Più rondini nei prati della zona di produzione del Parmiggiano Reggiano. A testimoniare della salubrità del territorio: uno degli “ingredienti segreti” della qualità del tipico formaggio emiliano-romagnolo.
Da uno dei progetti di ricerca finanziati dalla Regione Emilia-Romagna, dedicato a “Avifauna e Parmigiano-Reggiano”, ha preso lo spunto il Convegno “Il Parmigiano Reggiano fa bene alle rondini” che si è svoltoquesta mattina nell’Aula Giorgio Prodi nel Complesso di S. Giovanni in Monte a Bologna.
“Nel territorio di produzione del Parmigiano Reggiano, le ricerche dimostrano che i parametri ambientali sono a posto”, ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni. “Rondini e altri uccelli selvatici sono ottime sentinelle ambientali capaci di testimoniare con la loro presenza la bontà e salubrità di un territorio. Per il Parmigiano Reggiano, un prodotto strettamente e da sempre legato al suo ambiente, questi animali – ha concluso Rabboni – sono un ulteriore elemento di conferma della qualità di un prodotto che, oltre alle doti riconosciute da consumatori e gastronomi di tutto il mondo, può ora vantare anche una reale e dimostrata capacità di salvaguardia della biodiversità naturale”.
Al Convegno – realizzato in collaborazione con le Province di Modena, Parma e Reggio Emilia, la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e il Consorzio del Parmigiano Reggiano – hanno partecipato, tra gli altri, Igino Morini del Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano, Elena D’Andrea e Danilo Mainardi, rispettivamente direttrice nazionale e presidente onorario della Lipu. Mainardi ha anche presentato il suo ultimo volume “L’intelligenza degli animali”.
Il progetto “Avifauna e Parmigiano-Reggiano”
I risultati del progetto “Avifauna e Parmigiano-Reggiano” dicono che un mosaico di colture costituito dall’alternanza di spazi aperti a prato, daboschetti e siepi favorisce la presenza di numerose altre specie, sia animali che vegetali, e che con gli interventi agroambientali, da tempo finanziati dalla Regione, si è dato un impulso positivo anche alla tuteladella biodiversità.In particolare rondini e altre specie di uccelli selvatici trovano, nellapianura modenese, un habitat particolarmente ricco, tra distese a coltivazione di erba medica e prati stabili tipici della zona.