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La crisi economica influisce anche sulla formazione

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lavoro_1Aumentano le richieste di partecipazione e, di conseguenza, s’impennano le presenze ai corsi di formazione. A riscuotere maggiore successo sono le iniziative formative che rispondono all’esigenza di qualificarsi maggiormente nella propria professione e che offrono maggiori e più rapidi sbocchi nel mondo del lavoro.

 Un fenomeno che si estende verso un’utenza molto articolata che comprende disoccupati, personale in cassa integrazione e in mobilità, ma anche occupati che vogliono specializzarsi ulteriormente. Rispetto al 2008, molto spesso per esaurire i posti è sufficiente esporre locandine promozionali nei centri per l’impiego e nelle varie sedi provinciali di Confesercenti.

E’ un’indicazione che arriva da Cescot Modena l’ente di formazione di Confesercenti che ha visto incrementare dall’inizio dell’anno il numero dei partecipanti ai corsi di specializzazione indirizzati soprattutto verso il settore del terziario. “Sicuramente ha inciso non poco il periodo di difficoltà economiche che stiamo attraversando – ha spiegato Marco Pedretti direttore di Cescot Modena – La crisi ha spinto molte persone a puntare sul miglioramento della propria preparazione, scegliendo percorsi formativi che oggi possono rafforzare la spendibilità sul mercato del lavoro, sia che si punti ad un inserimento che alla riqualificazione. Sono tanti quelli che guardano a Cescot come una fonte di importanti opportunità per conseguire nuove competenze e qualità da immettere sul mercato. Tra questi emergono ad esempio gli operatori dei pubblici esercizi in cui la richiesta di incrementare la specializzazione, in particolare per quello che riguarda il settore del turismo, porta ad una domanda in costante aumento, sulla ristorazione veloce, degustazione dei vini e sulle tecniche del Barman”.

Ci sono poi segnali particolarmente significativi anche sul fronte dei non occupati. Esemplare è stato il corso per “Operatore di panificio e pastificio” rivolto a disoccupati e pensato per la formazione di nuovi panificatori, partito nei giorni scorsi. Oltre 70 le domande arrivate a Cescot per soli 12 posti disponibili.

“Le richieste, in linea anche con la nostra vocazione, sono indirizzate prevalentemente verso il terziario – precisa Pedretti – In crescita anche il numero degli stranieri che si rivolge al nostro ente: generalmente si tratta di cittadini immigrati che, a causa della crisi economica, si trovano in difficoltà col proprio posto di lavoro e sono orientati verso forme di lavoro autonomo, come piccole attività di produzione artigianale nel settore alimentare o in quello del pubblico esercizio: vendita di pizze, panini, kebab, e altro ancora”.