Più ferro, meno gomma. Ovvero, riequilibrare il sistema di trasporto delle merci in Emilia-Romagna sviluppando quello ferroviario, in modo da ridurre l’inquinamento ambientale e aumentare la sicurezza della circolazione. E’, in sintesi, quanto prevede un progetto di legge regionale – “Interventi per il riequilibrio del sistema di trasporto delle merci” – approvato dalla giunta, che andrà domani in Commissione territorio, ambiente e mobilità.
Per incentivare il trasporto su ferro, la Regione Emilia-Romagna metterà a disposizione di tutte le imprese logistiche e ferroviarie complessivamente nove milioni di euro di contributi in tre anni (tre milioni per ogni anno), a partire dal 2010. La condizione è che queste ultime “scontino” il contributo dallo schema tariffario applicato ai clienti.
“Purtroppo, in assenza di un provvedimento nazionale, ogni realtà si muove in base alle proprie sensibilità – dichiara l’assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Alfredo Peri – . Noi riteniamo che in un momento di crisi, dove sul tema del trasporto merci si rischia di perdere il lavoro di anni, occorre sostenere chi ancora è convinto che i servizi ferroviari debbano aumentare e non calare. La Commissione europea – conclude Peri – ha autorizzato il nostro progetto di legge, che consentirà di spendere risorse del bilancio regionale destinate agli operatori che trasportano merci su ferro”.
A livello europeo, il calo del traffico ferroviario si è attestato intorno al 25%. Per contrastare questa tendenza, in base al progetto di legge la Regione concederà quindi contributi per la realizzazione di servizi di trasporto intermodale a treno completo (che utilizza, cioè, più modalità in una sola operazione di spedizione) e servizi di trasporto tradizionale a treno completo (con carri tradizionali). I contributi sono finalizzati a compensare la differenza dei costi esterni aggiuntivi del trasporto su strada rispetto a quello su rotaia, in particolare per il trasporto ferroviario di corto raggio. Sono destinatarie dei contributi tutte le imprese logistiche e le imprese ferroviarie, regolarmente costituite e con sede legale in uno degli Stati membri dell’Unione europea, che organizzano il trasporto su ferro.
I contributi sono concessi, a fondo perduto, per ogni servizio ferroviario “aggiuntivo” (cioè nuovi servizi di trasporto ferroviario su nuovi tragitti e nuovi servizi su tragitti esistenti) rispetto all’anno precedente la presentazione della domanda, con origine e destinazione presso un nodo ferroviario situato in Emilia-Romagna. L’impresa beneficiaria dovrà scontare il contributo dallo schema tariffario applicato agli utenti. Si impegna, inoltre, a garantire la continuità dei servizi aggiuntivi – oggetto del contributo – almeno per i due anni successivi alla conclusione del periodo di incentivazione, e a non aumentare, per i servizi aggiuntivi, il prezzo di listino di una quota superiore al tasso di inflazione calcolato su base Istat. La giunta regionale fissa entro il mese di febbraio di ogni anno i termini e le modalità per la presentazione delle domande di finanziamento.
Per ogni servizio aggiuntivo può essere concesso un contributo per la durata minima di un anno e fino a un massimo di tre. Le richieste di contributi per servizi aggiuntivi triennali hanno priorità nell’assegnazione del contributo. L’impresa che beneficia del contributo per servizi della durata di un anno non può chiedere il contributo per il finanziamento degli stessi servizi anche l’anno successivo. L’entità del contributo è stabilita in misura decrescente per ogni anno, salvo che per la quota di servizio aggiuntivo rispetto all’anno precedente, secondo queste modalità: per il primo anno è di 1 centesimo di euro per tonnellata al chilometro; per il secondo anno è di 0,9 centesimi di euro, per il terzo è di 0,8 centesimi di euro per tonnellata al chilometro. L’importo massimo del contributo annuale concesso a ogni impresa beneficiaria può essere di 400.000 euro se i servizi aggiuntivi hanno la durata di un anno, 500.000 euro per due anni, 600.000 euro per tre anni.
Traffico merci su ferro, i numeri dell’Emilia-Romagna
I volumi di traffico ferroviario merci movimentati dai nodi intermodali dell’Emilia-Romagna si aggirano intorno ai 15 milioni di tonnellate all’anno (dati 2007). Secondo l’ITL (Istituto sui Trasporti e la Logistica) questa quota rappresenta circa il 40% del totale delle merci che potrebbero andare su ferrovia (escluso il nodo di Ravenna, in quanto porto funzionale alla distribuzione di materie prime prevalentemente in import verso tutto il nord Italia). Dei cinque macro-bacini di domanda di servizi ferroviari individuati (Piacenza, Parma, Modena/Reggio-Emilia, Bologna/Ferrara e la Romagna), la maggior consistenza di flussi potenzialmente intercettabili dalla modalità ferro si trova da un lato nell’area di Modena/Reggio-Emilia, dall’altra in Romagna: sono le aree dove nasceranno i due futuri scali attualmente in costruzione (Marzaglia in provincia di Modena e Villaselva in provincia di Forlì-Cesena).