La decisione di chiudere lo stabilimento modenese della Nacco, la multinazionale americana che produce carrelli elevatori, è «improcrastinabile». L’azienda, tuttavia, assicura la massima disponibilità a trovare soluzioni per il ricollocamento dei 90 dipendenti e garantisce che non ci saranno conseguenze per le imprese locali fornitrici del gruppo.
E’ quanto ha spiegato l’amministratore delegato della Nacco, Francois Serfontein nel corso di un incontro, chiesto dall’azienda, che si è svolto nel pomeriggio di giovedì 15 ottobre nella sede della Provincia di Modena con il presidente Emilio Sabattini e l’assessore alle Politiche del lavoro Francesco Ori.
«Da parte dei vertici dell’azienda – spiega Francesco Ori – è stata confermata la decisione irrevocabile di portare avanti il processo di riorganizzazione imposto dalla crisi dei mercati mondiali, chiudendo lo stabilimento modenese».
«E’ una decisione dalle gravi ricadute per i lavoratori e le loro famiglie. Di questo i vertici aziendali sono consapevoli – aggiunge il presidente Sabattini – e proprio per attenuare l’impatto sociale di questa scelta ci hanno espresso la determinazione a portare avanti un confronto costruttivo con i sindacati e i lavoratori, con l’obiettivo di mettere in campo ogni iniziativa utile a favorire il loro ricollocamento».
L’amministratore delegato della Nacco, infine, ha assicurato che la chiusura dell’unità produttiva di Modena non avrà ricadute negative per le imprese dell’indotto, che continueranno ad essere fornitrici del gruppo.