Sorgerà a Finale la prima fabbrica italiana per la produzione di blocchetti in legno per pallets, ottenuti riciclando rifiuti legnosi, in particolare gli scarti derivati dalle operazioni di sfalcio di strade e giardini. Si attende soltanto il parere della Via (Valutazione di impatto ambientale) provinciale – che date le caratteristiche dell’insediamento non dovrebbe opporre impedimenti – poi il nuovo stabilimento produttivo potrà essere realizzato, entro dicembre 2010, su un’area di 63 mila metri quadrati a ridosso della Panaria Bassa, nel Polo Industriale di Finale Emilia.
L’idea è di Alberto Spallanzani, ex titolare di Ceramica Impronta e ora proprietario di Ecoblocks srl.
L’innovativo impianto prende forma da una semplice considerazione: ogni anno vengono costruiti 8 miliardi di pallets nel mondo che necessitano di 72 miliardi di cubetti di legno. Un’indagine di mercato rileva che il 90 per cento di questi sono prodotti con legno massello, con evidenti conseguenze per il disboscamento, mentre la quota di mercato dei blocchetti realizzati con legno riciclato è soltanto del 2 per cento ed è monopolio quasi totale di un’azienda tedesca.
Ecoblocks, che ha già stretto rapporti con un grande produttore di pallets nel mantovano, si pone l’obiettivo di conquistare quote importanti di questo mercato, sfruttando i tanti scarti legnosi che le discariche regionali ora bruciano.
Il primo step di lavorazione prevede il ritiro di 120 mila tonnellate/anno, in particolare appoggiandosi ad Hera e Enia, la multiutility piacentina. I rifiuti legnosi subiranno poi una sorta di pulizia per separare il legno dagli scarti (chiodi, plastica, vernici): l’85 per cento del prodotto finale verrà utilizzato per realizzare blocchetti da riciclo, mentre il 15 per cento verrà bruciato per produrre il calore necessario al funzionamento degli impianti produttivi.
“La proprietà investirà 28 milioni di euro – spiega il sindaco di Finale Emilia, Raimondo Soragni – e potrà dare lavoro a 40 persone. Chi critica queste operazioni ci dica cosa dobbiamo fare per portare occupazione in paese, soprattutto in un momento di crisi dove, di fronte alla chiusura di alcune aziende, i nostri cittadini ci chiedono di creare nuovi posti di lavoro. Gli studi evidenziano che le ceramiche hanno emissioni sei volte superiori al progetto di Ecoblocks, mentre il ciclo produttivo è lo stesso utilizzato nella realizzazione dei pannelli per i mobili. Perciò non abbiamo alcuna remora ad appoggiare l’iniziativa di un imprenditore conosciuto e stimato. Avrei voluto avere io quest’idea!”.
“E’ una fabbrica normale – ammette l’assessore alle attività produttive, Angelo d’Aiello – che, se passerà la Via, sorgerà in una zona artigianale. Oltretutto risponde alle direttive mondiali che chiedono di incentivare le energie rinnovabili. Finora nessuno in Conferenza dei Servizi ha dato parere contrario, proprio perché l’insediamento non ha gravi controindicazioni. Vorrei poi fare chiarezza: lo zuccherificio e il compost di via Ceresa sfruttano altre tipologie di materie prime, mentre Ecoblocks può utilizzare solo legno”.