Home Lavoro Riorganizzazione Marazzi: mobilitazione dei lavoratori per contrastare le chiusure aziendali

Riorganizzazione Marazzi: mobilitazione dei lavoratori per contrastare le chiusure aziendali

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CislNon si è fatta attendere la reazione dei sindacati dei ceramisti al piano di riorganizzazione e ristrutturazione del gruppo Marazzi, presentato ieri – martedì 6 ottobre – e relativo ai siti italiani.

Femca-Cisl, Filcem-Cgil, Uilcem-Uil di Modena e la Rsu della Marazzi hanno proclamato la mobilitazione di tutti i lavoratori di Marazzi Group.

Le modalità prevedono il blocco immediato di tutte le prestazioni straordinarie e uno sciopero di otto ore che si terrà lunedì prossimo 12 ottobre; interesserà tutti i turni di lavoro e comprenderà anche un presidio in via Regina Pacis a Sassuolo, sede centrale del gruppo. «L’azienda ha giustificato il piano con la profonda crisi di mercato che attraversa il settore e che ha investito la stessa Marazzi – riferiscono i sindacati – Il piano prevede un percorso di ristrutturazioni e accorpamenti produttivi che determinano gravi ripercussioni sugli stabilimenti modenesi e reggiani a causa dei ridimensionamenti produttivi e occupazionali. Gli stabilimenti di Ragno Sassuolo (a eccezione della parte logistica) e Ragno Iano cesseranno ogni attività produttiva, provocando un esubero di circa 295 lavoratori e lavoratrici; il terzo fuoco interno vedrà ridotta la produzione con un esubero di circa undici addetti. La riorganizzazione interesserà anche la parte impiegatizia, nella quale sono previsti circa 60 esuberi tra gli impiegati amministrativi, commerciali e tecnici degli uffici di Modena e Sassuolo».

Femca-Cisl, Filcem-Cgil, Uilcem-Uil di Modena e la Rsu della Marazzi aggiungono che l’azienda ha proposto un percorso che prevede la parziale ricollocazione dei dipendenti in esubero sugli impianti in fase di installazione negli stabilimenti di Sassuolo e in sostituzione del personale di cooperative e di lavoratori somministrati. Una proposta che la delegazione sindacale giudica inadeguata e insufficiente a garantire la tenuta occupazionale e la capacità produttiva delle fabbriche italiane.

«Il saldo occupazionale rimane negativo per l’impossibilità di collocare tutto il personale in esubero. Inoltre – continuano i sindacati dei ceramisti – vengono meno un importante sito produttivo come quello di Ragno Iano, recentemente oggetto di investimenti e riorganizzazione, e una realtà storica come la Ragno di Sassuolo. Emerge chiaramente la volontà dell’azienda di spostare la maggior parte delle produzioni negli stabilimenti extraeuropei». Per queste ragioni, al termine della riunione tenuta ieri – martedì 6 ottobre – presso Confindustria Ceramica, la delegazione sindacale ha deciso di contrastare le decisioni contenute nel piano Marazzi con l’immediata mobilitazione di tutti i lavoratori del gruppo.