“Abbiamo spesso affermato che nelle piccole imprese i dipendenti non rappresentano solo “capitale” umano, ma il vero patrimonio di competenze e conoscenze di questo tipo di aziende. I dati che la Divisione Studi e Ricerche di Cna Modena ha elaborato in merito alle retribuzione medie ed al ricorso agli ammortizzatori lo dimostrano in cifre”. E’ la presentazione di Luigi Mai, presidente di Cna Modena, di due analisi sviluppate dall’Associazione.
La prima di queste fa riferimento al ricorso agli ammortizzatori sociali, Cassa Integrazione ed Eber, calcolati su un ampio campione di imprese – 4.949 aziende per oltre 33.300 dipendenti – delle quali 952 (il 19,2%), nel periodo gennaio-settembre 2009, hanno fatto ricorso – anche per una sola ora – ad ammortizzatori sociali, coinvolgendo 7.322 lavoratori. Una percentuale del 22%, in salita rispetto al dato rilevato in agosto, quando il numero di lavoratori coinvolti dall’utilizzo di ammortizzatori sociali era stato del 21,2%.
“Significa – continua Mai – che in provincia di Modena, sulla base del nostro campione, un lavoratore su cinque è stato sospeso dal lavoro con il sostegno degli ammortizzatori. Una percentuale che sale a quasi uno su quattro nelle imprese oltre 50 dipendenti, e che scende, invece, nelle piccole imprese”. Questa osservazione porta a ritenere che la percentuale di cassaintegrati a Modena sia addirittura più elevata, in considerazione del fatto che il campione Cna conta un maggior numero di piccole imprese rispetto al dato medio provinciale.
Cna ha anche calcolato gli stipendi medi corrisposti ad agosto dalle imprese modenesi, evidenziando come le differenze tra piccole e grandi imprese siano estremamente limitate: appena 12 euro in più nella busta paga di chi lavora nelle grandi imprese.
“Recentemente il Presidente dell’Ires Agostino Megale ha presentato un’indagine che stimerebbe in 8.400 euro il divario salariale annuo tra i dipendenti di industria e Pmi, a vantaggio dei primi. Evidentemente questa analisi non tiene conto delle diversità geografiche, perché, per quanto riguarda Modena, la differenza di stipendi ammonta a circa 150 euro. E’ quindi certo che nel nostro territorio, il lavoro nelle piccole imprese non appare penalizzato”, rileva Mai.
“In questi numeri – conclude il Presidente di Cna Modena – al di là di ogni considerazione, c’è la dimostrazione concreta del fatto che la ricchezza del nostro sistema economico sta nella qualifica professionale degli addetti. Notoriamente nelle piccole imprese il capitale tecnologico per dipendente è più basso. Ciò significa che proprio nelle Pmi si investe maggiormente nelle persone, sulla base di una sorta di “patto” tra imprenditori e lavoratori. E non a caso nelle piccole aziende la conflittualità sindacale è più bassa rispetto alle industrie. Crediamo che questa esperienza, maturata grazie anche ad istituti come la contrattazione di secondo livello, peraltro confermata dal recente accordo sul lavoro sottoscritto da associazioni e sindacati, sia un valore da difendere per superare la crisi”.