano in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità richiesti dalla legge e dallo statuto. Il cda compie analoga verifica per gli altri organi della Fondazione, fatta eccezione per l’Assemblea che vi provvede direttamente. Per il direttore generale la verifica e la decadenza è prevista dallo stesso cda”.