«Per contrastare gli effetti della crisi è necessario unire gli sforzi di tutti, adottando una strategia comune. Partendo da quella che a nostro parere è una priorità assoluta: salvare le imprese, che creano occupazione e benessere e non devono essere lasciate sole in questo momento di difficoltà. Salvare le imprese significa salvare le famiglie». L’ha affermato il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini aprendo i lavori dell’assemblea generale provinciale anti-crisi che si è svolta oggi nella sala del Consiglio provinciale.
« Il rischio reale di una riduzione o addirittura della scomparsa di componenti importanti del tessuto imprenditoriale – ha spiegato l’assessore alle Politiche economiche Palma Costi – oltre alle ricadute sociali rischia di compromettere quell’assetto produttivo che ha permesso di raggiungere gli alti livelli di qualità, specializzazione e flessibilità, cioè i fattori che da decenni rappresentano i punti di forza e di vantaggio competitivo dei nostri distretti» (comunicato n. 827).
Nell’aiutare le imprese a superare questa fase difficile e a riposizionarsi su una economia reale sempre più orientata alla qualità di prodotto e di processo , sulla qualità del lavoro e sulla responsabilità sociale – ha spiegato Sabattini – «un ruolo centrale lo svolgono certamente le banche, alle quali chiediamo di allargare il più possibile le maglie per quanto riguarda la valutazione delle richieste di credito per le piccole e medie aziende, superando le rigidità dei criteri di Basilea 2, come del resto ha sollecitato a fare la stessa Banca d’Italia. Agli istituti di credito – ha aggiunto Sabattini – chiediamo inoltre di costituire un Fondo per sostenere i processi di aggregazione delle piccole imprese nell’innovazione, la ricerca, l’internazionalizzazione e di potenziare il Fondo per gli anticipi della cassa integrazione straordinaria, estendendolo anche ai lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori sociali in deroga».
Una proposta specifica, la Provincia la rivolge alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena perché si faccia parte attiva presso Carimonte Holding per «destinare una quota consistente di risorse a un Fondo di contro-garanzia per i consorzi fidi, per i quali l’assunzione di rischi sempre più elevati rappresenta un elemento di forte criticità. Sarebbe un intervento utile a sbloccare i finanziamenti a tante piccole e medie imprese, per i quali l’accesso al credito è fondamentale in questo momento».
Le politiche a sostegno delle imprese e dell’occupazione – ha aggiunto Sabattini – saranno «una delle priorità nell’azione della Provincia, con un occhio non solo all’attuale momento di emergenza ma anche al futuro, al dopo-crisi».
Altra priorità d’intervento sono le politiche sociali «per sostenere le migliaia di famiglie alle quali il reddito si è ridotto in maniera significativa. I bilanci degli enti locali per il 2010 – ha concluso il presidente della Provincia – pur in un quadro di diminuzione delle risorse, dovranno essere orientati in questa direzione».
Una produzione industriale che nel secondo semestre del 2009 sarà del 30 per cento inferiore a quella del 2008, con profonda sofferenza soprattutto per le piccole e piccolissime imprese di subfornitura e di servizio. Un calo medio delle assunzioni nell’industria del 43 per cento, con punte del 65 per cento nel comparto della fabbricazione di macchinari e apparecchiature e del 53 per cento nella ceramica. Una contrazione del 31 per cento delle assunzioni anche nell’ambito dei servizi alle imprese, e del 24 per cento nel settore delle costruzioni e nel commercio. Oltre due milioni di ore di cassa integrazione ordinaria chieste da gennaio a giugno 2009 (+ 1.700.000 ore rispetto al 2008) e 392. 331 ore di cassa integrazione straordinaria (+ 216.894 ore sul 2008). Ottantanove le procedure di mobilità collettiva contro le 33 del 2008, anche se il numero di lavoratori già licenziati, 472, è analogo a quello dell’anno scorso (445). In crescita le iscrizioni alle liste di mobilità (i nuovi iscritti fino a giugno sono 2.559) e sostanziale raddoppio delle dichiarazioni dello stato di disoccupazione arrivate a 10.948 nel primo semestre 2009 contro le 5.469 dello stesso periodo del 2008.
Sono questi i dati che quantificano le dimensioni della crisi economica nel territorio modenese e che evidenziano un tendenziale peggioramento degli indicatori dei livelli di produzione e dell’occupazione, un aumento delle procedure fallimentari, difficoltà per le imprese nell’accesso al credito dovute al più alto costo delle operazioni, alle maggiori garanzie richieste dalle banche, ai tempi più lunghi per il leasing.
Importanti anche le ricadute sociali della crisi dovute al calo effettivo del reddito disponibile di molte famiglie per effetto della disoccupazione, della messa in mobilità e della cassa integrazione (che prevede un compenso tra i 700 e i 900 euro mensili). Le famiglie in difficoltà tagliano i consumi (il calo nell’abbigliamento è del 6 per cento, nei beni durevoli del 3,6) ma in alcuni casi non riescono più a pagare l’affitto e le rette, anche se in alcune realtà locali, come Cavezzo, Finale Emilia, Sassuolo, Vignola, il calo di queste entrate è dovuto alle decisioni delle amministrazioni di includere un numero più elevato di beneficiari nelle fasce di esenzione attraverso la modifica dei criteri di calcolo o la revisione delle tariffe. Tutti i Comuni inoltre hanno aggiornato i metodi di calcolo dell’Isee, basandolo sul reddito dell’anno in corso.
Diverse azioni sono state avviate per fronteggiare la crisi a partire dai tavoli distrettuali per evidenziare e affrontare le situazioni critiche dei singoli territori. A sostegno dei lavoratori ci sono procedimenti di reinserimento personalizzati e azioni formative straordinarie come quelle rivolte, in accordo con le aziende, a chi si trova in cassa integrazione e per le quali sono ancora disponibili oltre centomila euro da assegnare con modalità “just in time”. Sono in corso anche 18 azioni formative che coinvolgono 334 persone disoccupate alle quali viene erogata un’indennità di frequenza fino a un massimo di circa 400 euro mensili. Sono stati approvati e saranno avviati a breve corsi di formazione fortemente calibrati sulle esigenze personali che prevedono il coinvolgimento di almeno 120 persone.
È entrato in funzione l’accordo con le banche per l’anticipo della cassa integrazione, anche se persistono ancora alcune difficoltà in alcune sedi bancarie decentrate. L’accordo per il credito alle piccole e medie imprese, che da giugno 2009 a oggi ha permesso un intervento diretto a 82 aziende per 4 milioni di euro complessivi, si è avviato con modalità operative differenziate tra gli istituti aderenti.
Il compito di arginare le ricadute sociali della crisi è stato assunto principalmente dai Comuni che hanno stanziato risorse aggiuntive per soddisfare i bisogni più immediati delle famiglie come il pagamento degli affitti, delle rate del mutuo e delle utenze. In altri casi sono state incrementate le borse lavoro per chi non usufruisce degli ammortizzatori sociali, o rimborsate le spese alimentari, quelle per i testi scolastici e per il trasporto pubblico. Il Comune di Carpi ha utilizzato i fondi del 5 per mille per sostenere il pagamento dell’affitto da parte di famiglie monogenitoriali e promosso nelle Terre d’argine il progetto Affitto casa garantito che ha portato finora a 75 contratti a canone concordato. A Modena, il Comune ha avviato direttamente 150 contratti mentre nel distretto di Vignola è operativo il progetto “Affitto sicuro” che, attraverso una serie di garanzie ai proprietari delle case, ha permesso la stipula di trenta nuovi contratti negli ultimi due anni. Sempre a Vignola, è stata creata una rete di sostegno alle famiglie in difficoltà con la Caritas e il Banco alimentare. A Pavullo, Caritas e parrocchie hanno creato un fondo per le persone disoccupate, mentre a Finale le associazioni di volontariato forniscono prodotti e alimenti.