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Ripresa i lavori per il nuovo grande impianto contro la siccità del Burana a Bondeno

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Impianto sussidiario II (18-08-09)_10Le persistenti piogge invernali e il ritardo d’inizio estate hanno avuto pesanti ripercussioni nell’apertura dei lavori per la costruzione del nuovo impianto Sussidiario Pilastresi a Stellata di Bondeno (Fe): una nuova importante opera del Consorzio di Burana del valore di 6.700.000 € che, oltre a scolare le acque di piena nel Po (quasi 55.000 ettari nelle province di Modena, Mantova e Ferrara), garantirà acqua per irrigare oltre 150.000 ettari di pianura ferrarese ad alta vocazione agricola.

Il cantiere, già ripetutamente sommerso l’estate scorsa, alla riapertura ha dovuto fare la conta dei numerosi danni causati dall’alto numero di giorni di pioggia registrati nell’ultimo anno. Il direttore generale del Burana, Gianni Chiarelli, ha così commentato: “negli ultimi mesi si è assistito ad una progressiva e preoccupante alterazione delle quote di fondo del fiume Po, legata anche a portate del fiume sempre piuttosto elevate. Questo aspetto, unito allo spostamento della corrente d’acqua nel fiume stesso, ha contribuito a scalzare una delle file di palancole di protezione del cantiere, costringendoci a un rimedio di emergenza con un aggravio degli oneri economici. Abbiamo infatti dovuto creare una scogliera di difesa delle palancole a lato Po e questo ci ha permesso di ripristinare le iniezioni di jet grouting, a base di malta e calcestruzzo, per gettare le fondamenta del nuovo impianto. Ora ci apprestiamo alle operazioni di pulizia della banchina per dare avvio alla costruzione della canaletta di collegamento tra impianto e contro chiavica, entrando finalmente nel vivo dei lavori di costruzione di questa nuova opera destinata a diventare strategica per i futuri approvvigionamenti idrici del Polo Pilastresi.”

Il presidente del Consorzio di Burana Fausto Balboni aggiunge: “Questo nuovo impianto Sussidiario, come quello inaugurato nel 2004, rappresenta una scelta obbligata dalle mutate condizioni in cui ci troviamo ad operare: quote di magra inferiori ai 3 metri sul livello del mare non sono più l’eccezione ma la norma. La nostra nuova soluzione impiantistica potrà prelevare dal Po anche sotto i 2,5-3 metri s.l.m. dando respiro a tutti quegli agricoltori che si trovano impotenti di fronte agli sbalzi termici che contraddistinguono il clima oggi. Vogliamo che un domani, grazie al nostro impianto, alle prime ondate di calore, quando le quote di Po precipitano velocemente, non si debbano più trovare a dover gestire coltivazioni in profonda sofferenza idrica”.