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Inaugurazione mostra “Architetti e ingegneri emiliano-romagnoli nel mondo”

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calendarioMartedì 6 ottobre alle 18,30 a Bologna, presso gli spazi espositivi della Fondazione Carisbo in Palazzo Saraceni, via Farini 15, sarà inaugurata la mostra “Architetti e ingegneri emiliano-romagnoli nel mondo“.

L’esposizione, realizzata dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo in collaborazione con la Fondazione Carisbo, a cura di Bruno Di Bernardo e Claudio Bacilieri, raccoglie per la prima volta le opere di dieci architetti emiliano-romagnoli che, dalla metà del secolo XVI fino ai giorni nostri, hanno lasciato segni profondi della genialità e della passione civile che caratterizzano il territorio regionale.

All’inaugurazione saranno presenti la presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo Silvia Bartolini, il prof. Paolo Ceccarelli, ex preside e docente della Facoltà di Architettura di Ferrara e il presidente della Fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco.

La mostra

Dal lavoro della Consulta, orientato a valorizzare le presenze emiliano-romagnole nel mondo, sono emerse figure di architetti, ingegneri, costruttori e cartografi che, poco conosciuti in patria, sono ancora celebrati nei Paesi in cui hanno operato. Si pensi al romagnolo Agustín Codazzi, considerato eroe nazionale in Colombia, Venezuela ed Ecuador; al bolognese Giuseppe Antonio Landi, che portò il classicismo europeo nell’Amazzonia brasiliana; al ferrarese Adamo Boari, autore dell’edificio forse più bello di Città del Messico; a Carlo Zucchi, che ha firmato la Plaza Independencia a Montevideo, simbolo della libertà uruguaiana. O ancora gli Antonelli, architetti militari costruttori di fortezze nei possedimenti caraibici della Spagna, che oggi sono patrimonio dell’Umanità dell’Unesco; il reggiano Antonio Panizzi, che disegnò la cupola della British Library a Londra; Emilio Rosetti, costruttore e scienziato in Argentina; il modenese Guido Jacobacci, progettista delle ferrovie patagoniche; il ferrarese Giovanni Tosi, architetto in Uruguay; e l’unico vivente del gruppo, Roberto Gandolfi, figlio di emigrati, autore del celebre palazzo Petrobras a Rio de Janeiro.

La mostra, costituita da 46 pannelli (formato 100 x 120), resterà aperta in Palazzo Saraceni fino all’11 ottobre, sarà poi dal 12 al 24 all’Urban Center in sala Borsa per poi salpare in Brasile, dove sarà ospitata alla VIII Biennale di Architettura di San Paolo, dal 31 ottobre al 6 dicembre. Tornerà in Italia, a Forlì, e proseguirà poi il suo viaggio a Montevideo, sede del teatro Solís, che la Regione Emilia-Romagna ha contribuito a ristrutturare, realizzato da Carlo Zucchi.

L’esposizione è corredata da un catalogo edito da Hemingway Sas, a cura di Bruno Di Bernardo.