La rassegna Giovanni Muzzioli (1854-1894). Il vero la storia e la finzione, a Palazzo Foresti di Carpi dal 27 novembre 2009 al 24 gennaio 2010, per la prima volta analizza l’intero percorso artistico del pittore modenese Giovanni Muzzioli. Un nome noto negli ambienti macchiaioli di Firenze del secondo Ottocento che nel 1991 era stato in parte studiato in un rassegna al Museo Civico d’Arte di Modena.
I curatori dell’appuntamento Paul Nicholls, Graziella Martinelli Braglia e Luciano Rivi hanno allestito a Palazzo Foresti 80 opere: 56 dipinti di Giovanni Muzzioli e 24 di artisti a lui vicini per rapporti di amicizia e intenzioni di ricerca formale, soprattutto emiliani e toscani, tra cui molti importanti macchiaioli, come Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Giovanni Boldini, Gaetano Bellei, Silvestro Reggianini, Cirillo Manicardi, Luigi Bazzani, Adolfo Tommasi, Luigi Gioli, Francesco Vinea, Tito Conti e Federico Andreotti.
Le ricerche effettuate in occasione della mostra a Palazzo Foresti restituiscono soprattutto di Muzzioli il ruolo primario che ricoprì negli ambienti artistici più vitali a Firenze, dove era giunto nel 1876 come vincitore del premio artistico modenese Luigi Poletti. Emerge qui la sua frequentazione dei gruppo del “parionisti” presso la trattoria della “Sora Zaira in Parione”, con gli amici Barabino, Lega e Fattori, e del Circolo Artistico fiorentino, che organizzava mostre, concerti, feste e conferenze con Diego Martelli e Corrado Ricci, e accoglieva Vinea, Ussi, Barabino, Gelli e altri. Con essi il pittore modenese stabilì legami d’amicizia che hanno riscontro nell’opera stessa, a livello di affinità di soggetti e d’interpretazione, come la mostra ben evidenzia. Muzzioli riveste inoltre la carica di presidente del Circolo ai primi degli anni Ottanta, ed è consigliere della Società Promotrice di Belle Arti, mentre le sue opere entrano nelle più prestigiose collezioni della città, da quella Alinari a quella del barone Levi.
La mostra intende inoltre documentare, attraverso la figura di Giovanni Muzzioli, aspetti significativi della cultura artistica degli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento tra l’Emilia e la Toscana, caratterizzata da un equilibrio tra modelli pittorici e soggetti di ambito naturalista da una parte, soggetti storici e di genere dall’altra. Si alterneranno nelle sale di Palazzo Foresti misurati paesaggi, sobrie vedute, partecipate rappresentazioni della vita dei campi o dell’ambiente borghese, insieme a brillanti rievocazioni in stile neosettecentesco o neopompeiano, questi ultimi i soggetti più riconosciuti dell’artista modenese.
Le opere di Muzzioli esposte – prestate da raccolte pubbliche come Palazzo Pitti di Firenze e la Galleria Ricci Oddi di Piacenza, e importanti collezioni private italiane – sono la testimonianza di una rete articolata, ma unitaria, di esperienze da leggersi di volta in volta in riferimento agli sviluppi della ricerca sul vero, alla richiesta dei circuiti mercantili internazionali e della committenza, alle riflessione sulla storia.
Nelle opere di Muzzioli si ritrova insomma ulteriore conferma di quanto buona parte della produzione artistica del secondo Ottocento debba essere indagata guardando a un insieme di stimoli, individuabili tra scrupolosa ricostruzione storica, libera rievocazione e attenta indagine della natura, non dimenticando di riscontrare tutta una serie di elementi variamente fusi e alternati a seconda delle occasioni e delle richieste espositive e di mercato.
Presente alle più importanti esposizioni nazionali, le sue opere, soprattutto quelle a soggetto pompeiano, verranno vendute in tutta Europa, grazie anche agli stretti rapporti con il gallerista fiorentino Luigi Pisani che già collaborava con alcuni dei maggiori artisti macchiaioli.
Particolarmente significativa, infine, è la scelta della sede espositiva: Palazzo Foresti, edificio realizzato in stile neorinascimentale alla fine dell’Ottocento, fu infatti già sede della raccolta di Pietro Foresti, grande estimatore di Muzzioli e collezionista internazionale che diede un impulso decisivo alla nascita, nel 1914, dei Musei civici di Carpi. Ritorneranno così fra l’altro nella loro antica “casa” alcune opere del pittore, già parte tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento della raccolta d’arte del collezionista carpigiano.
L’iniziativa, avviata secondo una nuova forma di collaborazione tra enti pubblici e realtà collezionistiche private, è promossa dalla Società Palazzo Foresti di Carpi e da Assicoop Modena Unipol Assicurazioni, in collaborazione con il Comune di Carpi, il Museo Civico d’Arte di Modena e i Musei di Palazzo dei Pio di Carpi.