E’ stata fin qui ampia e superiore anche alle più rosee aspettative la partecipazione dei lavoratori dipendenti delle industrie alimentari dell’Emilia Romagna agli scioperi e alle altre iniziative di mobilitazione proclamate unitariamente dalle organizzazioni sindacali di categoria confederali e dalle RSU aziendali per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, le cui trattative si sono interrotte ai primi di agosto quando l’accordo sembrava a portata di mano.
Iniziata il 7 agosto alla Pla-da Heinz di Parma, questa prima fase di lotta che ha visto gestire a livello aziendale o territoriale 16 ore di sciopero e il blocco delle flessibilità e degli straordinari si concluderà il 7 settembre con lo sciopero territoriale di Rimini. Ad oggi la mobilitazione ha visto 74 RSU aziendali proclamare circa 120 interruzioni del lavoro a livello aziendale, mentre le OOSS territoriali hanno proclamato 4 scioperi a livello di settore comprensoriale o territoriale, 21 a livello comprensoriale o territoriale. Numerosi i presidi davanti alle aziende in occasione delle giornate di sciopero. La giornata di oggi 31 agosto rappresenta il punto di maggior intensità della mobilitazione con 6 scioperi territoriali, due di settore comprensoriale e 16 scioperi aziendali. Appuntamenti significativi di mobilitazione sono ancora attesi per venerdì 4 settembre, con lo sciopero territoriale di Bologna e la assemblea provinciale dei lavoratori e con lo sciopero dei prosciuttifici del parmense i cui lavoratori faranno sentire la loro voce in occasione del Festival del prosciutto di Langhirano.
L’adesione alle iniziative mostra la volontà dei lavoratori di arrivare in tempi certi ad un accordo soddisfacente sulla base delle richieste presentate in piattaforma, e la consapevolezza che solo l’ostinata pregiudiziale di Confindustria ha fin qui impedito quello svolgimento regolare e autonomo del negoziato , che nel rispetto delle peculiarità del settore e delle sue consolidate relazioni sindacali può portare ad un accordo. Il rischio del permanere di clima conflittuale è avvertito da un numero crescente di imprese del settore che hanno esplicitamente chiesto la ripresa del negoziato e preso le distanze dalla intransigenza di Federalimentare.
La lotta unitaria dei lavoratori ha aperto dunque crepe significative nel fronte padronale.
Se Federalimentare aveva bisogno di verificare la rappresentatività delle sue controparti dovrebbe ora prendere atto della determinazione dei lavoratori e avanzare le proposte utili a chiudere l’accordo senza che si renda necessaria una nuova fase di mobilitazione.
(FLAI CGIL dell’Emilia Romagna)