Il coordinamento sindacale del gruppo Marazzi, riunito ieri – martedì 13 ottobre – conferma il giudizio negativo già espresso da Femca-Cisl, Filcem-Cgil, Uilcem-Uil di Modena, Reggio ed Emilia-Romagna sulle linee di fondo del piano di riorganizzazione illustrato la settimana scorsa dalla Marazzi. «Un piano di questo tipo, tutto centrato su tagli del personale e chiusure di stabilimenti, oltre a essere in contrasto con le linee guida del “Patto per attraversare la crisi” firmato in maggio da Regione e parti sociali, non garantisce sviluppo e prospettiva alla Marazzi, in particolare per quanto riguarda la sua presenza in Italia e nel nostro distretto – afferma il coordinamento sindacale del gruppo – Per queste ragioni diciamo no alla chiusura di due stabilimenti, no all’esclusione dalla trattativa dei lavoratori somministrati e delle cooperative, no alla revisione dei trattamenti contrattuali in essere per tagliare i costi, no al taglio di oltre 360 occupati. Chiediamo – continuano i sindacati – che il confronto riprenda sulla base di una profonda revisione delle scelte dell’azienda mettendo al centro il piano industriale, gli investimenti, le innovazioni di prodotto, le politiche commerciali e di presidio dei mercati (dalle aree geografiche ai nuovi settori di utilizzo del prodotto ceramico), le politiche di risparmio energetico, una logistica più efficiente e di sistema». Il coordinamento sindacale ha stabilito che la vertenza deve svilupparsi a livello dell’intero gruppo e non per singolo territorio. Per questo Femca, Filcem e Uilcem chiederanno urgentemente la convocazione del Cae (Comitato aziendale europeo) per coordinare le iniziative sindacali a livello continentale. Le organizzazioni sindacali e le Rsu, inoltre, chiederanno di aprire un confronto con tutti i soggetti interessati per definire politiche attive a sostegno del settore e del distretto e azioni atte a fornire i supporti e gli strumenti a fronte delle ristrutturazioni e delle innovazioni necessarie. «A tal fine – proseguono i rappresentanti dei lavoratori – le istituzioni dovranno coordinarsi con un ruolo centrale della Regione Emilia-Romagna, che ha competenza per le politiche industriali, per le politiche attive del lavoro e per gli ammortizzatori sociali, come definito dal patto sottoscritto con le parti sociali nel mese di maggio 2009 con l’obiettivo di evitare i licenziamenti e salvaguardare le capacità produttive aziendali. Le iniziative sindacali proseguiranno con presidi davanti a tutti gli stabilimenti per dare visibilità alla vertenza e sostegno alle posizioni espresse dal coordinamento sindacale. Ulteriori iniziative di lotta verranno decise in funzione del proseguimento del confronto con l’azienda, il cui primo appuntamento è fissato per lunedì prossimo 19 ottobre». Il coordinamento sindacale del gruppo Marazzi esprime, poi, soddisfazione per l’adesione allo sciopero di lunedì scorso 12 ottobre. «La giornata di mobilitazione, pienamente riuscita, ha confermato la forte unità dei lavoratori del gruppo. La notevole partecipazione all’iniziativa di lotta, compresi i lavoratori somministrati e delle cooperative, è stata la risposta più chiara al tentativo dell’azienda di dividere i lavoratori tra stabilimenti, tra operai e impiegati, tra dipendenti con contratto a tempo indeterminato e lavoratori precari e in appalto», conclude il coordinamento sindacale del gruppo Marazzi.