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Carpi: in Consiglio la sicurezza della circolazione in Via Cattani

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politica2Il Consiglio comunale di Carpi durante la seduta di giovedì 5 novembre ha discusso della sicurezza della circolazione in via Cattani. Il tutto sulla scorta di un ordine del giorno presentato (e poi ritirato viste le risultanze del dibattito) dalla consigliera Giuseppina Baggio (PdL). La rappresentante del Popolo della Libertà ha chiesto alla Giunta, “dopo l’ennesimo fatto di cronaca e l’insufficienza delle contromisure adottate dall’amministrazione per diminuire la pericolosità di via Cattani, di sondare i costi relativi alla creazione di un ponte sopraelevato, sottoponendone i costi al Consiglio e realizzando l’opera con parte del ricavato delle contravvenzioni”. Baggio ha poi sottolineato al termine della lettura del suo ordine del giorno come via Cattani sia diventata la strada più pericolosa dell’abitato e ha chiesto all’assessore alla Mobilità Carmelo Alberto D’Addese quando si discuterà il Piano urbano del traffico. L’assessore ha replicato all’interrogante precisando le circostanze nelle quali si sono verificate le sciagure stradali in questa via, mentre riguardo al sovrappasso ha spiegato come le caratteristiche tecniche di questa opera ne rendono complicata la realizzazione. “Deve essere alto almeno 5 metri e le rampe d’accesso dovrebbero essere costruite sulle sottostrade esistenti: in caso di ponte anche ciclabile le misure degli ingombri dovrebbero essere ancora più ampie. Costerebbe poi 4-500 mila euro. Abbiamo invece approntato un progetto – ha detto D’Addese distribuendo ai consiglieri una copia dello stesso – per realizzare un passaggio pedonale sicuro, che prevede l’installazione di pannelli elettronici radar come dissuasori della velocità e di un impianto semaforico a chiamata per ciclisti e pedoni che spezzi il flusso del traffico. Ne prevediamo l’entrata in funzione entro la fine del 2009, al costo di 53 mila euro”. Il dibattito sul tema è stato aperto da Stefania Gasparini (Pd) che ha ricordato come un sovrappasso non verrebbe usato per l’attraversamento perché scomodo e come spesso si cerchi di superare la carreggiata di via Cattani non passando a piedi o in bici dove si dovrebbe, anche a causa di scarsa educazione stradale. Argio Alboresi (capogruppo Lega nord Padania) ha spiegato come a suo parere bisognerebbe fare in modo che l’attraversamento sia obbligato verso la rotonda di via Mulini, Giorgio Verrini (ApC) invece ha affrontato il problema individuando nel possibile interramento della strada un modo anche utile a ricucire due parti della città tagliate da via Cattani. Marco Bagnoli (Pd) ha ricordato come in Traversa S.Giorgio e in via Tre Febbraio i semafori pedonali abbiano adempiuto bene alla loro funzione mentre Roberto Andreoli (capogruppo Pdl) ha chiesto infine conto all’assessore dei tempi di realizzazione del progetto appena prsentato in aula.

D’Addese ha replicato intanto rammentando come vicino all’incrocio con via Bollitora esista già in via Cattani un sottopasso e che comunque servono almeno 100 metri di inclinazione delle rampe per realizzare un manufatto simile. “L’ipotesi di mettere staccionate o altri elementi decorativi lungo la strada per evitare attraversamenti selvaggi può essere interessante, anche se si tratterebbe di piantarne ben 1000 metri in tutto. Il semaforo a chiamata ha poi anche il vantaggio di diminuire la rumorosità del traffico. Per il Piano urbano del traffico siamo ormai pronti, abbiamo pensato ad incontri con i cittadini e le associazioni – ha concluso – per raccogliere su di esso indicazioni e ovviamente lo porteremo all’esame del Consiglio comunale”.

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Il Consiglio comunale di Carpi durante la seduta di giovedì 5 novembre ha visto anche la presentazione di due interrogazioni, ambedue sullo stesso argomento, ovvero lo spostamento del servizio di Anatomia Patologica dell’ospedale Ramazzini, l’una della consigliera Daniela Depietri (Pd) e l’altra della collega Giuseppina Baggio (PdL). Questa struttura si occupa dell’analisi dei tessuti citologici ed istologici prelevati dai chirurghi e da clinici, e vede impegnati una decina di sanitari. Dovrebbe essere trasferito al Policlinico di Modena. Le interroganti domandavano alla Giunta “di sapere se effettivamente questo trasferimento avverrà, quali e quanti vantaggi l’Azienda Usl ha ipotizzato di ricavarne da ciò, se verranno garantite al Ramazzini attività con equipe multidisciplinari e i tempi di risposta attuali” (Depietri), “se il Comune intende attivarsi affinché i cittadini abbiano informazioni più precise sul destino del Ramazzini, se si sia già interessato per conoscere quali siano le intenzioni di Ausl e Provincia in ordine all’offerta sanitaria del nostro territorio, quale il costo complessivo dei lavori di ristrutturazione, se la Giunta intende percorrere ancora la strada della costruzione altrove di un nuovo nosocomio” (Baggio).Le risposte alle domande delle due consigliere sono state affidate ad una lettera del Direttore Generale dell’Azienda Usl di Modena Giuseppe Caroli, della quale ha dato lettura l’assessore alle Politiche sociali Miria Ronchetti, che ha però precisato come in merito alle ultime richieste di Baggio avesse già dato una risposta recentemente in Consiglio il Sindaco Campedelli. Caroli ha spiegato come il progetto di spostamento è stato sviluppato “in totale coerenza con gli elementi cardine della programmazione locale, che intende dare risposta alle rilevanti criticità segnalate negli ultimi anni dagli operatori del Ramazzini a cui si rivolge il servizio di Anatomia Patologica; che i risultati attesi da tale riorganizzazione sono certamente volti a conseguire un complessivo potenziamento dell’offerta di servizi per l’ospedale di Carpi, avvalendosi in questo specifico caso delle riconosciute e consolidate qualità tecnico- professionali e gestionali della struttura di Anatomia Patologica del Policlinico, il tutto nel rispetto della necessità di evitare inutili duplicazioni di servizi. A Carpi – ha spiegato Caroli – verrà garantita l’attività di ‘estemporanea’ con un nucleo di spazi ed apparecchiature e personale adeguato ad assicurare i livelli quali-quantitativi richiesti, tanto da garantire e potenziare diverse collaborazioni già in essere. Ci sarà poi un pool unico di medici e tecnici, con il trasferimento del personale all’Azienda Policlinico. L’offerta sanitaria a Carpi non è diminuita anzi è aumentata sia per quanto concerne l’ospedale sia per le attività territoriali che hanno sviluppato una serie di servizi integrati ad alta qualità”. Dopo avere citato una serie di questi servizi Caroli ha poi inserito nella sua lettera di risposta il costo complessivo dei lavori di ristrutturazione in corso presso l’ospedale di Carpi, ovvero 9 milioni e 228 mila euro: di questi 5,5 milioni sono previsti per la costruzione del Bunker per l’Acceleratore lineare, 1,6 milioni per gli ambulatori di libera professione, compresa la ristrutturazione di atrio e locali dedicati al culto, e 1 milione per la realizzazione dei servizi commerciali (bar, edicola, fioraio) e del collegamento coperto. Daniela Depietri ha replicato alle affermazioni di Caroli spiegando come gli scatoloni siano già stati preparati al servizio: “non possiamo permettere che le cose non vengano dette ai cittadini e che solo dopo due interrogazioni in Comune e Provincia vengano diffuse le notizie”. La collega Baggio ha ribadito invece come dopo l’apertura di Baggiovara l’ospedale cittadino sia stato impoverito. “Speriamo che vengano vantaggi futuri da queste riorganizzazioni e realizzazioni”.