Interesse ed emozione sono i sentimenti prevalenti che i numerosi visitatori hanno manifestato nei confronti dell’esposizione reggiana Il Battito di ciglia dedicata ai lavori del pittore Michele Munno, inaugurata pochi giorni fa a Reggio Emilia contemporaneamente in due sedi espositive: l’Officina delle arti e il Mauriziano.
Una partenza estremamente positiva per la mostra promossa dal Comune di Reggio assessorato Cultura e Università – Musei civici – Officina delle arti in collaborazione con il Circolo degli artisti.
Una sessantina di opere pittoriche, tra cui alcune realizzate side specific, costituiscono il percorso espositivo che, tra le due diverse sedi, sviluppa alcuni temi di ricerca che indicano le personali direzioni di cammino dell’artista per il quale si è parlato di “visionarietà padana” che, dalla lezione informale, torna ad approfondire gli aspetti più lirici e soggettivi del naturalismo, mentre la scrittura minuta di alcuni dei suoi sfondi sembra rievocare il clima degli automatismi psichici di André Masson.
Michele Munno è attivo da fine anni Ottanta, e diverse sono state le fasi tematiche del suo lavoro: le foglie, le nature morte, le figure ponte, gli amici, i bamboli, le case. Negli ultimi lavori l’artista dipinge grandi forme pure e ben definite su sfondi uniformi. Gli oggetti perdono drammaticità e acquistano una identità autonoma, bastano a sè stessi: questa, in fondo, è sempre stata la funzione della cosiddetta natura morta, da Caravaggio alla Pop Art. Il biomorfismo delle composizioni, la vitalità della linea, la matericità dei colori, una certa inquietudine dello spazio che tende a slittare o a stringere piani di colore definito eppure pulsante, evidenziano il rapporto contraddittorio fra familiare ed estraneo che, da Freud in poi, è stato considerato il movente di quello speciale turbamento che ci si attende dall’arte.
L’ingresso è libero.
Accompagna l’esposizione un volume Michele Munno. Il battito di ciglia edito da Diabasis Editore con un intervento dell’artista, testi di Gustavo Giacosa, Maurizio Giuffredi e un ricco apparato iconografico.
La mostra è visitabile sino al 29 novembre, dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 20.
Michele Munno è nato in Puglia. Nell’adolescenza si è trasferito in Lombardia, dove ha vissuto con la famiglia nella barchessa di una villa settecentesca: la serra dove si riparavano le piante d’inverno è stata il suo primo studio. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Monza e si è diplomato nel 1982 nella sezione di Progettazione e Design. Nel 1986 la sua mostra personale presso la galleria milanese di Salvatore Ala ha suscitato grande eco di pubblico e di stampa; alcuni anni dopo la galleria Ulysses di Vienna ha esposto il suo lavoro alla Fiera d’arte di Basilea, insieme a quello di Vedova e di Arnulf Rainer; nel 1995 è stato tra i fondatori dell’atelier Adriano e Michele nell’Istituto di riabilitazione psichiatrica Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro, valorizzando così il talento di alcuni artisti oggi famosi nel mondo dell’Outsider Art. Da sempre ha privilegiato l’analisi della natura e del suo sviluppo organico. Nel suo lavoro appaiono alcuni elementi linguistici ricorrenti che nel corso degli anni sono diventati vere e proprie icone: le foglie, i volti, la casa, gli uccellini. Attualmente lavora in un grande studio a Marena di Specchio (Solignano, Parma) dove il suo linguaggio iconografico si è arricchito di nuovi temi e suggestioni cromatiche.
Per informazioni
Comune di Reggio Emilia – assessorato Cultura e Università Tel. 0522 456249