Rifondazione Comunista aderisce allo sciopero dei lavoratori Atcm previsto per lunedì e condivide le motivazioni che hanno portato i sindacati a proclamare l’agitazione.
Le pesanti ripercussioni sui lavoratori del trasporto pubblico e sugli utenti dovute all’introduzione del nuovo piano dei trasporti, voluto dalla nuova Atcm privatizzata, merita una risposta forte come quella messa in campo dai sindacati. Le nuove corse sono infatti state organizzate con l’unico criterio del massimo profitto aziendale, senza ascoltare le ragioni e le proposte delle organizzazioni sindacali e del comitato utenti, che avrebbero portato un contributo di esperienza alla direzione aziendale. Inefficienze che i lavoratori pagano con carichi di lavoro straordinari e che i cittadini subiscono con i disservizi delle corse e, da qualche mese a questa parte, pure con l’aumento del biglietto del 5% voluto dal nuovo partner privato francese che detiene il 49% dell’azienda che fino allo scorso anno era dei modenesi.
Appare infatti sempre più evidente come le scelte della nuova Atcm privatizzata siano finalizzate a scaricare sui lavoratori e sugli utenti i costi del trasporto pubblico tagliando sulle corse, sugli autisti e sui mezzi.
Il caos organizzativo di oggi però non è solo frutto di inefficienza e politiche aziendali orientate al risparmio, ma è la conseguenza diretta della scelta, voluta fortemente dal PD, di privatizzare il trasporto pubblico modenese. Del resto dov’è che un qualsiasi privato può ricavare economie facili e veloci? Riducendo il costo del lavoro e aumentando il costo del servizio.
Quando Rifondazione si oppose a questa scelta ci dicevano che l’ingresso di un privato avrebbe portato efficienza e qualità al trasporto pubblico. Bene, lavoratori e utenti non se ne sono accorti!
(Stefano Lugli – segretario Federazione PRC Modena, Francesco Giliani – segretario Circolo PRC “Gramsci” di Modena)