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Formazione. Le politiche attive per attraversare la crisi

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lavoro_2La Giunta regionale ha approvato il Piano delle politiche attive previsto dal Patto per attraversare la crisi, sottoscritto a maggio tra la Regione e le Parti sociali. Con un primo stanziamento vengono messi a disposizione 24,5 milioni di euro, 12 milioni per dare opportunità formative ai lavoratori e alle imprese della Regione e 12,5 milioni per i fabbisogni specifici delle imprese che verranno determinati dai monitoraggi effettuati congiuntamente dalle istituzioni e dalle parti sociali.

Le azioni formative che saranno realizzate dovranno soprattutto rispondere alle esigenze di aggiornamento, specializzazione e qualificazione dei lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali in deroga, ma saranno rivolte a tutti i lavoratori, nella logica della parità di trattamento. La formazione si rivolge alle imprese del territorio, per accompagnarle e sostenerle in questa fase di crisi ma anche per aiutarle ad adeguare competenze, professionalità e strategie in vista della ripresa economica.

“La formazione è lo strumento per innalzare le competenze dei lavoratori, delle imprese e dei sistemi di impresa, e rappresenta una leva strategica per affrontare la crisi – spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Giovanni Sedioli – Gli interventi che abbiamo programmato sono volti a prevenire e contrastare ogni forma di espulsione dal mercato del lavoro attraverso la valorizzazione della risorsa umana, e a sostenere le imprese che investono nei processi di riorganizzazione e innovazione”.

Nel dettaglio, questo primo bando rende disponibili: 11 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo per finanziare la formazione per l’aggiornamento, la specializzazione e la qualificazione professionale dei lavoratori di aziende in crisi; 5 milioni di euro per adeguare questa offerta anche ai lavoratori non interessati da provvedimenti in deroga; 2 milioni di risorse regionali per azioni di accompagnamento alle strategie di sviluppo e all’imprenditorialità; 5 milioni di euro FSE a disposizione delle Provincie per sostenere le imprese, le filiere e i sistemi produttivi locali, sulla base delle specificità territoriali; 1,5 milioni di euro di risorse nazionali dedicate alla riqualificazione professionale e al reinserimento occupazionale dei collaboratori a progetto delle aziende interessate da situazioni di crisi.

I bandi sono rivolti agli organismi accreditati dalla normativa regionale per la realizzazione delle attività formative, alle imprese e alle società di servizi.

Una prima azione a bando riguarda l’aggiornamento e la specializzazione dei lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori in deroga, con corsi di formazione di 40 ore che dovranno essere attivati in modo tempestivo, ogni quattro lavoratori inviati dal Centro per l’impiego. Sono i Centri per l’impiego, infatti, che accompagneranno il lavoratore nell’individuazione del percorso formativo più indicato. Inoltre i percorsi formativi fortemente strutturati saranno disponibili e inseriti all’interno di un catalogo regionale.

Con lo strumento del bando aperto saranno finanziati piani formativi di singole aziende interessate da provvedimenti di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga. I destinatari dei corsi sono in via prioritaria i lavoratori in cassa integrazione, ma anche i colleghi non interessati da provvedimenti di ammortizzatori sociali, nell’ottica di rendere maggiormente efficace l’azione formativa a sostegno dei processi di ristrutturazione aziendale.

La stessa procedura permetterà di finanziare piani formativi a supporto dei processi di crescita aziendale, cioè di quelle aziende che assumono lavoratori in mobilità. I destinatari del piano sono infatti i lavoratori in mobilità neoassunti, che necessitano di formazione per il nuovo ruolo, ma anche gli altri lavoratori dell’impresa.

Per accompagnare le imprese nella definizione di strategie di sviluppo e innovazione e per sostenere progetti di imprenditorialità saranno attivati percorsi mirati intervenendo, nel primo caso, a sostegno delle figure imprenditoriali e nel secondo caso sulle competenze dei dipendenti lavoratori che intendono subentrare agli imprenditori o dei lavoratori fuoriusciti dal ciclo produttivo per dotarli di strumenti per ricoprire il ruolo di imprenditore.